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Ago

Il carme degli stolti

Pubblicato giovedì 9 Agosto 2007 alle 04:14 da Francesco

Mi osservi di nascosto perché l’orgoglio non può sporgersi più di tanto. Le parole che non ci doniamo a vicenda restano appese al silenzio. Nessuno di noi compie il primo passo perché entrambi crediamo che possa essere l’ultimo e attendiamo vigliaccamente che il tempo calmi le acque per affogare nell’indifferenza. Siamo muti e distanti, ma in realtà vorremmo leggere il nostro labiale a occhi chiusi. I nostri pensieri viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda e non abbiamo potere su di loro né sulle loro evoluzioni acrobatiche. Fingiamo che il nostro regno sia un castello di carte, ma in realtà non è mai apparso nulla di più adamantino delle nostre incertezze simbiotiche. Un triangolo con un punto interrogativo per ogni vertice rappresenta la perfezione della nostra stupidità. Non vogliamo che la somma dei nostri giorni giaccia nel nulla, ma non muoviamo un dito per accarezzare il pensiero di tornare in auge. L’entusiasmo è evaso e il risentimento ci ha preso in ostaggio. Siamo le parti mancanti di un problema reciproco, ma non riusciamo a capirlo e ci ostiniamo a patire. Ingrandiamo le nostre delusioni perché sono l’ultimo ostacolo che si frappone tra noi e qualcosa che non ha nome né forma. Abbiamo ascoltato la cattiva consulenza dell’impulsività e abbiamo rifiutato un processo equo. Un errore ci ha giustiziato e poi è scomparso insieme alla causa della nostra morte. Cucirò un monogramma sulla mia aorta se torneremo a vivere e sarà una elle: la elle di Lazzaro.

Foto di fotografisch.at

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