20
Mag

Prima di mezzanotte

Pubblicato domenica 20 Maggio 2007 alle 22:55 da Francesco

I silenzi si sovrappongono e ovattano le notti insonni. L’alba non coincide sempre con un nuovo inizio e talvolta si limita a illuminare involontariamente la continuazione di abitudini meccaniche. Le folle sono impazienti e usano metodi nocivi per intensificare il significato del presente e scansare l’idea della morte dai loro pensieri. L’istinto ordina e la serenità individuale paga il conto. I sentimenti vengono provati a misura d’uomo perché è scomodo e difficile abbracciare la loro grandezza in scala uno a uno. La ricerca del piacere è perseguita da pochi e l’edonismo spesso viene confuso con l’autolesionismo. Credo che il benessere non abbia a che fare con le parole né con l’istintualità. Eccessi di adipe impigriscono il corpo, introiezioni sbagliate corrompono la mente e la vacuità delle religioni ipnotizza le parti migliori delle persone più suscettibili al carisma imbonitorio dei loro simili più astuti. Giovani conservatori si ribellano contro qualcosa con la provvisorietà rivoluzionaria ereditata dai loro genitori. I piani alti della società non sono altro che il riflesso delle caste più inabissate. Una confusione incessante disorienta le ambizioni e talvolta le annienta. Chi ha contatto il numero di talenti gambizzati da tendenze cancerogene? Ogni generazione è flagellata da proposte di morte che promettono di uccidere la noia. Il tempo ondula e molti corpi si limitano a seguire i suoi movimenti aleatori.

Categorie: Parole |

19
Mag

Mal comune mezzo gaudio

Pubblicato sabato 19 Maggio 2007 alle 19:50 da Francesco

Un carattere irrequieto spalanca le porte della vita con la ragione alla mano e crivella di colpi gli antagonisti della realtà. La frangia più estrema dell’esercito dei sofferenti lancia quotidianamente opinioni ingannevoli per plagiare le menti più deboli: “Mal comune mezzo gaudio”. Il vittimismo e il cinismo reclutano anime perse agli angoli delle strade, sui banchi di scuola, sopra i letti sfatti e sotto i cieli plumbei. Un profeta di mezza età vuole impartire lezioni di vita, ma si limita a leggere i cartelli dei gobbi che sono stati assunti per lui dalla corporazione del risentimento. Certi individui tentano di inglobare la serenità altrui per sentirsi meno soli di fronte alle irregolarità morfologiche del tempo. Balordi e invasati cercano di estrarre infusi di felicità dalla filigrana, ma la pietra filosofale cade su di loro come un masso che viene gettato da un cavalcavia. Visioni in bianco e nero proiettate da corpi coperti da vestiti troppo sgargianti. Non credo a nulla di ciò che suggerisce la comodità e preferisco le bacchettate severe di una oggettività embrionale alla convenienza di parole erette per stipare un numero eccessivo di contraddizioni. Voglio che tutte le mie paure colpiscano il mio viso come se fossero detriti trasportati da folate continue durante un’apocalisse ventosa.

Categorie: Parole |

18
Mag

Vladimir Kush

Pubblicato venerdì 18 Maggio 2007 alle 14:16 da Francesco

Ho scoperto per caso le opere surreali di Vladimir Kush, un pittore moscovita nato quarantadue anni fa. Anche un occhio inesperto come il mio riesce a notare il richiamo alla produzione artistica di Salvador Dalì. Tra le sue opere ho scelto di appuntare su queste pagine “Sunrise By The Ocean”. Il sole come un tuorlo si erge al centro di un uovo in costruzione. È un’immagine fantastica, in tutti i sensi, e suscita in me una profonda ammirazione per l’immaginario di Kush e per la sua capacità di riportarlo su tela. Non sono mai stato un appassionato di pittura, ma talvolta rimango vivamente colpito da certe espressioni di questa forma d’arte. Sul sito ufficiale di Vladimir Kush è possibile osservare altre opere.

