25
Feb

Fotografie

Pubblicato domenica 25 Febbraio 2007 alle 13:07 da Francesco

Ho messo online un centinaio di fotografie del mio viaggio nel Sol Levante. Per vederle è sufficiente aprire gli occhi e cliccare qui. Spero di vivere abbastanza a lungo per guardare di nuovo queste immagini e provare qualche breve moto di nostalgia. Non sono il tipo che ama crogiolarsi nel passato. Per adesso sono riuscito a montare il primo quarto d’ora del filmato che documenta i miei movimenti nella vecchia Edo e mi auguro di terminarlo e metterlo online entro la fine della prossima settimana. È un peccato che la tecnologia non mi permetta di traslare le sensazioni ineffabili che ho avvertito dall’altra parte del mondo. Penso che il compito delle immagini, statiche o in movimento, sia quello di nutrire la fantasia. Credo che qualche scatto fotografico di infima qualità stilistica e qualche sequenza montata senza criterio possano solo nutrire la fantasia dell’osservatore. Disprezzo il legame che i filmati e le fotografie hanno con il passato, ma devo ammettere che talvolta l’effetto di qualche fermo immagine riesce a farmi scordare la sua collocazione temporale.

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19
Feb

Karimun

Pubblicato lunedì 19 Febbraio 2007 alle 21:42 da Francesco

Sono tornato a casa ieri sera. Alla dogana di Amsterdam due addetti hanno rallentato la fila per guardare con stupore la mia PlayStation 3 nipponica e uno di loro si è complimentato con me per l’acquisto tecnologico. Alla dogana italiana non ho avuti problemi e un finanziere simpatico, ovvero un ossimoro vivente, mi ha accolto con un paio di battute e mi ha lasciato rientrare nella mia nazione del cazzo senza controllare i miei bagagli. Il viaggio di ritorno è stato stupendo. Durante il volo da Tokyo ad Amsterdam ho conosciuto una ragazza inglese originaria del Bangladesh. Si chiama Karimun, è venuta al mondo tre anni prima di me e lavora come ortopedica a Birmingham. Abbiamo parlato per buona parte delle undici ore passate sul 777 della KLM e abbiamo toccato molti argomenti. Alla fine del volo abbiamo deciso di restare in contatto via Internet. È stata Karimun a cercare il dialogo e sono contento che l’abbia fatto. Quante possibilità avevo di sedere accanto a una venticinquenne inglese di origini bengalesi che che ama lo snowbard, le tradizioni italiane e gli scrittori russi? Sono andato in estasi quando mi ha parlato di “Delitto e Castigo” e di “Guerra e Pace”. Abbiamo conversato a lungo e il mio inglese maccheronico si è rivelato abbastanza fluente. L’ho imbarazzata un po’ quando ho chetato la sua curiosità sulla mia vita sentimentale e appena ho pronunciato la parola “wanking” è scoppiata in una delle sue piacevoli risate. Mi ha parlato un po’ mestamente delle sue storie sentimentali e mi ha elencato alcune delle sue innumerevoli passioni. Mi sono avvalso delle sue conoscenze mediche per mettere in mostra la mia lieve ipocondria e l’ho lasciata un po’ stupita e perplessa quando le ho chiesto qualche informazione sulla prevenzione dell’osteoporosi. Vedrò di nuovo Karimun, ne sono certo. La foto che si trova qua sotto mostra la rotta percorsa dal mio aereo e l’ho scattatta prima di atterrare ad Amsterdam. Nota: le hostess della KLM sono bellissime.

