12
Dic

Nel ventre di un’altra notte

Pubblicato martedì 12 Dicembre 2006 alle 04:31 da Francesco

Mi trovo nel ventre di un’altra notte senza sonno. I miei desideri hanno assunto un’identità segreta e si sono dati alla fuga, ma non ho paura perché so che presto ritroverò quei fuggiaschi bastardi. Una delle mie riflessioni cupe riavvolge una bobina macabra mentre le tre teste di un gatto anomalo mi sbeffeggiano all’unisono. Ho le idee confuse e le mani un po’ fredde. Ho voglia di sborrare sopra le incertezze transitorie di questi giorni malevoli e per ispirare la mia masturbazione osservo con lascivia l’erotismo distaccato di un’immagine digitale che ritrae una modella sconosciuta. Mi piacerebbe stampare le immagini pornografiche a cui sono più affezionato per invitarle a cena e ringraziarle per tutti i momenti felici che mi hanno regalato. La mia sessualità è un regno autarchico che nasconde alcuni segreti della mia personalità. Nel mio stomaco giace un cofanetto nel quale, prima della mia nascita, sono stati riposti dei papiri che custodiscono le spiegazioni di alcuni parti del mio carattere e una stronza speciale, che forse non ho ancora conosciuto, porta al collo la chiave per aprirlo. Non ho battaglie epiche da combattere e non vivo in funzione del mito dell’immortalità. Non ho impegni urgenti, non ci sono telefonate perse sul mio cellulare e non occupo abusivamente i pensieri di qualche pin-up. I miei ormoni indossano squallide magliette rosse sulle quali campeggia la faccia stilizzata di Che Guevara e inneggiano alla rivoluzione per spodestare la mia mano sinistra dal trono della mia sessualità, ma le loro pulsioni adolescenziali hanno poco efficacia e, tra una manganellata e l’altra, ricordo a questi sanculotti organici che la mia mano sinistra abdicherà solo in favore dell’amore.

Categorie: Intimità, Parole |

11
Dic

Sunto noioso

Pubblicato lunedì 11 Dicembre 2006 alle 20:30 da Francesco

Mi sono alzato alle quattro di pomeriggio e fino alle sette di sera sono stato con mio zio. Abbiamo cercato qualche chitarrista da ascoltare e come al solito siamo finiti nei campi della fusion. La mia stanza è avvolta da una luce fioca e dal suono di Keiko Matsui, mentre il resto della casa è sconvolto dal buio e dal silenzio. Le mie giornate si sono accorciate. Da alcuni giorni dormo più del solito e ne sono felice. Durante le ultime settimane, tra biciclettate, partite di calcetto e camminate, ho consumato molte energie e per ora ho deciso di rallentare un po’ il ritmo dei miei sforzi fisici e di riposare più del solito. Sono un po’ svogliato e in questo momento per essere sereno devo assecondare ogni aspetto della mia pigrizia. Circa una settimana fa sono andato alla ASL per fare il certificato medico di cui ho bisogno per iscrivermi nuovamente a scuola guida e sono stato accolto per la terza volta dallo stesso dottore. Per l’occasione avevo comprato due marche da bollo, ma per il certificato medico ne occorre una sola e appena il dottore me lo ha fatto notare gli ho detto: “Va bene, l’altra la userò la prossima volta”. La mia battuta è stata un po’ infelice e mi auguro, per l’integrità dei miei coglioni, che tra qualche mese non assuma sembianze profetiche. Non ho ancora mangiato e tra poco provvederò a placare i morsi della fame. Ho un po’ di pizza fredda che mi attende in cucina accanto ad alcune centinaia di millilitri vitaminici.