Vladimir Kush - Sunrise By The Ocean

Categorie: Immagini, Parole |

17
Mag

Provenienze senzienti

Pubblicato giovedì 17 Maggio 2007 alle 15:13 da Francesco

La mia indole appoggia le falangi su un vecchio cannocchiale e osserva un orizzonte crepuscolare sul quale tuonano amori intemperanti. Gli sconfitti intonano cori di disincanto, ma chi è arguto riesce a udire più dello scoramento collettivo. Dietro alcune finestre socchiuse si scatena la gestualità erotica di arti ricoperti da quantità differenti di melanina. Uno scrittore anziano e libertino incolla le sue poesie sulle curve sudate di una puttana e ne contempla le forme senza abbandonarsi all’istintualità dell’amplesso. Sulle colonne dei giornali appaiono le rovine omertose di violenze consumate alla luce del sole. Altrove una ragazza pensa al suo vestito da sposa mentre la sua gemella è disposta a camminare nuda pur di essere amata. Nell’etere si propagano i suoni di una propaganda subliminale e gli stimoli dell’obbedienza si adagiano sulle sagome raminghe. Dalle insegne luminose gocciolano lezioni di commercio. Certi sentimenti rinunciano alla loro immortalità per traslocare in nuovi sodalizi. Quando due sguardi illusori si intrecciano l’incoerenza inizia il suo moto vorticoso e di conseguenza si alzano polveri sottili che obnubilano gli sventurati di passaggio. Le volgarità della natura talvolta si riflettono nei tratti somatici di uomini e donne che vivono sotto la tirannia dell’egoismo. La ragione si ubriaca con la convenienza e la liturgia. Ci sono vette più alte da raggiungere nella vita di ogni giorno e dalle quali è possibile vedere con chiarezza la vacuità dei propri paesaggi: senza siringhe e senza croci, senza fondotinta e senza fondamentalismi, al di là di ogni ideologia anacronistica e al di là di qualunque appello mediatico.

Categorie: Parole |

16
Mag

Cattivo gusto in sequenza

Pubblicato mercoledì 16 Maggio 2007 alle 03:30 da Francesco

Durante una notte plenilunare un corpo umano emerge dalle acque marine con la stessa rapidità dell’embolo che lo accompagna. Alcuni tutori rinchiudono dei ragazzini in un campo di concentramento per lenire i loro problemi d’attenzione. Un’infermiera usa le cartelle cliniche dei pazienti per disegnare creature mitologiche al fine di unire l’utile al dilettevole. Un ragazzo muto vomita parole sul pavimento, ma né i medici né i suoi parenti riescono a dare un senso al suo conato semantico. Un infarto al ralenti colpisce un uomo di mezza età mentre festeggia le nozze della figlia. L’incomprensione è una donna in carriera che stringe parecchie mani e influenza buona parte dell’umanità. Un tizio scrive “bianco” e un altro tizio legge “nero” o un’altra tonalità che in ogni caso, per accidentalità ineluttabili o per doveri di fraintendimento, non sfiora nemmeno una scala di grigi. Le persone ogni tanto si suicidano per moda e altre si tolgono la vita senza svelare l’origine del loro impulso fatale. Le madri comuni lavano i loro bambini nelle vasche, ma ogni tanto spunta un’attrice novella che interpreta il ruolo di Medea e introduce il suo ostacolo alla carriera nella lavatrice. Certi individui non sanno soffrire o non hanno tempo per ottenere una buona forma fisica e altri non sanno annoiarsi o non sono disposti a sprecare il loro tempo per fare soldi onestamente, perciò si anima un mercato nero che offre miracoli farmaceutici sopra banconi di narcisismo cancerogeno ed edonismo mortale. Tutti bellissimi e acchitati per le barelle dirette in terapia intensiva o per le bare delle pompe funebri.

