Penso che il benessere psichico possa essere coadiuvato dal benessere fisico ed è per questo motivo che cerco sempre di correre con più foga quando tutt’intorno si annerisce. Alcuni pseudointellettuali hanno sempre cercato di minimizzare l’importanza del corpo, ma non ho mai condiviso le posizioni di questi detrattori della fisicità . Certe volte non rimane che correre e penso che in quei momenti un corpo allenato e sano sia indispensabile per superare con meno difficoltà gli eventi nefasti. Sono sensazioni di fatica metafisica quelle ottenute con una corsa che trascende le proprie possibilità e penso che esse si ottengano poco prima che i crampi facciano lo sgambetto o che l’ossigeno si accasci lungo le vie respiratorie. Questa notte Rai Tre ha ritrasmesso le immagini del G8 avvenuto a Genova nel 2001. Mi sarebbe piaciuto partecipare come spettatore alla guerriglia urbana tra polizia e black bloc. Spero che nuovi atti di inutile violenza accompagnino nuovi summit e mi auguro di presenziare a tali eventi per dilettarmi con la vista, con una macchina fotografica o con una piccola telecamera. Voglio vedere dal vivo le fronti insanguinate e le camionette, voglio inalare involontariamente la fragranza dei lacrimogeni e voglio correre come un bambino spensierato tra le strade messe a ferro e fuoco. