14
Dic

Musical mood

Pubblicato giovedì 14 Dicembre 2006 alle 22:42 da Francesco

Per qualcuno un frammento di serenità può trovarsi nel passaggio di un ciloom a un amico mentre un pezzo dancehall infiamma un gazebo immerso nella campagna. Per me no. Non fumo erba e non ho amici con i dreadlocks in comodato d’uso. Mi aggradano le ramificazioni del reggae e solo davanti al reggaeton storco un po’ il naso. Provo una forte repulsione per Bob Marley e mi auguro che le radio non trasmettano “No Woman No Cry” né “One Love” fino all’ultimo ventennio di questo secolo. Per qualcun altro un frammento di serenità può annidarsi nel pogo. Non sono mai andato a nessun concerto metal per due ragioni: in primis perché ho una coscienza musicale e perché trovo che il pogo sia una perversione bisessuale. Mi sentirei più idiota del solito se andassi a un concerto degli Iron Maiden per fare a spallate con dei perfetti sconosciuti di fronte alla vergine di ferro in menopausa, però mi piacerebbe fare stage diving per uscire da un live dei Cannibal Corpse. Il metal mi ha dato molto, ma credo che un’adolescenza serena avrebbe potuto darmi di più. Ogni genere musicale che ha un target relativamente giovane è sempre accompagnato da qualcosa che trascende l’arte e sconfina nell’omologazione dei costumi. Da adolescente ho cercato la mia identità nella musica e ho commesso un grande errore che per molto tempo mi ha impedito di apprezzare molte sonorità diverse tra loro. Ci sono delle cose che non apprezzavo a quindici anni e che continuo a non digerire: i Beatles, una raccolta degli Yes di cui non ricordo il nome, Il gothic metal, e quasi tutta la musica leggera italiana, in particolare quella partenopea.

Categorie: Parole |