Categorie: Parole |

11
Dic

/dev/null

Pubblicato lunedì 11 Dicembre 2006 alle 03:03 da Francesco

Quando fuori piove e sono costretto a rimanere da solo nel tepore casalingo, visito eBay e trascorro dozzine di minuti a leggere le imprecazioni degli utenti truffati. Molti raggiri sono made in China, ma ho notato che anche gli italiani si adoperano per tenere alto il cattivo nome del tricolore. Penso che non sia simpatico sollazzarsi con le disgrazie altrui, ma di fronte a certe vicissitudini non posso fare a meno di ridere sguaiatamente. Forse un internauta prima di iscriversi a eBay dovrebbe iscriversi a giurisprudenza. Ho fatto qualche acquisto sul sito di aste succitato e, tranne una volta, non ho mai incontrato grossi problemi. Che bello il boom di Internet. Ognuno ha il suo spazio e le sue icone del cazzo tutte colorate. Ogni volta che penso a tutto il tempo che ho trascorso online provo un retrogusto amaro. Mi sono connesso per la prima volta circa nove anni fa e non mi immaginavo che in meno di due lustri il TCP/IP sarebbe diventato un protocollo esistenziale per alcuni esseri umani. Ricordo gli inutili allarmismi per il Millenium Bug e l’ignoranza di chi stigmatizzava Internet perché credeva che qualche 486 collegato al nodo di Ascoli Piceno potesse veicolare Satana! Credo che Internet abbia dato un senso all’esistenza di alcune persone e in particolare mi riferisco a quei fanatici che ogni giorno stappano lattine di Fanta per festeggiare l’aggiornamento del kernel del loro sistema operativo preferito e poi si spostano come gitani tra Usenet e vari forum per sostenere la propria fede a codice aperto. Ho scritto queste righe per farmi una risata da ex nerd e non ce l’ho affatto con chi ha trovato il nirvana tra i pacchetti dell’installazione personalizzata di Debian.

Categorie: Parole |

10
Dic

Una fantasia erotica ricorrente

Pubblicato domenica 10 Dicembre 2006 alle 07:54 da Francesco

La masturbazione mi ha sempre aiutato a contenere lo stress. C’è una fantasia ricorrente che uso per farmi le seghe. Premetto che la mia immaginazione erotica tende a produrre situazioni nelle quali non mi cimenterei mai nella realtà. Spesso immagino di fottere una quarantenne insoddisfatta, una donna un po’ flaccida con una vita tranquilla. Immagino incontri serali con lei nella sua casa di periferia. Mi vedo di fronte alla sua porta. Io busso con nonchalance, lei apre velocemente e mi accoglie con addosso una guepiere che stride con le fattezze un po’ cadenti del suo corpo da nubile disinibita. Credo che l’apogeo erotico di questa mia fantasia si trovi nel desiderio della donna di possedere la mia giovinezza per rivere il suo passato da ragazza. Penso che un altro cardine erotico di questa fantasia si trovi nella differenza di età: questa caratteristica non ha a che fare con la gerontofilia, ma con la necessità di includere nella mia fantasia due date di nascita che alludano a un rapporto incestuoso tra madre e figlio. Nelle mie parole c’è un evidente riferimento al complesso di Edipo che ho incontrato molte volte nell’approfondimento puramente teorico della mia sessualità. Come ho già scritto non metterei mai in atto le mie fantasie. La mia visione dell’amore mi impedisce di essere un semplice oggetto sessuale o di accostarmi a una mia simile per usarla come un mero strumento di piacere. Inoltre le mie fantasie perderebbero la loro efficacia se le convertissi in situazioni reali. A volte penso come l’apparato onirico della mia sessualità potrebbe rivoluzionarsi se perdessi la verginità.

Categorie: Parole |

10
Dic

Alle prese con me stesso

Pubblicato domenica 10 Dicembre 2006 alle 03:57 da Francesco

In queste ore torbide i miei pensieri non possono fare a meno di struggersi per l’amarezza della mia ultima delusione, ma io cerco di non badare al loro baccano malinconico. Addomestico la frustrazione con qualche passatempo elettronico e ogni tanto alzo la testa per assicurarmi di non essere morto. Il malessere tenta di affibbiarmi preoccupazioni, angosce e molte altre mercanzie stronze che vanno a ruba tra chi è in partenza per il ducato della mestizia. Non ascolto canzonette deprimenti né mi considero un ragazzo sfortunato. Non è raro che i miei occhi e le mie orecchie colgano i lamenti esistenziali di chi pensa di avere la tristezza in esclusiva e ogni volta che assisto a questo spettacolo pietoso mi riprometto di non portarlo mai in scena. Non sono una persona insensibile e non provo a mascherare il mio dolore per evitare che il mio orgoglio del cazzo vada in frantumi per l’ennesima volta, ma cerco di dare una dimensione giusta alle sensazioni negative di questi giorni. Per me non è stato piacevole vedere il crollo improvviso di un rapporto platonico di nove mesi, ma ho il sospetto che nel mondo succedano cose peggiori. Cosa prova una giovane sposa a cui è stato diagnosticato un cancro? Come si sente un uomo a cui è stata erroneamente negata la libertà? Quali sono i tormenti che corrodono chi sa di avere il morbo di Alzheimer al primo stadio? Quanto coraggio serve a un uomo solo per guardare la lapide dell’unica persona che sapeva ascoltarlo? Quanti yen vale la solitudine ripetitiva di un individuo che non ha grandi qualità? Le sensazioni che provo da alcuni giorni a questa parte sono intrise di dolore, ma fanno sorridere al cospetto dei veri drammi che compongono la grande piramide della sofferenza umana. Non penso che ci sia altro da aggiungere, vero Francesco?

