16
Lug

Le sommità delle frane

Pubblicato lunedì 16 Luglio 2007 alle 00:24 da Francesco

Le ore sottopagate partono con le loro carriole rumorose dalle pianure della quotidianità per trasportare quintali di punti interrogativi fino alle vette del parossismo. Le montagne di domande nocive devono sparire dalle carte morfologiche prima che costituiscano una catena montuosa invalicabile. Sono i detriti del passato che formano i rilievi descritti poc’anzi e per arrestare il loro afflusso occorre erigere muri di indifferenza tra il presente e ciò che lo insidia. È facile scottarsi con le eruzioni dell’istinto e con le pulsioni magmatiche. Un giorno lo sguardo si rivolge a nord e vede un paesaggio stupendo, il giorno seguente fa altrettanto e questa volta scorge solo rovine, ma raramente una metamorfosi così veloce trova posto nella realtà e spesso si tratta solo di un’apparenza dualistica che è imputabile a un difetto di rifrazione dell’interiorità. L’apprensione assidua e l’allegria forzata sono le due facce della stessa medaglia il cui valore è molto inferiore rispetto a quello che le è attribuito dall’ingenuità. Il tempo detta un ritmo perfetto che non cambia mai, ma è difficile accettare che la linearità e lo splendore ne siano le caratteristiche principali e perciò il passo della vita talvolta viene accelerato e altre volte subisce un arresto improvviso. L’accesso alla propria cronologia deve essere regolato dal buon senso: un centro storico in cui vige la zona a traffico limitato.

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15
Lug

Un’operazione a cuore aperto

Pubblicato domenica 15 Luglio 2007 alle 00:27 da Francesco

La sedentarietà non è salutare, infatti un pensiero che resta immobile sul trono dell’angoscia affatica i movimenti del corpo e ne compromette l’efficienza. Le fissazioni hanno un aspetto docile, ma sembrano le lunghe braccia di un male endogeno che sottrae grandi porzioni di tempo alla vittima di turno. Penso che la superficialità non sia sempre nociva, ma quando sfugge al controllo della personalità rischia di assumere dimensioni mastodontiche che portano in grembo significati tetri. Certi sorrisi deformano i volti di coloro che sono condannati a ostentare felicità sopra le nubi oscure dell’inquietudine. Credo che la convivialità sia un palliativo per una neoplasia emotiva che può essere asportata solo dalle mani di chi ne è affetto. Non è semplice operare se stessi senza anestesia e ognuno di questi tentativi di chirurgia introspettiva spesso porta con sé complicazioni inaspettate, ma credo che valga la pena rischiare l’incolumità emotiva per evitare conseguenze peggiori; penso che un’operazione di questo tipo richieda mesi e grandi sacche di sudore. La degenza nel nulla non è piacevole, ma è necessaria per impiantare una nuova origine nella propria vita e svilupparne nuovamente le potenzialità. Le illusioni provocano infezioni pericolose e annebbiano i sensi in modo che non rispondano alle potenti sollecitazioni della realtà, ma quest’ultima supera immensamente la pochezza degli inganni allettanti e contiene cause ed effetti che sono inaccessibili alla fantasia.

