26
Giu

Helsinki: le prime impressioni

Pubblicato giovedì 26 Giugno 2008 alle 17:15 da Francesco

Sono a Helsinki da due giorni e mi sembra di essere atterrato su un altro pianeta. Lungo le strade della capitale finlandese la bellezza è la regola e tutto il resto è un’eccezione trascurabile. Questa è la metropoli piu´vivibile che io abbia mai visitato e sarei felice di possedere un’abitazione da queste parti per trascorrervi una parte dell’anno. La città è innervata dalle piste pedonali e da quelle ciclabili, perciò è possibile visitarla agevolmente a piedi o su due ruote. I tratti del popolo finlandese sono bellissimi e fieri. Ho visto valchirie ovunque e sono rimasto incantato dai loro volti. Helsinki offre molti spazi verdi e ho avuto modo di visitarne parecchi grazie alle lunghe camminate con le quali ho riempito i primi giorni del mio viaggio. In questo periodo dell´anno il buio non esiste e ad ogni ora c’è un po’ di luce. Domani e dopodomani trascorrerò buona parte del mio tempo nel parco Kaisaniemi per assistere al Tuska Open Air Metal Festival che questa sera sarà anticipato dal concerto dei Nightwish assieme ai quali suoneranno gli Amorphis e gli Epica, ma dato che apprezzo soltanto i secondi non spenderò quarantaquattro euro per comprare il biglietto e invece guarderò l´ultima semifinale dei campionati europei di calcio; tiferò soltanto per Arshavin e Pavlyuchenko perché il loro modo di giocare mi delizia. Qualche ora fa ho fatto un po’ di shopping in un bel negozio di musica e ho placato la mia fame consumistica con l´acquisto di qualche album leggendario. In questi giorni Helsinki è battuta dal vento, ma le folate non sono fredde e riesco a girare in t-shirt senza problemi. Apprezzo questa città e vorrei farne parte. Mi piacerebbe tagliare i ponti con l’Italia e vorrei barattare la conoscenza della mia lingua madre con la conoscenza del finlandese. Sarei una persona migliore se le mie intenzioni abbandonassero il condizionale per mettersi sotto l’egida dell’imperativo. Sono felice di trovarmi a Helsinki e credo che sia un posto ideale per il mio stile di vita, ma nel bene e nel male io appartengo al mio luogo natio. Anche tra i paesaggi incantati della mia cittadina maremmana riesco a esercitare la mia esistenza in base alle mie esigenze, ma non mi rivedo affatto nell’indole sociale che predomina in Italia e questo è il motivo per cui spesso sembro un esterofilo. Mi lascio cullare dal mio presente finlandese e non mi cruccio su un futuro congetturale perché credo che sia soltanto un modo sterile per assaporare il frutto marcio del mio passato italiano. Ho ancora sei giorni da spendere quaggiù e sono certo che saranno piacevoli come i due che sono appena trascorsi.

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1
Giu

Fotografie galliche

Pubblicato domenica 1 Giugno 2008 alle 22:09 da Francesco

Ho archiviato in un angolo del web le fotografie che ho scattato in Camargue e ne ho scelta una per addobbare le poche righe di questo breve scritto. L’immagine mi ritrae di spalle nei pressi di Saint Marie de La Mere e l’ho ottenuta da solo con l’ autoscatto. Sulla parte posteriore della mia t-shirt è disegnato un bersaglio per le freccette e ogni volta che lo osservo mi viene in mente “Love Is A Killer”, un pezzo delle Vixen (una band hard rock che era composta da cinque ragazze). Il pezzo che ho citato è piuttosto orecchiabile e il suo ritornello calza a pennello con la fotografia, ma spero che la voce graffiante di Janet Gardner sia perfetta soltanto per descrivere qualche pixel e mi auguro che non si adatti mai alle mie vicende personali. Trovo che le parole di buon auspicio siano inutili, ma ne apprezzo la forma.