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17
Feb

Sayonara

Pubblicato sabato 17 Febbraio 2007 alle 16:16 da Francesco

Io, qualche pensiero passeggero e la notte di Tokyo siamo allo stesso tavolo, ci scrutiamo senza parlare e aspettiamo che la luce solare illumini la parte del mondo in cui ci troviamo. Mancano circa dodici ore alla mia partenza. Sono in piedi dalle otto di mattina e adesso è quasi mezzanotte. Ho deciso di non dormire. Devo ancora sistemare la mia valigia, ma per ora non ho voglia di infastidirla. Sono stanco ed entusiasta. Spero che alla dogana non sorgano problemi per alcune cose che ho acquistato. Mi sembra che sia passato molto tempo dal mio arrivo a Tokyo. Ho accumulato quantità industriali di sensazioni che non intendo restituire a questa megalopoli asiatica. Il viaggio è stato relativamente facile e anche l’esplorazione urbana non è stata particolarmente complessa. Sono pronto per raggiungere mete più impervie e non mi riferisco solo a quelle riportate sul planisfero. Questa esperienza estemporanea mi ha donato uno stato d’animo particolare e mi chiedo se ciò che provo in questo momento sia l’espressione semplice e silenziosa della felicità. Sono distrutto dal benessere di questi giorni e lascio che sia quest’ultimo a ricompormi atomo per atomo.

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14
Feb

Saint Valentine’s Day

Pubblicato mercoledì 14 Febbraio 2007 alle 13:28 da Francesco

Oggi a Tokyo ha piovuto per gran parte della giornata, ma l’acqua del cielo plumbeo non mi ha impedito di aggirarmi per la metropoli nipponica. Le vetrine ricordano che il quattordici febbraio è il giorno di San Valentino: la festa degli innamorati e dell’industria dolciaria. In questo momento mi sento completo e non odo i reclami dei miei desideri più profondi. Passo dopo passo lungo le arterie di Tokyo ho accumulato pensieri e gioie. Le mie cornee sono illuminate dalle sensazioni di pace e libertà che appartengono al mio status di straniero solitario. Anche il ritorno in Italia mi affascina. Mi attendono altre tredici o quattordici ore di volo. La distanza dal mio luogo natio depura le mie idee malsane e dilata gli strati del mio benessere. Cullo la mia contentezza, l’accudisco e la guardo crescere. Ho un nutrito gruppo di immagini un po’ macabre da rovesciare su queste pagine per equilibrare il mio stato emotivo e per evitare che la mia serenità contragga il virus dell’ingenuità. Mi mancheranno gli sguardi e le andature dei giapponesi, la riverenza che non mi ha mai dato l’idea di essere ostentata, il caos ordinato, i cibi precotti, i personaggi strambi, il mercato vicino a Ueno, gli scenari futuristici di una megalopoli che riesce ancora ad amalgamarsi con il suo passato, i tentativi risibili con i quali alcuni giapponesi cercano di assomigliare agli occidentali e la grazia disarmante di ragazze che ai miei occhi sembrano divine. Ho bivaccato con Tokyo nel migliore anfratto della mia solitudine asiatica. Spero che la mia morte sia ancora lontana, o almeno mi auguro che accetti una trasferta in Giappone!

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12
Feb

Premio nipponico

Pubblicato lunedì 12 Febbraio 2007 alle 04:46 da Francesco

Stamane, ad Akihabara, ho vinto l’action figure di un personaggio femminile di Gundam. Finalmente, dopo averci buttato ottanta trilioni di yen, sono riuscito a vincere qualcosa alle macchine della Taito. Sono certo che non sfigurerà nella mia stanza. Oggi andrò a Shinjuku e forse farò un salto a Shibuya. Ho raccolto molto materiale per il video celebrativo di queste due settimane nipponiche e quando tornerò in Italia inizierò ad assemblarlo per inserirlo su queste pagine, ma caricherò qualche spezzone anche su YouTube per implementarlo facilmente su queste pagine virtuali.

Action figure Gundam

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12
Feb

Dall’alto di Akihabara

Pubblicato lunedì 12 Febbraio 2007 alle 04:37 da Francesco

Ieri sera al penultimo piano di un’enorme salagiochi ad Akihabara. Nella foto sembra che io abbia una paresi! Questa parte di Tokyo è stupenda e almeno una volta al giorno ci faccio un salto per mischiarmi nell’entusiasmo generale.