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14
Lug

Pane e puttanate

Pubblicato sabato 14 Luglio 2007 alle 00:11 da Francesco

Ogni tanto l’ironia della sorte lascia un sorriso sul volto di un uomo decapitato. La vita invita maliziosamente i suoi padroni a cercare un senso da incollare sopra ogni evento che è prodotto elettricamente dalle pulsioni umane e chi non riesce ad adempiere a questo incarico viene spedito in un campo di concentramento che ha una facciata edonistica dietro la quale si trova un ambiente opprimente e disfattista. Credo che la velocità del proprio declino sia proporzionale al diametro della propria stupidità e quando mi sembra di essere in picchiata, mentre sono disteso sotto un tetto che mi separa da quella troia satellitare della Luna, ho la sensazione che sulle mie mani compaiano delle stigmate a forma di pi greco. Non sono un fatalista e il finalismo mi sembra una conclusione forzata per una soap che dopo un paio di millenni ha perso il fascino che l’ha resa celebre nel palinsesto della superstizione. Se errare è umano, ma perseverare è diabolico, allora sovente non resta che andare a fare in culo con la raccomandazione di non portarsi troppa roba dietro. Ho la sensazione che ogni monumento contemporaneo per acquisire notorietà abbia bisogno di qualcuno che lo imbratti, ma non sono un conoscitore d’arte e preferisco dedicarmi all’audizione dei bestemmiatori che ogni tanto transitano sotto la mia finestra. Sento troppe opinioni diverse e mi rendo conto che le mie non fanno altro che aumentare le vittime della spocchia. Le opinioni valgano poco e questa affermazione ne è una prova. Quando i pareri si accavallano intonano lo stesso casino che si può trovare in una classe delle scuole medie e non riesco a condividere l’importanza che viene data a questi moti del pensiero, tuttavia talvolta apprezzo la forma con cui sono esposti e lascio perdere il loro contenuto come facevo da piccolo con il pane: tiravo le molliche addosso a mia nonna e mangiavo la crosta.

Fotografia di roboppy

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13
Lug

Lo sbarco nel mondo del lavoro

Pubblicato venerdì 13 Luglio 2007 alle 10:00 da Francesco

Un po’ di noia insidia il mio benessere. Ho deciso di ridurre notevolmente i miei giri in bicicletta fino a settembre a causa del traffico e del caldo che puntualmente si acuiscono in questo periodo dell’anno, perciò mi sono messo alla ricerca di un altro passatempo. Ho vagliato molte possibilità per trascorrere le mie giornate estive, ma le ho scartate quasi tutte. Mi piacerebbe trovarmi un lavoro per passare qualche mese, ma finora non sono riuscito a trovare un’occupazione. Voglio un lavoro che mi affatichi: mi piacerebbe scaricare la merce da qualche camion o lavorare in una ditta di traslochi. Sono disposto a svolgere qualsiasi mansione. Non ho le referenze né le capacità per ambire a dei lavori migliori e anche se le avessi cercherei ugualmente un impiego umile dato che non ho bisogno di denaro. La noia è una bestia feroce e voglio continuare a tenerla a debita distanza da me, ma i miei interessi sono pochi e per questo motivo devo darmi da fare se non voglio cadere nella morsa dell’apatia. In questi momenti mi rendo conto di quanto possa essere deleterio non avere una passione né un talento particolare, ma almeno ho la fortuna di non provare il gusto amaro dell’insoddisfazione e credo che non sia un dettaglio di poco conto. Non sono disposto a lavorare gratuitamente, ma non pretendo nemmeno un salario a quattro cifre. Non sono completamente estraneo al mondo del lavoro, ma alle spalle ho solo qualche esperienza saltuaria.

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12
Lug

Qualche lampo efferato

Pubblicato giovedì 12 Luglio 2007 alle 09:03 da Francesco

Un uomo scorge qualcosa alla fine di una strada molto trafficata e decide di cavarsi gli occhi per lanciarli verso quell’oggetto non identificato in modo da osservarlo più chiaramente. Un giovinetto chiede alla madre se può giocare agli indiani e quest’ultima senza guardarlo fa un cenno di assenso con il capo mentre il figlio le prende lo scalpo. Due fidanzatini sigillano una promessa d’amore mentre sistemano vicendevolmente i cappi che adornano i loro colli. Un artista malato e poco quotato decide di non curare il suo melanoma per esporlo come un’opera patologica nel corso della sua ultima mostra da uomo vivo. Un bambino spende i pomeriggi leggendo romanzi di fantascienza e altri testi di Isaac Asimov, ma gli unici dischi volanti che capta sono i piatti che sua madre gli tira insieme alle ingiurie che maledicono la sua nascita. Un padre degno di questo nome dà l’ultima lezione di vita alla figlia tossicodipendente: la lega a una sedia e inizia a iniettarsi un’overdose di eroina davanti ai suoi occhi per farle capire quale morte l’attende. Due colleghi scrivono le rispettive lettere di dimissioni e le usano per incendiare gli uffici nei quali si trovano: ambedue hanno deciso di licenziarsi dal loro lavoro ed entrambi hanno scelto di liberarsi della loro libertà. Una creatura infelice stermina i suoi coinquilini e crea un tappeto di sangue all’ingresso dell’abitazione per dare un’accoglienza regale alle forze dell’ordine.