Categorie: Parole |

15
Mag

Ralph Towner a Pisa

Pubblicato martedì 15 Maggio 2007 alle 15:27 da Francesco

Ieri sera sono andato a Pisa per vedere Ralph Towner dal vivo, nonostante lo abbia ascoltato solo superficialmente in collaborazione con John Abercrombie in un album dal titolo “Sargasso Sea”. Il concerto si è svolto in una vecchia chiesa in via Palestro e credo che siano accorse circa cento persone per vedere uno dei musicisti più rinomati delle ultime decadi. Non ho mai applaudito, ma mi sono limitato a seguire con attenzione l’esecuzione magistrale di Towner sulle sei e sulle dodici corde. Non sono un patito dei dischi acustici, ma devo ammettere che certi brani suonati dal vivo risultano più godibili per le mie orecchie. Il pubblico era composto prevalentemente da musicisti entusiasti che più di una volta si sono lanciati in gesti di idolatria nei confronti dell’ex membro degli Oregon e dei Weather Report. Il concerto è durato un’ora e un quarto ed è stato abbastanza intimo e piacevole. Una giovane orientale mi ha strappato un sorriso quando si è alzata dal suo posto per porgere un fazzoletto a Towner. Ho apprezzato molto le esecuzioni di un pezzo di Miles Davis e Bill Evans, che non sono riuscito a riconoscere, e di un pezzo di Charles Mingus. Sulla via del ritorno ho avuto modo di scorgere un po’ del folclore pisano: un tossico che sbandierava la sua ricetta per il metadone di fronte a un farmacista perplesso, l’esercito di studenti universitari schierato lungo l’Arno e un C130 dell’aeronautica militare appena decollato dall’aeroporto di Pisa-San Giusto. Sono tornato a casa verso le due di notte e mi sono addormentato qualche ora dopo con un po’ di cultura jazz in più.

Ralph Towner

Categorie: Immagini, Parole |

14
Mag

Just another goodbye

Pubblicato lunedì 14 Maggio 2007 alle 02:43 da Francesco

Qualche settimana fa Karimun (la ragazza inglese di origine bengalese che ho conosciuto durante il volo di ritorno dal Giappone) mi ha proposto di unirmi a lei per un viaggio piuttosto lungo, ma dopo l’entusiasmo iniziale ho riflettuto e ho deciso di non partire. L’incontro con Karimun è stato straordinariamente aleatorio ed è stato uno dei momenti più belli della mia esistenza, nonostante abbia scambiato con lei solo discorsi intimi e battute di dubbio gusto. Se la rivedessi mi innamorerei di lei, ma in questo caso il mio innamoramento sarebbe dettato dalla necessità di stare con qualcuno e non da un sentimento vero e profondo. Non sono disposto a mentire a lei né a me stesso solo per conquistare un po’ di felicità e per questo motivo credo che non la incontrerò mai più. Cerco di preservare i miei sentimenti e la loro purezza anche se il tempo vuole farmi credere che in futuro non avrò altre possibilità per conoscere qualcuno a cui donarli. Diffido della convenienza e dei suoi consigli. Non voglio gioie superficiali e piuttosto preferisco giacere nel nulla. Prima di amare qualcun altro devo amare me stesso e per amare me stesso devo fare sacrifici fisici e mentali senza aspettarmi necessariamente una ricompensa. La sincerità mette in mostra le proprie debolezze e attira più calci in culo che sorrisi, ma cerco sempre di praticarla perché non conosco un’altra via per giungere a una relazione umana in grado di trascendere i vincoli terreni. Cercare di essere veri non porta automaticamente risultati e non dà il diritto di sentirsi in credito con il mondo, ma la menzogna cronica elimina anche anche la più piccola possibilità di ottenere risultati aulici. A Karimun ho scritto le stesse cose, ma grazie all’inglese ho avuto modo di usare un numero minore di parole e uno stile più sgrammaticato.

Categorie: Intimità, Parole |

12
Mag

Estraneo e distante

Pubblicato sabato 12 Maggio 2007 alle 20:37 da Francesco

Evado da me stesso e dai miei limiti per cercare un’evoluzione personale che mi permetta di dare un senso alla mia respirazione. Dalle grate della mia cella emotiva vedevo solo una distesa arida senza fine, ma ho deciso ugualmente di calpestare le crepe della terra morente invece di piegarmi alle comodità della galera esistenziale. Con un passo dopo l’altro mi dirigo verso una leggendaria oasi di pace che non ha nome né descrizione. Sudo anni di riflessioni inutili e occasioni perse, ma nell’incostanza del mio cammino alienante scorgo la forza che mi sospinge senza ragioni apparenti e mi rendo conto che in questo processo prevalentemente meccanico si annida una bellezza sconfinata e ancora acerba. Sia a destra che a sinistra vedo gente che traina pesi più grandi dei miei e non riesco a provare compassione reale per le loro fatiche. Non servono le bussole, i libri mentono e in questo caso persino la stella polare risulta inutile. Non riesco sempre a fidarmi di me stesso, ma non ho altri punti di appoggio a parte il mio Ego e ogniqualvolta mi nego un po’ di fiducia cado a terra e faccio incetta di sabbia con gli occhi e con il palato. Non sono sulla via di Damasco. Ormai non mi chiedo più quando e dove arriverò, ma cerco di concentrare tutte le mie forze sul ritmo della mia marcia solitaria e appendo tra cielo e terra tutte le mie domande senza risposta. Sono così vago in questo scritto vacuo. La mia voce pronuncia frasi di incoraggiamento abbastanza convincenti e voglio ascoltarla per un po’ prima di mettere il prossimo segno di interpunzione.