Akihabara

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9
Feb

Tokyo love

Pubblicato venerdì 9 Febbraio 2007 alle 13:41 da Francesco

Oggi ho camminato molto, forse troppo. Sono partito alle nove di mattina da Ueno e sono arrivato nel primo pomeriggio al parco Meiji. Perché nelle foto ho sempre la stessa espressione? I miei muscoli facciali non brillano per fantasia. Ho attraversato Tokyo obliquamente e ho compiuto un vero pellegrinaggio verso il tempio Meiji. Durante la mia lunga marcia ho scattato un po’ di fotografie e ho ripreso alcune zone della città. Sono capitato a Harajuku, il quartiere alla moda, ma non mi è piaciuto molto. Preferisco le zone di Ueno, Ginza e Akihabara. Ho comprato una maglietta dell’Ajax! Beato consumismo. In un negozio a più piani ho adocchiato dei puzzle e altre cose che vorrei acquistare. In una via di Ueno ho visto dei capi di abbigliamento interessanti. Mi sono innamorato di Tokyo ed è possibile che io rinunci a fare una breve visita a Kyoto per concentrarmi solamente sulla vecchia Edo. Mi piacerebbe restare, imparare la lingua e fare la spola tra Tokyo e Orbetello. Mi trovo a mio agio in questa parte del mondo. Quando tornerò in Italia inizierò a studiare il giapponese da autodidatta. Ho un testo da seguire e tanto tempo libero. Sono felice che la mia follia estemporanea mi abbia catapultato nella capitale nipponica e mi sento un mezzo avventuriero per come ho organizzato questo viaggio solitario e per il modo in cui lo sto affrontando. Credo che la mia piacevole permanenza nel Sol Levante possa essere propedeutica per la mia vita italiana.

Parco Meiji

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7
Feb

Cenni virtuali da Ueno

Pubblicato mercoledì 7 Febbraio 2007 alle 12:49 da Francesco

Anche oggi ho camminato molto e il mignolo del mio piede destro ne ha risentito. Sono stanco e un po’ rincoglionito. Il Giappone mi piace per la sua lontananza dall’Italia e non per la sua bellezza endemica. Tokyo è puntuale, frenetica, ordinata e pulita. L’assetto della società nipponica è diametralmente opposto a quello della società italiana. Finora ho visto scolaresche disciplinate, studentesse pudiche e sensuali, lavoratori alacri e grandi masse silenziose in mezzo a rumori avveniristici. Questa città è stupefacente e alienante. Mi spaventano i ritmi nipponici a causa della mia abitudine al pressapochismo italiano e alla sua trivialità. Mi chiedo se la felicità si possa scorgere meglio da un paese di mafiosi e retrogradi come l’Italia o da una nazione di api operaie come il Giappone. Quando tornerò nella mia terra di omertosi sistemerò tutto il materiale che sto producendo ed elaborerò un resoconto articolato sulla mia esperienza solitaria nel Sol Levante. Per adesso ho l’impressione che Roma e Tokyo siano agli antipodi, un po’ come me e il sesso. Concludo queste cenni virtuali con una foto di stamane. Talvolta le piccole cose rappresentano grandi differenze e credo che il cartello dietro la mia testa di cazzo ne sia un esempio.

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6
Feb

Frammenti di un gaijin

Pubblicato martedì 6 Febbraio 2007 alle 23:42 da Francesco

Ieri ho camminato per otto ore. Sono stato a Roppongi e ho visto la Tokyo Tower. Ho passeggiato per Shibuya e ho comprato il pranzo in un piccolo market. Due tramezzini e un piatto di spaghetti. Non ho difficoltà a farmi capire. Certo, non posso intrattenere una discussione di teoretica, ma non ho problemi a fare acquisti. Ieri mattina, vicino alla Tokyo Tower ho pronunciato “konnichiwa” in risposta al “good morning” di una guardia giurata: ormai sono pronto per sostituire Shinzo Abe. Non sto spendendo molto e non ho ancora tirato fuori uno dei miei ventisette biglietti da 10000 yen. Devo ancora decidere quando recarmi a Kyoto. Non è difficile muoversi in metropolitana e le indicazioni in inglese semplificano notevolmente la vita agli stranieri che non conoscono il giapponese. Per strada ho incontrato altri occidentali impegnati nel lavoro. Ieri sera, prima di tornare in albergo, ho raziato un distributore automatico a colpi di 100 yen per portarmi in camera qualcosa da bere di buono e analcolico. Oggi andrò a Ginza e mi perderò per qualche ora nel territorio circoscritto dalla Yamanote Line.