“I got a target on my back
For a cupid dressed in black
Love is a killer”

Camargue

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29
Mag

À la maison

Pubblicato giovedì 29 Maggio 2008 alle 16:40 da Francesco

Sono tornato a casa alle sette di ieri sera dopo diciannove ore lungo le linee ferroviarie francesi e italiane. Non ho potuto prendere un volo aereo dato che non avevo neanche un documento con me. Il viaggio in treno è stato lungo e piacevole. Sono partito da Toulouse dopo mezzanotte e sono giunto a Nice otto ore dopo. Sono restato meno di sessanta minuti in Costa Azzurra e attorno alle nove di mattina sono arrivato a Ventimiglia dove ho acquistato tre biglietti per coprire gli ultimi tratti del mio ritorno a casa, ma prima di rientrare nel mio comune ho effettuato due fermate. Sono rimasto più di un’ora alla stazione di Genova Piazza Principe e per ingannare il tempo ho comprato un libro leggero: “Leviatano” di Thomas Hobbes. La lettura mi ha consentito di passare piacevolmente le ore d’attesa, ma ho dovuto interromperla quando sono salito sull’Intercity che mi ha portato fino alla stazione di Pisa Centrale. Mi sono ritrovato in uno scompartimento con tre ragazze che erano in procinto di rincasare dopo un viaggio in Provence durante il quale avevano partecipato a un incontro sul buddismo. Per buona parte del tragitto le tre ricercatrici del Nirvana si sono lanciate in disquisizioni continue sulla società e due di loro hanno discusso animatamente. Ho ripreso la lettura di Hobbes quando sono sceso a Pisa Centrale e l’ho continuata fino al mio arrivo a Orbetello. Ho raccolto un po’ di materiale nel corso della mia settimana francese, ma non ho ancora trasferito il contenuto della mia MIniDV sul PC e devo fare una cernita delle foto che ho scattato.

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27
Mag

Très bien

Pubblicato martedì 27 Maggio 2008 alle 18:05 da Francesco

In questo momento mi trovo in un Internet point vicino alla stazione principale di Toulouse, ovvero gare de Toulouse-Matabiau. Il locale è gestito e frequentato da maghrebini, ma se fossi un fautore del terrorismo islamico userei questo luogo come una base d’appoggio per organizzare qualche attentato. Finora ho visitato una parte della costa e dell’entroterra del meridione francese, ma non ho riscontrato differenze eccessive tra i paesaggi della Maremma e gli scenari nei quali mi sono imbattuto durante gli ultimi giorni. Lungo l’itinerario mi sono fermato a Menton, Gordes, Avignon, Arles, Saint Marie de La Mere, Aigues Mortes e altre località di cui non ricorderò mai il nome. Ho fatto anche un salto in Spagna e per la terza volta nella mia vita ho messo piede a Cadaqués, il paese natale di Salvador Dalì. Non viaggio mai in compagnia, ma ho deciso di fare un’eccezione per accontentare mia madre e di conseguenza ho accettato il suo invito a partire in auto con lei e un paio di sue amiche. Quest’oggi, dopo una settimana, mi sono separato dal resto del gruppo a causa di alcune divergenze insanabili e ho deciso di tornare in Italia da solo. Le amiche di mia madre fumano molto e talvolta sembra che costoro gareggino per arrivare prime alle olimpiadi del cancro, perciò non sono molto avvezze al movimento fisico e oltre all’agonismo neoplasico praticano frequentemente un’attività urinaria che comporta numerose pause tra un tiro di Camel e l’altro. Sono a Toulouse dalle tre del pomeriggio e devo aspettare ancora sei ore prima di salire sul prossimo treno per Ventimiglia, ma trovo che questa attesa sia piacevole e la pioggia che imperversa sulla città non mi infastidisce affatto. Au revoir.

