4
Dic

Touché

Pubblicato lunedì 4 Dicembre 2006 alle 22:15 da Francesco

Ieri sera, per la terza volta nella mia vita, mi sono inflitto una stoccata al cuore. Ahi, mi ha fatto male. Sono cose che succedono. Mi sono bastati dodici SMS per disintegrare il rapporto platonico che ho avuto con J. per un anno: scommetto che il Terzo Reich è stato sconfitto anche per permettere alle nuove generazioni di troncare i propri legami via etere. Durante la mia esistenza ho avuto tre relazioni embrionali e tutte si sono concluse con un aborto indifferente. Con il senno di poi sono contento che i miei rapporti non abbiano mai messo radici nella fisicità. Tenterò di riparare al mio disastro, ma il Super Attack non basterà. Credo che a volte non sia sufficiente ammettere i propri errori per riassestare un rapporto tra due individui. J. per me è molto importante e spero che non evapori dalla mia esistenza. Non sono un latin lover e trovo che la mia visione dei sentimenti abbia molti caratteri femminili. Mi manca un po’ di virilità e un po’ di spocchia. Quando sono da solo mi sento forte e sicuro, ma percepisco sempre la mancanza di qualcuno che mi voglia bene. Il mio cuore è puro, ma la mia mente è continuamente attraversata da pensieri torbidi. Ho un bisogno incessante di produrre e rigurgitare fantasie ambivalenti. Se l’amore entrasse nella mia vita probabilmente una parte di me morirebbe. In questi momenti di decadenza transitoria amo rivendicare la mia natura individuale e la mia finitezza. Ho due doveri verso la mia serenità: fare il possibile per evitare che J. sparisca dalla mia vita e accettare la sua perdita qualora i miei sforzi falliscano miseramente.

Categorie: Intimità, Parole |

3
Dic

Nei meandri

Pubblicato domenica 3 Dicembre 2006 alle 13:10 da Francesco

Alcuni tipi di discrepanze divorano il tempo degli uomini. Le trappole dei fraintendimenti e gli errori delle percezioni possono condizionare in modo irrimediabile l’aspetto gestaltico di un individuo. Credo che l’ambiente in cui ogni essere umano vive sia composto da due parti uguali: la realtà estetica e lo stato d’animo che la ricopre. Sono stato involontariamente nelle culle dell’arte, ma non sono mai riuscito a emozionarmi né sono mai stato colpito dalla sindrome di Stendhal. La mia sensibilità, in senso lato, non mi permette di apprezzare la maestria e l’ingegno di chi mi ha preceduto e credo che la mia incapacità di emozionarmi, almeno un po’, di fronte ai migliori parti culturali della mia specie rifletta il vuoto emotivo che spazia in tutti i campi della mia interiorità. Credo che l’intimità di molte persone sia formata da pareti scoscese. Eserciti di uomini liberi agognano la felicità messa in vetrina dai modelli economici e politici delle loro società. La goliardia e la spocchia mimetizzano bene le afflizioni, ma lo sguardo di una persona non mente perché non può essere sofisticato. L’insoddisfazione è palpabile, la frustrazione ne è una conseguenza palese e la noia di chi ha tutto e non riesce ad apprezzare nulla siede sul trono del malessere collettivo. L’amore viene banalizzato continuamente e la pronuncia della parola che lo rappresenta scatena tenerezza e imbarazzo, quando invece dovrebbe suscitare timore misto a riverenza. Mi aspettano alcune ore di luce senza senso. Et voilà: un po’ di musica, i soliti pensieri e le pedalate verso l’alto.

Categorie: Intimità, Parole |

2
Dic

Hey Doc!

