Il cinque dicembre avrei dovuto sostenere il mio esame di guida, ma qualche buontempone lo ha anticipato al trenta novembre. Sono circa due settimane che non guido e le probabilità che io ottenga la patente sono molto scarse. Domani sarò chiamato al difficile compito di rimanere serio per almeno mezzora. Mi attende una sfida improba di cui ormai mi importa poco. Come ho già scritto un po’ di tempo fa l’esame si terrà a Grosseto a causa di una fottuta vertenza degli esaminatori. Non ho mai guidato a Grosseto e per superare la prova di domani non mi resta che mandare un fax a chi dispensa i colpi di culo. Durante il mio iter scolastico ho affrontato gli esami con una preparazione sommaria e senza la voglia né la capacità di eccellere. Non mi piace affliggermi per qualche incartamento del cazzo e per preservare la mia serenità mi pongo sempre con noncuranza nei confronti delle prove che escono dal culo peripatetico di quella troia della burocrazia. Sono in pace con me stesso e non temo l’ennesima delusione. Una piccola parte di me si augura addirittura che io non riesca a superare l’esame, ma non sono ancora riuscito a capire se questa piccola parte agisce in nome del masochismo o della lungimiranza. Per qualcuno l’esame di guida sembra quasi l’inizio di un lungo percorso per diventare Jedi. E che cazzo. Non vedo l’ora di mettermi al volante per essere bocciato con il sorriso sulle labbra, tuttavia, indipendentemente dall’ottenimento della patente, attendo con più ansia il momento del ritorno a casa per svuotarmi le palle con una graziosa sega.