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16
Ott

Seoul: Agosto e Settembre 2007 – Seconda Parte

Pubblicato martedì 16 Ottobre 2007 alle 00:07 da Francesco

Qualche giorno fa ho terminato il montaggio della seconda parte del mio video coreano e mi sono adoperato per annotarlo sopra queste pagine come mi ero ripromesso qualche settima addietro. In questa seconda e ultima parte del mio reportage ho inserito le sequenze che ho catturato al Korean War Memorial, alla Seoul Tower, al World Cup Stadium durante una partita del campionato di calcio coreano tra Seoul F.C. e Pohang, all’esterno di una pizzeria dove ho pranzato con il proprietario di quest’ultima e sull’aereo che mi ha riportato a casa, ma uno dei momenti più belli è stato il concerto di una band emergente in cui mi sono imbattuto per caso nel centro della capitale coreana. Sono stati momenti piacevoli che, ovviamente, mi seguiranno vita natural durante.

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30
Set

Fotografie, ricordi e contenuti reali

Pubblicato domenica 30 Settembre 2007 alle 00:39 da Francesco

Ho selezionato alcune foto che ho scattato in Corea del Sud e le ho messe online per appuntarle sopra queste pagine virtuali. Nei miei scatti ho rivisto alcuni dei momenti quotidiani della mia permanenza nel paese del calmo mattino e sono stato colto da un po’ di allegria dato che sono immune alla nostalgia. Sono in grado di evocare con più precisione certe immagini del mio viaggio grazie ai frammenti di tempo che ho immortalato mentre interpretavo il ruolo del viandante solitario. Solitamente sono piuttosto restio nel concedere spazio al passato e ritengo che alcuni momenti non possano essere inclusi nella divisione trina del tempo. Penso che i ricordi modifichino la realtà dei fatti attraverso i filtri della riflessione. Non credo che il passato possa essere traslato nel presente senza subire alterazioni e per questo motivo non credo a quanto riaffiora nella mia mente, ma cerco di assecondare il meccanismo del ricordo in modo tale che il livello di corruzione del contenuto di una memoria possa essere limitato. Il romanticismo con cui evoco i miei trascorsi coreani forse ha tonalità più grige di quelle che uso per dipingerlo a parole, ma è possibile che i suoi colori siano più accessi dei pastelli memoriali di cui dispongo. La mente è un’ingannatrice ed è paradossale che io me ne renda conto tramite lei. Forse anche le parole di questo excursus sono il risultato di un tranello delle mie facoltà, ma per adesso smetto di curarmene e pongo mente alle foto che ho pubblicato.

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27
Set

Seoul: Agosto e Settembre 2007 – Prima Parte

Pubblicato giovedì 27 Settembre 2007 alle 01:21 da Francesco

Questa è la prima parte del video che ho girato in Corea del Sud: dura ventisette minuti. Sono soddisfatto del risultato anche se non è professionale. Mi sono divertito a scegliere le sequenze da montare per creare questo compendio filmato e ho riguardato con piacere i luoghi in cui sono stato. Devo ancora iniziare a lavorare sulla seconda parte, ma spero che compaia presto su queste pagine virtuali.

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5
Set

Un incontro eccezionale

Pubblicato mercoledì 5 Settembre 2007 alle 03:15 da Francesco

Sono tornato a casa da alcune ore, ma non sono ancora riuscito ad addormentarmi. Il viaggio è andato bene e prima di terminare mi ha omaggiato con un incontro eccezionale. All’aeroporto di Incheon ho conosciuto un insegnante yankee con cui ho pranzato e discusso. Abbiamo parlato delle nostre letture e mi ha elencato alcuni libri sopra uno scontrino abbandonato che per me è diventato una reliquia. A un certo punto gli ho chiesto come mai negli Stati Uniti sia così facile comprare un’arma e lui mi ha risposto con una poesia ironica che ha improvvisato sopra un tovagliolo. Per annotarla ho estratto “L’evoluzione Creatrice” di Bergson e lui l’ha riscritta sulla prima pagina del mio libro, ma prima di farlo mi ha mostrato il tovagliolo sporco e mi ha detto: “Do you want the first editon?”. Ho riso e ho risposto: “It has a good taste”. Questo signore di una certa età mi ha strabiliato per la sua acutezza e la sua ironia: non avevo mai incontrato una persona del genere in tutta la mia vita. Prima di salutarmi mi ha detto: “It’s been my pleasure”. Invece di darci la mano abbiamo battuto un pugno contro l’altro, poi lui ha preso delle caramelle in omaggio e si è diretto ad aspettare il suo volo per la Mongolia. Appena finirò di leggere “L’evoluzione Creatrice” mi procurerò uno dei libri che mi ha consigliato nonostante sia la prima volta che accetto questo tipo di suggerimenti. Per qualche istante ho pensato che fossi caduto nella trappola dell’idealizzazione, ma poi ho compreso che a questo mondo esistono veramente degli individui che in un arco di tempo estremamente breve riescono a lasciare impressioni profonde senza fare sforzi. Credo che un incontro di questa portata giustifichi qualsiasi viaggio.