Categorie: Intimità, Parole |

11
Mag

Il suicidio di massa degli errori

Pubblicato venerdì 11 Maggio 2007 alle 15:44 da Francesco

Una mano esile ed esangue desta gli errori dalle culle che si trovano sulla dorsale del tempo e prima di liquefarsi in alto mare lascia ai loro piedi una pistola per correggersi. Un paio di allucinazioni attraversano l’atmosfera sinistra di un parco carico di violette e di mine antiuomo. Ogni errore raccoglie la pistola che è stata lasciata ai suoi piedi e si prepara con calma a spararsi in bocca per procedere alla propria correzione. Una bambina stufa dei rimproveri prende la gomma dal suo astuccio, si fa strada fino alla camera dei genitori e cancella lentamente le loro bocche per evitare che in futuro possano sgridarla di nuovo. Una pittrice nel fiore degli anni immagina su tela come sarebbe stata la sua vita se avesse perso le mani in un incidente stradale. Gli errori danno inizio al loro suicidio di massa e generano onde anomale di costernazione che si infrangono sulla coscienza del mondo. La correzione globale si espande a macchia d’olio sulla Terra e ne modifica irrimediabilmente l’equilibrio morale. Alcuni errori non sono disposti a correggersi e lasciano le pagine dei quaderni e le frasi degli uomini per rifugiarsi nelle riserve popolate dai loro sinonimi: sbagli e colpe. Lo stato maggiore del popolo erroneo non può fare altro che accettare la propria estinzione. Il pianeta perde la sua capacità di sbagliare.

Categorie: Immagini, Parole |

10
Mag

Un embolo nella penna

Pubblicato giovedì 10 Maggio 2007 alle 14:30 da Francesco

Seguiamo coordinate diverse su mondi paralleli e spesso planiamo in atmosfere sconosciute che affaticano il nostro sistema respiratorio. I miracoli dell’illusione si dissolvono sotto lo sguardo della quarta dimensione. I corpi fluttuano in una confusione inerte, ma alcuni di essi riescono a ribellarsi alle proprie debolezze e intraprendono la grande corsa per ricongiungersi con l’autenticità dell’esistenza che il tempo traghetta lontano dalle cose di ogni giorno. Al di fuori di ogni dottrina, di ogni credo e di ogni dogma un uomo può divenire carnefice, vittima, giudice e demiurgo del suo microcosmo perché egli è la sintesi dell’immensità che lo circonda. Le parole rubano buona parte del significato degli eventi che gocciolano sulle teste e la ricerca di spiegazioni ancora introvabili non è sempre una buona iniziativa. La logica è un’anziana storpia malata di Alzheimer ed è quantomeno grottesco affidarsi esclusivamente alle sue facoltà, ma è ancor peggio lasciarsi sedurre dalle invenzioni metafisiche dei propri antenati. L’ignoto spaventa perché getta luce sulla propria ignoranza e sui timori che essa porta sempre con sé. Non è facile ridimensionare le proprie certezze e metterle in tasca invece di illudersi che esse formino il proprio apparato scheletrico. Talvolta le voci intonano frasi decontestualizzate e in questi casi l’incomprensione linguistica funge da cassa di risonanza per contrasti sterili e fuorvianti. Nell’onestà verso se stessi e nella ricerca snervante di rari frammenti di oggettività si trovano le strade emotive più pericolose che forse portano a una chiave di lettura difficile da accettare. Ho intorbidito un po’ questo breve scritto, ma il suo significato è molto più aureo di quanto sembri.

Categorie: Immagini, Parole |