Tokyo, Ueno - 7 febbraio 2007

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5
Feb

Il volo verso Narita e il primo impatto nipponico

Pubblicato lunedì 5 Febbraio 2007 alle 22:37 da Francesco

Ad Amsterdam sono salito a bordo del 777 della KLM attorno alle due del pomeriggio dopo i controlli di routine. Hostess bellissime hanno riverito cortesemente il carico umano dell’aereo per undici ore. Sul retro di ogni sedile si trovava un piccolo monitor sul quale era possibile selezionare vari servizi: film, giochi, informazioni turistiche e il tracking dell’aereo. Ho passato il volo accanto a un signore olandese con il quale ho scambiato qualche parola in inglese. Mi ha detto che l’Olanda è il futuro del turismo e che un amico di sua moglie lavora a Casale Monferrato, poi mi ha accennato qualcosa del suo lavoro: a quanto ho capito si occupa del trasporto di qualcosa tra l’India e il Giappone. “Holland is the new Riviera”. Durante il volo ho dormito a fasi alterne e più di una volta ho declinato gentilmente le offerte alimentari di una hostess nipponica che avrei sposato seduta stante con un rito appartenente a una qualsiasi delle tante e fantasiose religioni che galleggiano sul globo. L’aereo ha sorvolato gli Urali, poi la Siberia e la Mongolia oltre, ovviamente, zone di cui non ricordo né il nome né l’ubicazione sul Risiko della Casa Bianca. Ho seguito per un po’ il tracking dell’aereo sul monitor del mio posto e ho trascorso il viaggio tra colpi di sonno e riflessioni esistenziali. Sono arrivato a Narita alle dieci e venti di mattina. Ho compilato un questionario nel quale ho dichiarato di non avere esplosivi né droghe. Ho dovuto attendere fino a mezzogiorno per cambiare i miei euro in yen e con i primi mille ho comprato il biglietto del Limited Expres per raggiungere Ueno attraverso la Kensei Line. Il tragitto in metro è durato ottanta minuti durante i quali ho visto case e casette ai margini della capitale nipponica. Ci ho messo un po’ di tempo per trovare il mio albergo, il New Izu Hotel, ma alla fine ce l’ho fatta. La mia stanza è piccolissima, ma il cesso tecnologico compensa le dimensioni lillipuziane del resto. Sono rimasto un’ora in camera, ho sistemato le mie cose e poi sono uscito. Le strisce pedonali di Tokyo sono enormi e le due schiere di pedoni che le attraversano mi sembrano sempre due squadre di football americano che si affrontano senza remore. Il primo pasto da gaijin è stato modesto ed è economico: un panino targato McDonald per 280 yen e delle bibite che ho acquistato in uno dei tanti distributori automatici che si trovano in ogni dove. Mi è piaciuto molto il Royal Milk Tea: costa appena 130 yen e si mantiene sempre caldo. Per le vie di Ueno ho visto vari negozi e piccole attività minori. Le vetrine sono colorate e simpatiche, alcuni commercianti si appostano all’entrata e illustrano le loro offerte leggendole al microfono. Tutto avviene in maniera educata, senza grida acute né isteria. Ho visto qualche esempio di povertà, ma per adesso nulla di sconvolgente. Mi sono addormentato verso le sette di sera e mi sono alzato alle tre di notte. Adesso sono le sei e cinque minuti del sei febbraio mentre in Italia sono ancora le dieci di sera del cinque febbraio. Mi sento nel futuro, in tutti i sensi. Vado a prepararmi per l’esplorazione della metropolitana di Tokyo.

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