Categorie: Intimità, Parole |

9
Dic

Guarigione cronometrata

Pubblicato sabato 9 Dicembre 2006 alle 15:48 da Francesco

Il tempo ha iniziato a curarmi con la stessa dedizione di una perpetua. Sono triste e abbattuto, ma credo che il mio attuale stato di sconforto sia un passaggio obbligatorio per riabilitare correttamente il mio cuore. Alle medicazioni del tempo ho affiancato i miei soliti escamotage: lo sforzo fisico, le docce calde, la consueta masturbazione e un po’ di cioccolata bianca. Sono in equilibrio sopra la vita nonostante la prostrazione psichica tenti di farmi cadere nel Tartaro. Non ho nessuno a cui appoggiarmi e ne sono felice perché credo che certe situazioni vadano affrontate e superate da soli. Non mi sono mai state di grande aiuto le parole di conforto e ho sempre trovato disdicevole la “comprensione” altrui. Ultimamente ho raccolto solo ed esclusivamente motivi validi per deprimermi, ma non è mia intenzione piangermi addosso più di quanto ne abbia bisogno per assecondare la terapia del tempo. Sono consapevole della patologia che ammorba la mia interiorità e sono felice di non intralciarne la guarigione. Se fossi in grado di sdoppiarmi incontrerei me stesso al tavolo di un bar parigino e chiederei carta e penna per scrivermi quanto segue: “Francesco, amico mio, ci siamo imbarcati per l’ennesima volta e, per l’ennesima volta, siamo naufragati in un mare di merda. Fra’ non stiamo diventando troppo vecchi per queste cose?”. Tra un po’ andrò a farmi un giro in bicicletta e quando tornerò mi farò un’allegra sega sotto l’acqua bollente della mia doccia. I prossimi giorni passeranno molto lentamente, ma attenderò con pazienza il ritorno del moto di rotazione della Terra alla sua velocità standard.

Categorie: Intimità, Parole |

8
Dic

Una nuova fine

Pubblicato venerdì 8 Dicembre 2006 alle 19:58 da Francesco

Il mio rapporto con J. si è deteriorato in silenzio e credo che oggi abbia lasciato per sempre questo mondo. Sono pervaso da un po’ di spleen e come al solito attendo che il tempo curi il mio stato d’animo. Per tre volte nella mia vita ho espresso i miei sentimenti più profondi e ogni volta ho preso batoste esagerate, ma non me ne pento affatto. Credo che l’annullamento delle proprie difese per manifestare i propri sentimenti sia un rischio da correre. È troppo facile pretendere che siano sempre gli altri a farsi avanti. Non si può puntare il dito contro un mondo che non si ha il coraggio di affrontare. Può sembrare paradossale, ma sono felice della mia collezione di delusioni perché è la prova della mia volontà di vivere. Molti prima di me hanno affrontato le stesse vicissitudini e dalle loro sventure ho imparato a non commettere gli errori che hanno condizionato le loro esistenze. Non basta pensare di essere persone positive e sincere per sfondare a calci le porte dell’amore. Sono abbastanza forte da fare affidamento solo su me stesso e in questi momenti bui vorrei soffrire un po’ di più. La realtà si burla delle mie convinzioni sentimentali, ma è proprio nei momenti più difficili che le mie idee romantiche mostrano tutta la loro forza. Alcuni credono che io sia ingenuo, ma io non la penso allo stesso modo. Non incolpo nessuno dei miei fallimenti sentimentali, nemmeno me stesso, e auguro secoli di prosperità a chi ha transitato sulla parte più profonda della mia interiorità. Mi attendono ancora anni di seghe e sogni proibiti, ma sono sempre in corsa per la più sublime forma di felicità a cui possono ambire i mortali come me.