Pubblicato sabato 2 Dicembre 2006 alle 18:15 da Francesco

Mi trovo alle prese con emozioni estranee. Una schiera di vortici metafisici mi impedisce di scardinare le porte del regno dei cieli. Lo scetticismo guida opliti sadici verso le mie aspirazioni sentimentali. Vado incontro a pericoli illusori. Talvolta la somma di due esistenze sottrae serenità e provoca dolore, ma credo che gli effetti negativi di una relazione fallimentare siano solamente allucinazioni malcelate. Non conosco le meccaniche dell’amore, ma non penso che occorra un apprendistato dal sosia machiavellico di Cupido per imparare a mettere in conto i pericoli di una giornata di sole. Uso le parole e lo sforzo fisico per alleggerire un po’ il peso delle previsioni catastrofiche che accompagnano le ombre dei miei giorni speranzosi. Ho studiato a lungo le formule della tristezza artificiale e non lascerò che le delusioni traggano in errore la mia serenità. Mi sento pronto a varcare il confine che mi separa dalla forza che mi ha generato. Abbandonerò i miei desideri romantici se non riuscirò a concretizzarli entro alcuni anni e farò concorrenza a Maria Goretti in termini di castità. Non ho intenzione di iniziare a vivere certe emozioni a trent’anni e tanto meno avverto il bisogno di perdere la verginità solo per trascorrere un giorno anomalo. Mi sento come quando a Marty McFly, in “Ritorno Al Futuro II”, rimane poco tempo per tornare nella sua epoca a bordo della DeLorean. Se riuscirò a dare una forma tangibile ai miei desideri raggiungerò la pace dei sensi, altrimenti continuerò a scandire oziosamente il conto alla rovescia insito in ogni cosa. Credo che questa volta la mia valchiria si allontanerà e non mi porterà nel Walhalla.

Categorie: Intimità, Parole |

1
Dic

Quaranta chilometri dicembrini

Pubblicato venerdì 1 Dicembre 2006 alle 14:43 da Francesco

Stamane sono andato di nuovo a Magliano in bicicletta per fare una sorpresa a J. e per godermi ancora una volta la pace agreste della zona. Non sono molto bravo ad attirare le pulzelle e ho più possibilità di diventare un grande cosmonauta che un seduttore di provincia. In realtà non me ne frega un cazzo della seduzione né dei suoi risultati carnali. Stamattina ho visto uno sguardo splendido dietro due lenti nere, ma ho anche inalato un’indifferenza rarefatta. L’incontro di questa mattina mi ha ricordato la breve passeggiata che ho fatto circa un anno fa insieme a V. da via Bianciardi fino al centro di Grosseto. Sembra che tutto tenda a ripetersi all’interno del minuscolo spazio occupato dalla mia sfera affettiva: lo stesso anelito parossistico, le stesse aspirazioni eccezionali e l’immancabile spada di Damocle. Ho dei cattivi presagi e temo che J. assecondi un po’ le mie iniziative adolescenziali per compassione, ma non ho intenzione di lasciare i miei sentimenti in mano alle ipotesi negative che agiscono per conto della mia paura di essere rifiutato. Ho imparato a spezzare il mio Ego e non credo che J. possa lesionarlo permanentemente, tuttavia penso che sia capace di sferrarmi un fendente con il quale levarmi il respiro per un arco di tempo che non sono in grado di determinare. Probabilmente resterò solo ancora per parecchi decenni perché sono l’uomo giusto e le donne, per loro stessa ammissione, scelgono sempre l’uomo sbagliato. Non credo alle ultime parole che ho scritto, ma mi piacciono e non voglio che restino a prendere polvere in uno dei tanti sgabuzzini senza chiave che si trovano nella memoria a breve termine.

Categorie: Intimità, Parole |

30
Nov

Sei ruote

Pubblicato giovedì 30 Novembre 2006 alle 14:55 da Francesco

Stamane sono andato a Grosseto per divertirmi con il fato. Il mio esame di guida è andato bene, ma sarebbe potuto andare meglio. Non sono riuscito a strappare la patente dalle mani avvizzite dell’esaminatrice. Devo affinare le mie capacità di combattimento contro le arpie. Ho preso abbastanza bene la mia bocciatura e ho già iniziato a muovermi per ripetere l’esame di teoria. Sono giovane e ho tutto il tempo per eseguire un frontale perfetto contro una Punto GT. In due giorni ho percorso circa cento chilometri in bicicletta: l’altro ieri sono andato fino a Chiarone e ieri ho raggiunto il centro di Magliano. Per andare a Magliano ho dovuto percorrere due chilometri sull’Aurelia, ma non ho corso grandi pericoli. Sono un ciclista diligente e non eseguo mai manovre avventate che possano indurre gli automobilisti a investirmi. Ogni tanto mia madre dimentica quanti anni ho e manifesta la sue preoccupazioni per le mie azioni, ma tutto ciò che riesce a ottenere dalla mia coscienza sono risposte ironiche a sfondo sessuale. Mi piace seguire l’impulso titanico (nella sua accezione romantica) e un po’ avventato del mio slancio vitale. L’Aurelia non è una strada sicura, specialmente per chi non inquina, ma almeno non è minata e non è frequentata dalle squadre della morte. Le prove che impongo al mio corpo e alla mia psiche mi consentono di ottenere delle soddisfazioni immense e di conseguenza contribuiscono enormemente alla qualità della mia vita. Le cartilagini del mio ginocchio forse saranno affrancate quando scoprirò i segreti dell’amore e della fregna. Vado a preparare un attentato alla mia autostima che pubblicherò a breve.

