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Il sorriso della mia serenità inviolabile

Pubblicato domenica 10 Settembre 2006 alle 01:59 da Francesco

Sono felice e non c’è nulla che mi preoccupi. Penso che il mio stato di grazia sia una fortezza inespugnabile. Se domani un cancro venisse a trovarmi lo abbraccerei e trascorrerei con lui gli ultimi giorni della mia vita. La malinconia è uno stato d’animo simpatico, ma credo che alla lunga diventi stucchevole. Molte persone parlano della solitudine, ma da come la descrivono credo che non la conoscano. Ho vissuto la solitudine fisicamente e moralmente, e ho imparato molto da lei. Non ringrazierò mai abbastanza la mia adolescenza atipica e le casualità che mi hanno portato nell’ateneo del silenzio. Se oggi sono giovane e sereno lo devo a me stesso e all’incontro fortuito con l’isolamento. Conosco le dinamiche della mia società e talvolta vado alla ricerca di un po’ di dolore per mescolare con un dosaggio corretto le sensazioni che si trovano nel calderone della mia vita. Penso che certi individui attribuiscano alla solitudine i loro errori per consolarsi e sfruttare gli analgesici del vittimismo. Ogni tanto mi piace immergere il calamaio nella tristezza, ma per me si tratta di una semplice questione di stile. Ovviamente la mia serenità oscilla, ma per fortuna si attesta sempre su livelli sufficienti per mantenersi intatta. Non mi piace chi abusa degli aforismi per comunicare con se stesso e credo che un’abbondanza di citazioni metta in evidenza la pochezza di chi ritiene di avere qualcosa da dire. Adoro la mia felicità individuale e sono pronto a farla accoppiare. Alle volte sento la necessità impellente di un connubio, ma non è così urgente come credo. Il mio stato di grazia è solido ed è per questo motivo che adesso mi sento in grado di stare con una mia simile, ma questo non vuol dire che io debba unirmi al più presto con qualcuno. Anche se io trascorressi tutta la mia vita da solo finirei per salutare questo mondo con un sorriso. Credo che la serenità individuale sia fondamentale per prendere parte a una serenità collettiva. Dietro l’angolo compaiono spesso avversità e coincidenze maledette, ma penso che nulla di quelle dinamiche negative vada preso troppo sul serio. Ovviamente non si possono usare due pesi e due misure, perciò ritengo che anche l’eventuale serietà della serenità vada ridimensionata. Per me è tutto un gioco: sentimenti nobili, efferatezze, scene di commozione, malattie incurabili, responsabilità e burocrazia. Mi piace vivere e spero che il mio turno sulla giostra duri il più a lungo possibile.

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