18
Apr

La pochezza e l’inganno

Pubblicato venerdì 18 Aprile 2008 alle 12:29 da Francesco

Secondo l’opinione illuminata di qualcuno io spreco la mia vita: ritengo che questa valutazione dozzinale possa essere uno spunto di riflessione. Le parole non riescono a intaccare la mia indole resiliente, ma talvolta la loro dissonanza con la realtà riesce a strapparmi un sorriso. Nel bene e nel male la mia esistenza è un po’ sui generis, perciò si presta piuttosto facilmente alle analisi improbabili di qualche pensatore annoiato. Ogni tanto provo a guardare la mia vita con distacco e mi rendo conto che possa apparire grigia benché non lo sia, perciò comprendo parzialmente chiunque la consideri in modo negativo. Suppongo che la serenità non sia opinabile e ritengo che solo il diretto interessato possa sapere se faccia parte della sua vita. Credo che alcune persone mi ritengano un disadattato a causa della mia assenza dalla vita sociale e concorderei con loro se quest’ultima fosse dettata da una patologia psichiatrica, ma nel mio caso si tratta di una scelta consapevole e reversibile. I miei bisogni non combaciano con il cliché giovanile e non sottolineo questa particolarità per darmi un tono, ma penso che si tratti di un punto fondamentale per capire la genesi di certe incomprensioni. Le valutazioni avventate non hanno un contenuto utile, ma stimolano ugualmente l’introspezione. Oggigiorno mi sforzo di reprimere qualsiasi giudizio sommario per conservare la parte migliore di me e il silenzio mi aiuta molto in questo compito, ma non svaluto le prime impressioni e le reputo importanti. Non voglio diventare un habitué della superficialità e penso che due pesi e due misure siano ingombranti. Le critiche pressappochistiche servono soltanto a placare le insicurezze di chi le esterna e credo che ogni individuo equilibrato palesi la sua condizione senza proferire parola.

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15
Apr

Danni contenuti

Pubblicato martedì 15 Aprile 2008 alle 14:22 da Francesco

Sono felice che le urne abbiano decretato la morte elettorale di alcuni uomini. Credo che sia appena iniziato un processo di epurazione nel mondo della politica, ma suppongo che servano ancora molti anni per un ricambio generazionale. L’astensionismo ha fallito e alla la luce di quanto è successo credo che l’affluenza alle urne sia stata utile per dare un colpo di spugna alla frammentazione politica, tuttavia se domani si votasse di nuovo con gli stessi candidati io non eserciterei ugualmente il mio diritto al voto. Devo spezzare una lancia a favore della Lega Nord e penso che chiunque ami l’imparzialità debba riconoscere il successo del Carroccio. I leghisti hanno una nomea poco lusinghiera, ma i loro rappresentanti sono molto schietti e, per quanto possano essere discutibili, le loro dichiarazioni non si prestano alle ambiguità che caratterizzano la facondia di altri esponenti politici, inoltre ritengo che il partito di Umberto Bossi sia fortemente pragmatico e questa particolarità lo rende appetibile in un declino ideologico che finalmente si è affacciato anche in Italia. Ho sempre provato una simpatia umana per Silvio Berlusconi e per le sue doti comunicative, perciò mi auguro che il suo governo duri un quinquennio e spero che mi dia qualche motivo positivo per rieleggerlo. Sebbene al peggio non c’è mai fine dubito che l’Italia possa toccare ulteriormente il fondo e mi auguro che il nuovo esecutivo non raccolga questa sfida. Probabilmente l’eskimo di qualcuno è sbiancato a seguito della scomparsa di buona parte della sinistra, ma trovo che nel ventunesimo secolo non ci sia più spazio per le utopie fallimentari e ritengo che al tramonto delle ideologie debba seguire un’alba utilitaristica.

