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La masturbazione della masturbazione

Pubblicato lunedì 11 Giugno 2007 alle 05:25 da Francesco

A volte penso che sia inutile cercare un significato che non può essere compreso. Nelle mie vene non scorre l’ontologia e non sento la necessità viscerale di connotare ogni cosa, ma talvolta mi diletto con descrizioni prolisse per incastrare liberamente alcune parole della mia lingua madre. Ogni tanto mi confido con un pacchetto di patatine e quando ho un attacco di loquacità cerco di masticare più lentamente per prolungare il dialogo. Il successo assume la forma dell’idea di chi lo contempla e sembra difficile delinearlo oggettivamente. Ho messo in punizione il concetto di successo a causa della sua vaghezza. Le aspettative sono solamente dei pensieri, ma hanno dei tentacoli che sono in grado di schiavizzare la vita. Credo che si possa fare scoperte interessanti qualora si riesca a svellere le aspettative senza lasciare che la parte oscura del vuoto uccida la propria volontà. È difficile trovare motivazioni quando non ci sono ambizioni, ma penso che si tratti di una sfida contro la logica della propria convenienza e suppongo che per vincerla occorra convocare l’irrazionalità. Vale la pena affaticarsi tanto per raggiungere la fama? Forse il desiderio di essere apprezzati dagli altri, talvolta senza meriti, non è un atteggiamento egoistico, ma penso che possa trattarsi di un moto di altruismo e in quanto tale lo ritengo molto lontano dalle mie inclinazioni. Trovo che la voglia spasmodica di incidere il proprio nome nella memoria delle persone sia un proposito romantico, ingenuo e tenero. Non voglio che qualcuno che ha dimenticato se stesso si ricordi di me e spero che il mio nome scompaia insieme con me dopo una lunga vita di meriti non riconosciuti. L’augurio che mi faccio è così narcisistico ed egocentrico che in questo caso esclude il resto del mondo dalla scala dei miei valori e penso che possa essere dipinto come una forma di masturbazione intellettuale che si masturba a sua volta.

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