Non c’è nessuno dietro le mie spalle né davanti ai miei occhi. Mi sento libero in un mondo senza tempo. Ogni cosa assume un’altra tonalità quando la solitudine mi mostra il suo lato romantico. Non temo l’ignoto che si staglia sopra miei giorni e non ho bisogno di risposte che mi consolino. Non cerco conferme e non mi servono certezze quadrate da appendere sulle pareti del futuro. Ho una matita per disegnare sorrisi sui volti delle persone e spero di imparare a usarla prima o poi. Accetto i miei limiti con lo stesso amore con cui una madre accetta un figlio Down, ma quotidianamente mi propongo di superarli per evitare che lo sconforto mi confini nella sua staticità . Le cazzate che mi circondano non riescono a distrarmi dal fascino dell’esistenza. Quando dialogo con me stesso le parole perdono ogni significato e scivolano lungo la mia strana felicità . Chiunque può spacciarmi le sue verità tanto non le assumo come tali perché non sono un tossico né un giovane timorato. I giudizi e le frasi impulsive rotolano sulla dorsale dell’emotività e si arrestano soltanto di fronte alla consapevolezza della loro inutilità . La malinconia può sedurre la mente con estrema facilità , ma trovo che sia banale e tremendamente kitsch. Il travaglio interiore non è una necessità , ma ha la forma di un vizio inveterato che fortunatamente non mi appartiene. Non sono il figlio del destino. Sono un orfano solitario che sorride anche quando non c’è un cazzo da ridere. Adoro la vita e sono contento che gli anni si limitino a imbiancarla invece di sbiadirla.