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11
Lug

Ed è subito sera

Pubblicato mercoledì 11 Luglio 2007 alle 11:14 da Francesco

Le dighe cedono, i fiumi straripano come gli occhi di una vedova minorenne e alcune esplosioni a catena mettono al mondo colonne di fumo che lasciano presto il loro nido igneo per levarsi verso il candore impalpabile delle nubi. Gli allarmi acustici suonano all’unisono e l’impeto degli elementi orchestra il terrore che domina le alture dei muscoli facciali. Ogni metro quadrato viene sottomesso da orde violente di centimetri cubi. La forza del flusso d’acqua sposta ogni cosa e scombina il disordine quotidiano. Nelle fogne i topi impregnano i loro escrementi con le lacrime mentre alla luce del sole si muove l’ombra di un’ecatombe planetaria. L’interesse generale sposta il suo baricentro. La passione per gli eroi morti in vano scompare lentamente dai divani divelti e non c’è un ideale giocoso che possa sedare lo spavento per l’apocalisse incipiente. In tali condizioni ogni legge che discende da Hammurabi diviene inapplicabile e ogni diritto appartiene solamente ai più forti. Il denaro perde il suo prestigio secolare e le banconote vengono estratte dalle tasche esclusivamente per appuntare sulla filigrana le memorie dei più deboli. In alcune zone i vortici ingoiano i corpi e le carcasse degli animali mentre in altri luoghi completamente allagati emergono poco alla volta i resti degli inondati. Gli uccelli planano vicino al pelo dell’acqua per cercare del cibo, ma talvolta anche loro trovano la morte a causa dei rifiuti industriali che galleggiano ovunque. Anche le esalazioni tossiche riescono ancora a contribuire alla resa della vita; ed è subito sera.

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10
Lug

Un cancello sempre aperto

Pubblicato martedì 10 Luglio 2007 alle 15:12 da Francesco

I corpi nudi dei sognatori si appoggiano alle pareti di marmo di un luogo indescrivibile mentre mani di alabastro toccano delicatamente le loro fronti. Nessuno dei presenti è in grado di scorgere i lineamenti degli altri. In questo posto gli esseri umani assumono sembianze diafane e passeggiano in cerca di una nuova indole da indossare al momento del risveglio. La ragione tace con dignità e la sua antagonista tributa elogi alla realtà inconsueta nella quale si trova. Chiunque entri in questa dimensione non può uscirne con dei ricordi ed è per questo motivo che neanche chi l’ha attraversata in lungo e in largo può rammentarne le fattezze. La ricerca di una nuova indole avviene inconsapevolmente e senza discriminazioni. Il figlio di una ricca possidente di cataratte e il figlio della più grande troia composta da carne e ossa hanno le stesse possibilità di incorrere in un’indole che dirotti le loro vite verso mete inaspettate. Lo stupore si candida fieramente per descrivere le possibilità che si stagliano di fronte all’ingresso e all’uscita di questa dimensione trascendentale. Questo luogo anonimo si trova a metà strada tra la materia che viene percepita dall’occhio e l’immaginazione che viene proiettata dalla mente, laddove la memoria si snoda lungo le pavimentazioni metafisiche fino a quando non incontra una nuova prospettiva che le faccia tornare la voglia di osservarsi in silenzio.

