Da alcuni giorni a questa parte vado a letto prima che cali sera e mi alzo in piedi quando le luci dell’alba non sono ancora comparse. Sfrutto l’aria fresca della mattina per correre e la preferisco alla temperatura del tardo pomeriggio. Non voglio fossilizzarmi sulle mie buone abitudini dato che non vivo in una bolla di vetro e per questo motivo ogni tanto spendo qualche parola sul mondo che mi circonda. Sono stato un po’ all’estero e mi sono reso conto che tutto sommato l’Italia (e in particolare la mia zona) è un ottimo luogo per vivere. Per me è facile accettare ciò che succede in questa nazione poiché la considero ancora in via di sviluppo e di conseguenza non mi sorprendono le aberrazioni che la martoriano. Io riconosco l’autorità dello Stato pur non condividendo l’operato dei suoi governi e dato che mi avvalgo dei suoi servizi sarei ridicolo se affermassi il contrario, tuttavia immagino che il vero potere risieda ancora nelle mani della criminalità organizzata e questo status quo a mio avviso è paragonabile alle condizioni interne di un paese africano sulla cui bandiera continua a campeggiare un Kalashnikov. Non penso che la stampa italiana venga manipolata o sia abituata a insabbiare determinati eventi, ma la considero semplicemente incompetente e arretrata come tutta la struttura mediatica. Non credo che gli italiani siano un popolo di pecore, ma capisco che qualche connazionale idiota abbia bisogno di ricorrere a queste espressioni per sentirsi il depositario della verità mentre gioca a fare il martire. Oltre alla scarsa meritocrazia, al nepotismo e alla corruzione, trovo che l’allarmismo sia una delle grandi piaghe della mia nazione: per gli organi di informazione un giorno sembra che il mondo sia in procinto di finire e l’indomani pare che le cassandre si siano trasformate in dispensatrici di notizie frivole. Per me l’Italia è un’ottima residenza, ma probabilmente non lo sarebbe se pretendessi di considerarla una nazione sviluppata e moderna. Non ho mai escluso di emigrare definitivamente all’estero, ma se un giorno dovessi trasferirmi in pianta stabile da qualche parte probabilmente sceglierei un paese anglosassone. Chissà , forse mi trovo bene in Italia perché sto bene con me stesso e sempre per questa ragione mi adatterei facilmente alla vita di un’altra nazione.