Già da un po’ la mia esistenza è tornata a scorrere a pieno regime sui binari della serenità , però nulla di significativo è mutato nel suo svolgimento. Tendo a ripetermi, ma fortunatamente me ne rendo conto senza dispiacermene. Non c’è nulla nei cieli superni che mi alletti. Per certi versi io vivo al di sotto delle mie possibilità e così posso contare su di un riparo in più per sfuggire alle intemperie. Bufere in arrivo non ne vedo e manco le presagisco.
La morte altrui non mi sconvolge e spero che pure quella del sottoscritto non mi prenda troppo. Non attendo la mia ora né quindici minuti di gloria. Il vantaggio di un cuore vuoto risiede tutto nella possibilità di risparmiare sui drappi neri. La riverenze che spettano al decesso non mi sono proprie, ma questa inclinazione non è il frutto di un comportamento irrispettoso e scaturisce da anni di riflessione sulla finitezza: è paradossale come quest’ultima invece sia inconcludente…
Se dovessi crepare domani non me la prenderei e gradirei una bella cremazione senza panna. Resta valido l’augurio che puntualmente rivolgo a me stesso, ovvero quello di una vita longeva. Forse la masturbazione conta anche come gesto apotropaico e se così fosse la mia buona stella godrebbe (non più di me, eh) di contributi notevoli: gli attributi ci sono tutti.
A me piace vivere, però mi annoiano le nenie. Non sono troppo cinico, ma adoro scherzare e voglio mantenere frequenti le risate fino all’ultimo respiro o giù di lì. Intanto gli anni passano e non vedo per quale motivo frenarne le scorrerie: Signora, so’ ragazzi! Un giorno non lo saranno più; anzi, un giorno non saranno più.