Mi entusiasma l’aspetto plumbeo e minaccioso dei giorni autunnali. Incontrerei qualche difficoltà a tollerare per tutto l’anno la supremazia dei raggi solari e la condotta moderata dei venti. Nei lampi lontani e nei rovesci improvvisi ravviso una bellezza apocalittica che ogni tanto mi piace esperire. Talvolta i tuoni sembrano dei richiami rauchi che invitano i sottoposti moderni a riunirsi attorno a dei fuochi per riscoprire delle forme d’aggregazione ormai desuete, quasi del tutto in mano all’immaginario collettivo e alla ritualità impacciata di qualche dottrina esoterica.
Proprio in questo periodo il vuoto esistenziale raggiunge il culmine del suo splendore e io posso ammirarne la grazia perché non lo addito come un divoratore di uomini né come un usurpatore di felicità , ma ne calpesto il dorso niveo mentre vago tra le distese sconfinate in cui è scomposto armoniosamente. Il tempo mi scivola tra le mani a mo’ d’acqua e d’altro canto non conosco nessuno che sia in grado di trattenerlo, però fra altri palmi scorre in rivoli di sangue e lascia tracce amare. Non sono un individuo possessivo e non cerco di solidificare le astrazioni per poi intrappolarle nella negazione della morte. Di solito viaggio leggero e in occasione del trapasso farei volentieri a meno di portarmi dietro la personalità e l’esperienza benché le adori entrambe.
Queste parole mi conferiscono una parvenza lugubre, ma io le trovo simpatiche e sotto la loro fuliggine si cela un grande apprezzamento per la vita oltre, ovviamente, alla data di scadenza del mio organismo. La possibilità d’esistere prima di saltare nell’ignoto è motivo di contentezza per me e non oso snaturare lo svanimento con qualsivoglia sfumatura, altrimenti diverrebbe (e già questa evenienza sarebbe alquanto deplorevole) qualcosa d’artefatto.
In questo periodo, specialmente quando mi trovo alla guida del mio rottame meccanizzato, ascolto parecchi pezzi di Alice. Adoro tremendamente un passaggio di “Visioni” che recita: ”Vivo, amando d’essere niente, mentre si affaccia l’inverno, portando le desolazioni”. Eh, talvolta basta toccare note basse per raggiungere livelli altissimi. Comunque, il periodo corrente mi fa venire in mente “Il sole nella pioggia”, seppur in senso strettamente letterale.