Categorie: Intimità, Parole |

7
Dic

Home sweet home

Pubblicato giovedì 7 Dicembre 2006 alle 23:06 da Francesco

Un gruppo di condomini capeggiato da una carampana è disposto a semicerchio di fronte alla porta dell’unica abitazione del pianterreno. La vecchia che sta alla testa del gruppo incoraggia le altre persone: “Forza, adesso o mai più!”. Un omuncolo, basso, emaciato e con gli occhiali spessi, tenta di forzare la serratura della porta mentre gli altri lo guardano in silenzio e sperano che faccia velocemente. I respiri dei condomini, principalmente anime decrepite, riempiono d’attesa tutti i pianerottoli. D’un tratto l’omuncolo si ritrae dalla porta e lascia intendere alla vecchia capintesta che adesso è possibile entrare nella casa. L’anziana apre la porta e incita il resto dei condomini a seguirla. All’interno dell’appartamento si notano i segni di una profonda indigenza: ci sono macchie sulle pareti, panni puzzolenti sparsi disordinatamente sul pavimento e posate sporche sopra un tavolo di plastica. Ogni angolo della casa è avvolto da un fetore nauseabondo. La banda condominiale raggiunge una piccola camera arredata con drammi e farmaci scaduti. Nella stanza si trova un ragazzo con un aspetto terrificante: tutti i suoi arti sono stati amputati e coperti da fasciature sporche di sangue. All’improvviso un grido disperato irrompe nello squallore altrettanto disperato dell’abitazione. I condomini si voltano verso l’entrata e squadrano minacciosamente la padrona di casa. La donna, appena capisce ciò che successo, inizia a gridare e ad agitarsi mentre il giovane mutilato inizia a battere la fronte contro il pavimento. Fine.

Categorie: Parole |

6
Dic

Bozzetto naif

Pubblicato mercoledì 6 Dicembre 2006 alle 22:48 da Francesco

Un deltaplano lentissimo sorvola una città velocissima, la sua sagoma triangolare attrae gli sguardi annoiati di alcuni pedoni e lascia granelli di sale sulle ferite liberticide di un uomo affacciato alla finestra del suo ufficio. Un grande serpente si snoda lungo la tangenziale per divorare il tempo degli automobilisti. I treni sembrano i giocattoli fallici di una donna in menopausa che non riesce a sillabare “orgasmo”. Qualche sogno pende dalle foglie di un salice piangente e qualche bisogno si nasconde dentro gli abiti succinti di una passeggiatrice nordafricana. Un uomo incazzato stappa energicamente un pennarello rosso e si prepara a scrivere velocemente il numero della sua ex fidanzata sopra i cessi della stazione. Due giostrai sfaticati leggono vecchie riviste e di tanto in tanto danno occhiate repentine ai propri clienti. Un uomo cammina lungo le irregolarità di un frangiflutti alla ricerca di un pertugio riparato per tentare di imitare Hemingway. Due amiche di vecchia data prendono il thè insieme in una casa del centro e tra un sorso e un sorriso osannano le incredibili doti dei figli. Da qualche parte si celebra il giorno del patrono di ‘sto cazzo e in tanti accorrono ai festeggiamenti. Nell’androne di un palazzo elegante transitano farisei e filistei in giacca e cravatta. Durante la notte le catene di montaggio piangono all’unisono e aspettano con trepidazione la mattina per asciugare le lacrime con i cartellini dei lavoratori. I morti vorrebbero un po’ di privacy per ballare in tanga e sniffare coca, ma i cimiteri sono sempre frequentati da gente viva che pensa di essere già deceduta.

Categorie: Parole |

5
Dic

Sinergia simbiotica

Pubblicato martedì 5 Dicembre 2006 alle 17:26 da Francesco

Credo che per interpretare correttamente la realtà occorra andare al di là delle proprie percezioni. Il mondo non ha una morale, nonostante ogni individuo gliene affibbi una in base al proprio stato d’animo. Dal mio punto di vista il mondo è un ente amorale che offre ai suoi ospiti più fortunati la possibilità di assecondare serenamente i propri bisogni. Sembra che le mie parole provengano da visioni individualistiche, ma in realtà derivano da convinzioni al cui centro si trovano sinergie simbiotiche. Il mio pensiero soffre inevitabilmente dei condizionamenti dell’epoca in cui vivo e credo che questa sia una debolezza ineluttabile. Poiché l’individuo, come segnala l’etimologia, non può essere scisso, credo che sia destinato a unirsi ad altri individui e penso che la sua unione, che io ho sempre tinto di romanticismo umano con uno stile eterosessuale, trascenda qualsiasi dogma. Due esseri viventi che congiungono le loro vite costituiscono l’espressione più potente della libertà. L’unione a cui mi riferisco non è un coito di fortuna, ma ha della caratteristiche più complesse tra le quali ovviamente si trova anche una sessualità profonda ed esplorativa. Le mie parole sono deboli perché, come ho già precisato, sono il frutto di pensieri scialbi che soffrono dei condizionamenti della mia epoca. Mi chiedo quale forma e quale sostanza avrebbero avuto queste parole se fossi nato cento anni prima o cento anni dopo a un’altra latitudine. Mi piace l’estetica dei miei pensieri, ma sono consapevole di come il contenuto delle mie elucubrazioni potrebbe risultare obsoleto a me stesso se lo consultassi dal futuro.

Categorie: Intimità, Parole |