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12
Apr

File sharing

Pubblicato sabato 12 Aprile 2008 alle 17:25 da Francesco

Nove anni fa osservavo con stupore l’interfaccia di Napster e già allora ritenevo che il CD fosse destinato a creare un mercato di collezionisti sulla falsariga di quanto era già successo per il vinile. Ormai credo che il CD sia obsoleto, tuttavia cerco di acquistare i dischi che apprezzo maggiormente ogniqualvolta le mie finanze me lo consentano. Senza l’ausilio di Internet la mia cultura musicale avrebbe avuto un volume minore e di conseguenza avrei investito quote inferiori di soldi e di tempo per apprezzare questa forma d’arte. Non sono un fautore del download selvaggio e anche nel peer-to-peer le mie scelte sono oculate. La grande mole di materiale che è a disposizione degli internauti può essere dispersiva per taluni, infatti mi chiedo che senso abbia oberare un disco fisso con un terabyte di dati che difficilmente potranno essere consultati. Mi sembra che il download talvolta perda la sua utilità materiale e diventi un aiuto psicologico con il quale certi utenti raggiungono il piacere del possesso, tuttavia sono felice che la pirateria aiuti a divulgare la cultura e non riesco a considerarla un reato mentre credo che vada stigmatizzato fortemente il dispotismo dell’industria dell’intrattenimento. Nell’ultimo album dei Prophilax, “Coito Ergo Sum”, è presente una traccia che s’intitola “Me Scarico Tutto” nella quale il gruppo capitolino affronta con la sua impronta inconfondibile il tema che ho preso in esame quest’oggi e data l’imminenza delle elezioni non posso fare a meno di citare un altro pezzo che si trova sul disco succitato: “Altri Cazzi, Stessi Culi”. Penso che esistano argomenti più importanti sui quali spendere qualche parola, ma dato che questo blog ha uno scopo prevalentemente introspettivo lascio ad altri l’onere di salvare il mondo tra un post e l’altro. Concludo questo breve scritto con una foto dei miei ultimi acquisti musicali.

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9
Apr

Un rendez-vous

Pubblicato mercoledì 9 Aprile 2008 alle 13:10 da Francesco

Ieri pomeriggio ho avuto la fortuna e il piacere di parlare con un vecchio amico di mia madre di cui non ho avuto notizie per parecchi anni. Costui ha trascorso l’ultimo lustro in Francia, ma grazie alla sua professione ha visitato buona parte di questo pianeta e adesso possiede una miniera di esperienze che ha un valore inestimabile. Nonostante egli abbia il doppio dei miei anni i tentacoli della sua mente raggiungono molti interessi che attribuirei difficilmente a un cinquantenne e ammiro la capacità con la quale ha maturato il suo bagaglio culturale in mezzo ai sette mari: provo soltanto stima per individui di questo calibro. Prima di questa rimpatriata ho affrontato il mio percorso consueto e ho sudato per novanta minuti. Il mio ginocchio sinistro mi provoca qualche fastidio durante la corsa, ma per adesso posso continuare ad allenarmi. Ormai la mia resistenza ha raggiunto un livello che reputo ottimo, ma pretendo ancora qualcosa dal mio allenamento pesistico e non sono ancora pienamente soddisfatto della mia definizione addominale. Qualche volta utilizzo un cardiofrequenzimetro per tenere sotto controllo i battiti del mio cuore e quando osservo i valori sul display dell’orologio penso che non siano mai stati così elevati nei miei rapporti interpersonali. Il tempo continua a trascorrere: io lo seguo perché è inevitabile e piacevole.

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6
Apr

L’atmosfera lugubre delle urne

Pubblicato domenica 6 Aprile 2008 alle 15:02 da Francesco

Mancano sette giorni alle elezioni e non oso fare pronostici, inoltre se fosse possibile scommettere su un partito non farei neanche una puntata simbolica: la politica italiana è un gioco d’azzardo e il debito pubblico ne è il risultato. Dopo le votazioni si terrà un rinfresco che durerà per una legislatura e alcune persone telegeniche si spartiranno la torta degli interessi nazionali, ma l’elettorato continuerà a sperare che venga il diabete a chiunque prenda le fette più grandi e probabilmente non smetterà di patire l’amarezza dell’insofferenza. Attendo le votazioni per respirarne il clima mediatico, ma la mia curiosità astensionista è rivolta principalmente agli aspetti formali di questo evento politico. Credo che il mio interesse per l’attualità sia deprecabile e inutile, sebbene io non lo ritenga tanto sterile quanto l’atteggiamento fanatico di certi individui. Secondo taluni le schede elettorali sono confusionarie, ma nel caso in cui vengano ristampate penso che la prima tiratura possa essere riciclata in modo tale da fornire ai partiti il materiale cartaceo di cui necessitano per arricchire le loro liti in parlamento con il lancio di oggetti. Penso che la fiaccola olimpica avrebbe dovuto transitare in Italia per accendere l’ingegno di chi ha realizzato le schede elettorali, ma attualmente ha l’ingrato compito di alimentare le tensioni tra chi protesta per l’indipendenza del Tibet e chi, a mio avviso giustamente, sostiene il governo cinese.