My bike

Categorie: Parole |

29
Nov

L’ultima chance

Pubblicato mercoledì 29 Novembre 2006 alle 09:52 da Francesco

Il cinque dicembre avrei dovuto sostenere il mio esame di guida, ma qualche buontempone lo ha anticipato al trenta novembre. Sono circa due settimane che non guido e le probabilità che io ottenga la patente sono molto scarse. Domani sarò chiamato al difficile compito di rimanere serio per almeno mezzora. Mi attende una sfida improba di cui ormai mi importa poco. Come ho già scritto un po’ di tempo fa l’esame si terrà a Grosseto a causa di una fottuta vertenza degli esaminatori. Non ho mai guidato a Grosseto e per superare la prova di domani non mi resta che mandare un fax a chi dispensa i colpi di culo. Durante il mio iter scolastico ho affrontato gli esami con una preparazione sommaria e senza la voglia né la capacità di eccellere. Non mi piace affliggermi per qualche incartamento del cazzo e per preservare la mia serenità mi pongo sempre con noncuranza nei confronti delle prove che escono dal culo peripatetico di quella troia della burocrazia. Sono in pace con me stesso e non temo l’ennesima delusione. Una piccola parte di me si augura addirittura che io non riesca a superare l’esame, ma non sono ancora riuscito a capire se questa piccola parte agisce in nome del masochismo o della lungimiranza. Per qualcuno l’esame di guida sembra quasi l’inizio di un lungo percorso per diventare Jedi. E che cazzo. Non vedo l’ora di mettermi al volante per essere bocciato con il sorriso sulle labbra, tuttavia, indipendentemente dall’ottenimento della patente, attendo con più ansia il momento del ritorno a casa per svuotarmi le palle con una graziosa sega.

Categorie: Parole |

27
Nov

Quella strada buia

Pubblicato lunedì 27 Novembre 2006 alle 21:36 da Francesco

Ogni notte il buio azzittisce i rumori di quella piccola strada senza nome. Durante il giorno le persone passano tranquillamente lungo quella via, ma dopo il crepuscolo nessuno si azzarda a metterci piede. Numerosi fatti di cronaca nera e alcune leggende metropolitane hanno conferito alla strada una nomea molto tetra, infatti nel corso degli anni sono stati commessi omicidi efferati e stupri di gruppo sotto le luci stanche dei suoi lampioni curvi. Si tratta di una strada psicopatica che ospita anime patogene, un ammasso di pietre senza storia che attende ammassi di ossa senza vita, una costruzione lunatica e violenta nel sottosuolo di una metropoli ambigua. Alcuni anni fa una donna anziana morì in una delle poche case fatiscenti di quella strada maledetta e dopo venti giorni il suo cadavere, sventrato dai morsi dei topi e usato come crocevia da lunghe colonne di scarafaggi, fu ritrovato raccolto in preghiera di fronte a un’icona consumata dal tempo e dalle preghiere. L’aspetto torvo della strada incute timore anche alle divise più orgogliose che pattugliano le notti brave e solo gli ubriachi, i fuggiaschi e gli sprovveduti riescono a muovere i loro passi sopra quel selciato lugubre. Per coloro che sono stati uccisi quella strada è diventata una strada senza uscita, mentre per le vittime degli stupri di gruppo, tra le quali si annoverano anche dei padri di famiglia, quella strada è diventata una strada a senso unico da percorrere tragicamente per il resto della vita.