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9
Lug

Funzioni emotive a pieno regime

Pubblicato lunedì 9 Luglio 2007 alle 09:32 da Francesco

Ho eliminato le macchie di mestizia che nei giorni scorsi hanno imbrattato la mia esistenza. Dopo un breve stallo il mio stato d’animo ha ripreso il suo assetto consueto. Non ho impiegato molto tempo per superare l’ennesima delusione che mi ha sfidato in una gara clandestina lungo il solito tracciato di amarezze. Ormai sono un veterano delle corse nelle quali il vincitore ottiene solo la sopravvivenza del proprio equilibrio e sono lieto di salire per l’ennesima volta sopra una cassetta di verdura che funge da gradino più alto del podio. Ho imparato a non temere gli eventi destabilizzanti perché anche loro sono vittime del tempo e mi sono reso conto che le dimensioni del loro potere distruttivo spesso vengono ipertrofizzate dalla fantasia umana. Nella prima parte della mia giovane esistenza ho trascorso intere notti a contemplare le evenienze più tragiche della vita e grazie a questo lavoro introspettivo sono riuscito a rafforzare il mio carattere senza indurirlo. La mia esperienza, a dispetto della sua età, riesce a proteggermi da una vasta gamma di turbamenti e mi aiuta a salvaguardare le tonalità chiare del mio stato emotivo. Non sono un pischello virile e la mia verginità lo attesta inconfutabilmente, ma godo immensamente della fortuna che mi accompagna dal giorno in cui sono nato e non bado a chi la considera poco appariscente. Non ho una tabella di marcia da rispettare, non sono un camionista che trasporta ambizioni e non lascio che la parvenza della felicità saboti il mio sistema nervoso. Mi piace stare accanto alla realtà, amo ogni suo aspetto, e quando qualche convinzione fallace si acchita e la imita allora cerco di ricordare che lei non si trucca mai. Vivo tranquillamente mentre l’autunno è in vacanza e qualcuno si augura che egli muoia in un attentato di matrice islamica. Non ho un sogno di una notte di mezza estate, ma ho una collezione di giorni sereni che è in continua espansione. Credo che le chimere e le escursioni oniriche siano dei giochi stimolanti per la mente, ma penso che la prova empirica del mio stato di grazia sia impagabile.

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7
Lug

L’analisi delle mie relazioni platoniche

Pubblicato sabato 7 Luglio 2007 alle 11:19 da Francesco

Ogni tanto conosco una ragazza per caso e puntualmente incomincio a dialogare intensamente con lei. Per me l’aspetto fisico è fondamentale, ma prima di valutarlo con attenzione mi interesso precipuamente al carattere della persona con cui mi relaziono. Amo parlare e conoscere ogni cosa della mia interlocutrice. Per me il dialogo è fondamentale e ritengo che sia l’unico strumento di precisione che possa aiutarmi a capire cosa provo per l’altra persona. Mi piacciono le chiacchierate senza inibizioni, le passeggiate interminabili e le telefonate notturne. Finora ogni mia relazione platonica ha seguito lo stesso iter e ho deciso di illustrarlo con l’aiuto di qualche immagine didattica per guadagnarmi con centodieci e lode il titolo di sfigato.

Conosco una ragazza casualmente e lei prende l’iniziativa dato che io sono il figlio di due lesbiche che si chiamano “diffidenza” e “timidezza”. Dopo una presentazione disinibita ci scambiamo i numeri di telefono e qualche giorno dopo ci sentiamo sotto l’egida di Telecom Italia (o di chi per lei).

Nelle settimane seguenti lei mi osanna e io faccio altrettanto, ma il suo entusiasmo mi incute un po’ di timore e forse questo è il presagio funesto che ricorre più spesso nelle mie relazioni platoniche. In questo arco di tempo in cui ci lodiamo a vicenda sembra che lei abbia trovato in me l’uomo della sua vita, ma la nostra relazione embrionale è destinata a scadere entro trenta giorni come la più economica busta di latte a lunga conservazione.

