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Guarigione cronometrata

Pubblicato sabato 9 Dicembre 2006 alle 15:48 da Francesco

Il tempo ha iniziato a curarmi con la stessa dedizione di una perpetua. Sono triste e abbattuto, ma credo che il mio attuale stato di sconforto sia un passaggio obbligatorio per riabilitare correttamente il mio cuore. Alle medicazioni del tempo ho affiancato i miei soliti escamotage: lo sforzo fisico, le docce calde, la consueta masturbazione e un po’ di cioccolata bianca. Sono in equilibrio sopra la vita nonostante la prostrazione psichica tenti di farmi cadere nel Tartaro. Non ho nessuno a cui appoggiarmi e ne sono felice perché credo che certe situazioni vadano affrontate e superate da soli. Non mi sono mai state di grande aiuto le parole di conforto e ho sempre trovato disdicevole la “comprensione” altrui. Ultimamente ho raccolto solo ed esclusivamente motivi validi per deprimermi, ma non è mia intenzione piangermi addosso più di quanto ne abbia bisogno per assecondare la terapia del tempo. Sono consapevole della patologia che ammorba la mia interiorità e sono felice di non intralciarne la guarigione. Se fossi in grado di sdoppiarmi incontrerei me stesso al tavolo di un bar parigino e chiederei carta e penna per scrivermi quanto segue: “Francesco, amico mio, ci siamo imbarcati per l’ennesima volta e, per l’ennesima volta, siamo naufragati in un mare di merda. Fra’ non stiamo diventando troppo vecchi per queste cose?”. Tra un po’ andrò a farmi un giro in bicicletta e quando tornerò mi farò un’allegra sega sotto l’acqua bollente della mia doccia. I prossimi giorni passeranno molto lentamente, ma attenderò con pazienza il ritorno del moto di rotazione della Terra alla sua velocità standard.

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