Ho trascorso un paio di ore in compagnia di due conoscenti di lunga data; ho respirato un po’ di fumo passivo e mi sono fatto qualche risata. In questo momento la mia mente è disabitata perché nessun pensiero riesce a viverci abusivamente. Il tronco del mio corpo tenta di seguire le note isteriche di “Sweet Sue, Just You” di Miles Davis. Nei prossimi minuti ho intenzione di guardare un film, bere del thè, sistemare più volte il cuscino e lasciare che la mia quiete apparentemente solipsistica mi culli. È improbabile che io abbia raggiunto la pace dei sensi a ventuno anni e mi auguro che tutta la mia attuale tranquillità non sia altro che il preludio di meravigliose difficoltà ; una rotta impervia per raggiungere l’eldorado emotivo. Il tempo è un nemico che avanza lentamente, ma non lo temo perché so che può diventare un prezioso alleato quando l’assetto degli eventi muta radicalmente. È notte e credo che tanti non sappiano che possono essere lieti da un momento all’altro.