Lei continua a dirmi che mi desidera e tra battute, confessioni, ricordi e splendide discussioni senza inibizioni d’un tratto mi dice che recentemente ha incontrato altri ragazzi, ha limonato con loro e si è fatta persino scopare da certi uomini senza nome, però mi assicura che in nessuna gang bang a cui ha partecipato ha messo i suoi sentimenti. Lei ama me, ma si fa fottere dagli altri: sembra una legge della fisica. Insomma, è chiaro che dopo un po’ annoio colei che si rapporta a me ed è inevitabile che costei cerchi un po’ di sesso mercenario. D’altronde non posso chiedere a una ragazza di rinunciare ai piaceri della carne per un mese per conoscerla meglio: non sia mai! Comunque dato che non è la mia fidanzata non posso fare altro che prendere atto della situazione e allontanarmi dalle sue grazie.

Così si è svolta ogni mia relazione platonica. Le ragazze si stufano presto di me, ma pare che io riesca ugualmente ad avere un certo ascendente su di loro, infatti vogliono parlarmi e desiderarmi quando non sono occupate a svuotare le palle dei maschi maggiorenni della loro provincia. Forse dovrei aprire una linea telefonica per supportare psicologicamente le ninfomani e in questo modo avrei un lavoro e almeno riuscirei a fare contenta una donna: mia madre. Non ho mai dato un bacio, non ho mai dato un abbraccio, ma ho rimediato alle mancanze comunicative di certe ragazze espansive e non ho chiesto nulla in cambio. Cazzo, vado a vedere se qualche emittente trasmette ancora le puntate di “Happy Days”.

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6
Lug

Un addio che pesa un grammo

Pubblicato venerdì 6 Luglio 2007 alle 14:38 da Francesco

È successo di nuovo. Ho appoggiato alcune speranze sopra il diadema con cui ho incoronato per un mese esatto la personalità di una fanciulla promettente, ma quando mi sono girato per ammirarle non le ho più trovate. La storia è sempre la stessa. Una povera infelice mi conosce per caso e pensa che io sia la panacea per tutti i suoi mali, ma non sono un supereroe e non posso salvare nessuno da se stesso. Non l’ho mai toccata, non l’ho mai baciata, ma ho parlato e ho passeggiato a lungo con lei. La nostra separazione pesa un grammo di cocaina. Lei ha barattato il mio cuore per una sniffata e per una scopata occasionale con un cocainomane, ma devo riconoscerle il merito di non avermi mentito e per questo motivo la stimo. Non sono incazzato con lei e rispetto le sue scelte anche se non le condivido, ma mi costa parecchio cancellarla dalla mia vita. Non sono il tipo di persona che costruisce amicizie colme di ipocrisia sulle ceneri di passioni che non hanno mai avuto un inizio. In questi anni mi sono lasciato alle spalle molte persone e ogni addio ha contribuito alla mia crescita interiore. Il mondo è stupendo perché offre sempre una possibilità e non sarà certo un altro fallimento a mutare faziosamente la mia visione delle cose. L’amore esiste, non è solo un’idea romantica perché è tangibile come la porta che ho preso a pugni prima di iniziare a scrivere, ma non è detto che tutti riescano a toccarlo con mano e io sono tra coloro che ancora non ci sono riusciti. Sono giovane e forte, ho ancora molto tempo a mia disposizione e non mi spaventa l’idea di restare solo perché è la mia capacità di abbracciare la solitudine che mi conferisce la forza di non scendere a compromessi con i sentimenti. Tutte le delusioni che ho collezionato non sono semplici attimi di sconforto, ma sono attestati indelebili che confermano la mia devozione alla realtà anche quando è scomoda e provoca dolore. Il tempo che passa non riesce a scoraggiarmi perché ho me stesso dalla mia parte, ma nel contempo sono pronto a esplodere in frammenti d’amore senza la paura di non ricompormi. Sono lontano dai vizi capitali, sono lontano da ogni tipo di fede e stringo a me solo quello che è reale. Fuori c’è il sole, il cielo è limpido e questi dettagli banali dimostrano che la giornata di oggi è stupenda. Forse non scriverò per qualche giorno per sgomberare la mente.

Fotografia di Shrikrishna Pundoor

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