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3
Apr

Affari pubblici

Pubblicato giovedì 3 Aprile 2008 alle 14:44 da Francesco

L’astensionismo è criticato e temuto, ma io penso che sia l’arma più efficace per mostrare il proprio dissenso nei confronti di una classe politica che non è in grado di svolgere il suo ruolo. La mia sfiducia non è totale e tanto a destra quanto a sinistra apprezzo un esiguo numero di politici, ma ritengo che le loro capacità siano soffocate dalle esigenze dei partiti ai quali appartengono. Ancor oggi trovo che il qualunquismo sia più auspicabile e genuino d’ogni corrente politica che contribuisca alla desertificazione ideologica dell’Italia. Non ho mai esercitato il mio diritto al voto, ma spero che prima o poi una ventata di novità mi spinga a farlo. Nelle elezioni si tende sempre a votare il male minore, ma questo non può avvenire qualora gli aspetti negativi dei concorrenti si equivalgano. Non sono un seguace di Beppe Grillo e talvolta lo ritengo volutamente populista per deformazione professionale, ma penso che i suoi strali, le sue provocazioni e la sua controinformazione siano più utili all’Italia di tutti quei discorsi vetusti che vengono propinati, sotto una luce apparentemente nuova, dai candidati agli elettori. Ultimamente mi piace immaginare uno scenario fantapolitico nel quale un alto dirigente dell’antimafia riesca a compiere un golpe con l’appoggio delle forze dell’ordine per combattere duramente la criminalità organizzata e per imporre alla società italiana le regole della meritocrazia.

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1
Apr

Una croce, una nuvola e una sorgente

Pubblicato martedì 1 Aprile 2008 alle 09:16 da Francesco

Ieri mattina sono andato a correre, ma ho non seguito il mio consueto percorso e ho optato per un itinerario in salita. Mi sono diretto verso la croce del Monte Argentario e quando sono arrivato ai suoi piedi mi sono ritrovato in mezzo a una nuvola, ma ero al corrente del suo passaggio ed è proprio quest’ultima che mi ha spinto a raggiungere la mia meta. L’atmosfera aveva un non so che di mistico e mi ha reso entusiasta, ma non mi sono trattenuto molto e dopo meno di dieci minuti me ne sono andato per non sostare troppo tempo vicino ai ripetitori televisivi, inoltre ero fradicio di sudore e la temperatura non era confortevole. Sulla strada del ritorno ho scorto “La Sorgente”, un ristoro che si trova accanto al Convento dei Frati Passionisti, e mi sono ripromesso di andarci a pranzare da solo per degustare qualche piatto tradizionale della mia regione: ero ancora un bambino quando mangiai per l’ultima volta al succitato ristoro e ancor oggi ricordo che il mio pasto fu delizioso. Oltre alle rimembranze culinarie ho evocato una gioia solitaria che conosco bene perché mi accompagna regolarmente da parecchio tempo e ne ho apprezzato gli effetti quando l’ho ritrovata a capo delle mie sensazioni per l’ennesima volta, ma la sua presenza non mi ha mai indotto a sminuire l’amore, anzi, credo che nel corso degli anni mi abbia aiutato a comprenderlo meglio e ad apprezzarlo più di quanto avrei potuto fare tramite la necessità di viverlo. Prima d’uscire di casa ho notato che Monte Argentario è salito agli onori della cronaca per la scoperta di un cadavere che è stato trovato a bordo di una barca alla deriva: penso che le circostanze di questo ritrovamento si prestino perfettamente per comporre l’incipit di un romanzo giallo o di un thriller.