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3
Set

Goodbye South Korea

Pubblicato lunedì 3 Settembre 2007 alle 10:56 da Francesco

Oggi sono andato a piedi fino alla Seoul Tower per dare l’ultimo saluto alla capitale sudcoreana. Ho passato un periodo piacevole in questa città disordinata dove la viabilità ha lo stesso principio della roulette russa. Ho apprezzato tanto i vicoli vaporosi e pieni di luci intermittenti quanto le zone più patinate. Ho dispensato saluti e talvolta mi sono sentito come Ronald Reagan in visita ufficiale. Ci sono degli eventi che non ho annotato su queste pagine: Ho ho giocato a calcio con dei ragazzini coreani davanti al World Cup Stadium e ho assistito a una partita della K-League. Mi sono avventurato nelle campagne che cingono la città e ne ho apprezzato la quiete soleggiata. Le mie gambe mi hanno trasportato in lungo e in largo. Ho parlato e ho taciuto. Ho camminato piacevolmente per le strade rumorose di Seoul senza ambire a una destinazone per sentirmi perennemente in viaggio. I miei passi hanno lasciato impronte d’estasi. In queste settimane la tristezza e la sua antitesi sono scomparse per lasciare il posto a qualcosa di diverso a cui non sono in grado di dare un nome. Ho assimilato tutto questo e molto di più. Per me il ritorno ha la stesso fascino della partenza e per questo motivo sono entusiasta per il mio rimpatrio.

Goodbye Seoul

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1
Set

La pioggia di Seoul

Pubblicato sabato 1 Settembre 2007 alle 11:39 da Francesco

Il giorno del mio ritorno è vicino. Mi sembra che siano passati alcuni anni da quando sono atterrato all’aeroporto internazionale di Incheon. In Italia, tranne mia madre, non c’è nessuno che mi aspetti e in parte ne sono contento dato che non amo molto i convenevoli. Questo viaggio mi ha dato qualcosa di impagabile e mi ha ricordato concretamente quanto possa essere piacevole il genere umano. Ho parlato con molte persone e ho camminato da solo lungo strade interminabili. Ho scambiato sorrisi caduchi e sinceri che hanno aggirato qualsiasi incomprensione linguistica prima di cristallizzarsi nel fermo immagine di un istante passato. I miei pensieri hanno cavalcato attraverso mattini assolati per portarmi sul crinale della mia esistenza e poi hanno puntato i loro indici verso l’orizzonte per mostrarmi la bellezza del vuoto da una prospettiva asiatica. Ho abbracciato me stesso di fronte alla forma commovente del tempo che ho lasciato a ovest. La vita non mi aveva mai parlato così chiaramente e sono rimasto incantato dalle descrizioni silenziose che mi ha donato in queste settimane. Oggi a Seoul ha piovuto tutto il giorno, perciò ho comprato un ombrello e ho iniziato a camminare per ricevere dai miei pensieri un’anteprima dei prossimi mesi. Ho scorto un autunno triste durante il quale cadranno foglie e speranze incompiute, poi ho notato un inverno rigido che abbasserà la temperatura del mio umore e mi provocherà brividi ossei durante le mie escursioni solitarie, ma la mia inclinazione a resistere tanto alle intemperie interiori quanto a quelle atmosferiche mi consentirà di fronteggiare l’ennesima perturbazione che si appresta a investire la mia vita.

Pioggia di Seoul

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