Giacomo Balla - Notturno Con Un Fanale

Categorie: Immagini, Parole |

27
Nov

Idioti pro tempore

Pubblicato lunedì 27 Novembre 2006 alle 16:54 da Francesco

Mi piace conoscere la verità anche quando è scomoda o fa male. Mi riferisco alla vita quotidiana e non alle vicende dell’élite del Palazzo di Vetro. Certe volte devo fare la voce grossa e improvvisare un terzo grado per estrapolare piccole verità dalle poche persone con cui mi trovo a interagire, e non sempre riesco nel mio intento. Per ovviare alle numerose falsità che mi vengono propinate ho iniziato a non dare importanza alle persone che rimandano di continuo la verità o che me la presentano a brandelli. Provo un forte disprezzo per chi cerca di pararsi il culo temporeggiando con il mio tempo. Sono profondamente intollerante nei confronti dei pressapochisti che prima assumono delle responsabilità ben precise e poi non sanno come cazzo comportarsi. Non sono uno stinco di santo e proprio per questo motivo evito di accollarmi legami o compiti che non sono in grado di affrontare. Non posso colpevolizzare più di tanto chi lascia inavvertitamente la capacità di autocritica nella topa della madre, ma penso che non sia mai tardi per tentare di ritrovarla in mezzo alle ragnatele del vetusto orifizio della propria genitrice. Insomma, vorrei far bere il mio sperma a chi tenta sempre di darla a bere. Il mio astio ha uno scopo puramente ludico. Mi piace dileggiare chi si adopera per compiere stronzate immani, ma devo ammettere che mi diverto di meno quando le stronzate altrui tangono i miei interessi.

Categorie: Parole |

27
Nov

Una doccia calda

Pubblicato lunedì 27 Novembre 2006 alle 09:24 da Francesco

Sotto la doccia mi sento amato dalla fantasia. Mi piace ruotare i rubinetti in ambo i sensi per regolare la temperatura e l’intensità del getto d’acqua. Mi lavo molto lentamente per rilassarmi il più a lungo possibile e compensare la mancanza di calore umano. Spesso mi masturbo sotto la doccia e lo faccio principalmente per una questione di comodità, ma devo ammettere che più di una volta le seghe hanno contribuito ad arricchire le meravigliose sensazioni che provo prima, durante e dopo questo consueto momento di igiene personale a cui, forse, attribuisco troppa importanza. Uso poco balsamo per i miei capelli rasati e consumo molto bagnoschiuma per placare il sudore ascellare. Sono solito immergermi in pensieri inutili per buona parte del tempo che trascorro sotto la doccia e per favorire le mie elucubrazioni appoggio quasi sempre la fronte sopra una piastrella senza prestare attenzione all’acqua che scivola instancabilmente lungo la mia spina dorsale. Ogni tanto l’aspetto teorico dell’erotismo mi invita a immaginare alcuni momenti di semplice intimità che si trovano a distanze siderali dalla mia realtà e soprattutto dalla mia doccia. Ho sempre desiderato insaponare il seno della mia ragazza invisibile, ma non sono mai riuscito a trovarlo. Dopo ogni doccia mi piace asciugarmi con calma, specchiarmi e deridermi con cattiveria. Non è la prima volta che tesso le lodi dell’acqua calda. Il mio bagno è un luogo ospitale e sono felice che i miei bisogni fisiologici mi portino quotidianamente tra le sue incantevoli mura.

Categorie: Parole |

26
Nov

De gustibus

Pubblicato domenica 26 Novembre 2006 alle 07:01 da Francesco

Panta rei. Non è una novità, ma mi piace sottolinearlo. Il viso sopra le confezioni della Kinder non è più lo stesso e anche la figura di Fidel Castro è stata rivoluzionata dagli anni. Mi adatto con facilità ai cambiamenti e cerco di trarne giovamento. Tornerei indietro nel tempo solo per una breve visita di cortesia al mio passato. Spero che il mio temperamento rimanga intatto come la voce di Bruce Dickinson. C’è sempre qualcuno intento ad aprire e chiudere i cassetti di un mobile dell’Ikea per tirare fuori e poi riporre le fotografie dei suoi momenti felici. Mi inquietano i frammenti di gioia che vengono dati in pasto alle camere oscure sotto forma di negativi. Preferisco aprire tutte le porte di una casa vuota piuttosto che passare più di trenta secondi di fronte all’album fotografico di una famiglia qualsiasi. Provo una profonda avversione per le cornici d’argento e per tutto quello che contengono. Mi piacciono le mani minute e le ugole che riescono a incantarmi. Non provo simpatia per i cani di piccola taglia né per i loro padroni. Vorrei bruciare i manifesti pubblicitari che mi mettono di cattivo umore per sostituirli con i segni di un principio di incendio che trovo decisamente più rasserenanti. A proposito di affissioni et similia, leggo con molta curiosità i manifesti funebri e ogni tanto mi lascio scappare qualche risata fuori luogo. Ho cose più importanti da comunicare a me stesso rispetto alle inezie di questo breve scritto, ma non sono in grado di esporle e credo che a seguito dell’ennesima sega infrasettimanale finiranno nel cesso insieme al mio sperma.

Categorie: Parole |