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29
Mar

I limiti e il governo della volontà

Pubblicato sabato 29 Marzo 2008 alle 09:52 da Francesco

Ogni tanto passo in rassegna i miei limiti e mi soffermo sui più buffi. Non sono in grado di guidare decentemente con il cambio manuale, ma probabilmente avrei imparato a utilizzarlo e avrei fatto a meno del cambio automatico se avessi avuto a disposizione soltanto una UAZ dell’Armata Rossa. Suppongo che alcuni limiti siano destinati a rimanere tali laddove non siano compiuti degli sforzi per sradicarli, ma le risorse di un individuo non sono infinite e per questo motivo occorre stilare delle priorità per impiegare proficuamente i propri mezzi. Nel mio caso la guida non è una questione precipua perché ho la possibilità di aggirare il mio limite automobilistico tramite la tecnologia e difatti la mia auto corrisponde alle mie esigenze, ma non mi posso avvalere dello stesso mezzo per lavorare sul mio equilibrio interiore ed è per questo motivo che incentro le mie energie su quest’ultimo. Il mio esempio personale è uno strumento semplice che mi consente di introdurre una conclusione della stessa natura. Per un fumatore accanito il ricorso al tabacco può equivalere all’uso ch’io faccio del cambio automatico sebbene sia abbastanza prevedibile che le conseguenze siano destinate a essere diverse: io non gareggerò mai nel campionato Nascar mentre lui probabilmente competerà con un carcinoma polmonare. Quest’ultimo esempio può sembrare un po’ comico e azzardato qualora non sia contestualizzato, perciò deve essere accompagnato al metro di giudizio che è adottato da alcune categorie di persone secondo le quali il vizio del fumo è meno risibile dell’uso del cambio automatico. Ho preso in esame due limiti che possono essere facilmente sostituiti da altri che abbiano una relazione analoga. In sostanza il vizio del fumo rappresenta un limite poiché il fumatore non riesce a gestire il suo nervosismo e si affida alla nicotina come io delego alla tecnologia il compito di gestire le marce della mia auto. Quanto ho esposto finora non è un mero paragone tra gli elementi che ho addotto per esemplificare il mio pensiero, altrimenti sarei caduto nel ridicolo da qualche riga, ma si tratta di una semplice considerazione con la quale ho voluto rimarcare la matrice comune di due condotte apparentemente diverse e ho cercato di sottolinearne la discrepanza valutativa al fine di ricordarmi che i limiti sono soggetti alla politica della volontà.

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26
Mar

Andamento costante

Pubblicato mercoledì 26 Marzo 2008 alle 18:24 da Francesco

Ho superato l’insonnia e ho ripreso ad allenarmi. Il mio corpo è efficiente e il mio umore è ottimo. Mi sento bene perché riesco a compiere gli sforzi che desidero. Ho esiliato la malinconia apatica molto tempo fa, ma ho trattenuto la tristezza autentica e l’ho ridotta in schiavitù per utilizzarla a mia discrezione. Il mio equilibrio è saldo, ma voglio sottoporlo a nuove sollecitazioni per comprendere quali siano i suoi limiti attuali. Non temo i fallimenti né le esagerazioni e delego all’indifferenza il compito di regolare il mio battito cardiaco durante le prove esistenziali. V’è un potenziale nascosto nella volontà e credo che sia sufficiente adoperarne una piccola parte per non ritrovarsi completamente alla mercé degli eventi, ma non ho mai incontrato nessuno che me lo abbia fatto notare e forse è stato un bene che le cose siano andate in questo modo. In certi campi il mutismo dell’esperienza insegna più di quanto riescano a fare le parole melliflue, ma l’appariscenza dei discorsi istrionici è più appetibile per le menti pigre. Se il mio sguardo fosse malizioso ravviserei nelle mie parole un po’ di spocchia irritante e ridicola, ma se mi avvalessi di una lettura simile commetterei un errore interpretativo. Non mi preoccupo dei fraintendimenti che si generano all’esterno della mia vita, ma cerco di sbrogliare ogni matassa della mia interiorità per non lasciarmi imbonire dalle inesattezze delle mie valutazioni.

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24
Mar

Tra le braccia dell’insonnia

Pubblicato lunedì 24 Marzo 2008 alle 11:45 da Francesco

Nell’ultima settimana ho dormito poco e male, ma il mio corpo non ha accusato troppo la carenza di sonno. Oggi spero di riposarmi adeguatamente per riprendere a correre. Non riesco a concentrarmi e avverto un po’ di stanchezza, ma accetto questo stato transitorio e attendo il recupero delle forze. Mancano meno di tre mesi al giorno del mio compleanno e mi avvicino serenamente alla mia ventiquattresima primavera. La mia vita è ripetitiva come un mantra ed è per questo motivo che l’adoro. Mi ritrovo in uno stato che rasenta l’ascesi, ma svolgo le faccende quotidiane senza problemi e non sfuggo alle conversazioni trascurabili. Il mio eremo è itinerante. Ogni tanto devo partecipare a qualche controversia per salvaguardare i miei interessi materiali, ma non cedo mai alla tentazione di ingaggiare seriamente una querelle. Sono un materialista morigerato e nella mia esistenza non c’è spazio per alcuna forma di spiritualità sebbene possa sembrare il contrario. Non voglio idealizzare il mio tempo in un rifugio di idee per ripararmi dalla realtà e preferisco guardare l’alternanza con la quale uso e spreco le mie giornate. Adoro la costanza, ma non sono sempre in grado di ottemperare alle sue leggi. Talvolta trovo che le mie parole siano un po’ stucchevoli e le irrido per distruggerle e ricomporle, ma le azioni non ammettono una revisione di questo tipo e sulla loro compattezza granitica s’infrange ogni velleità fonatoria.

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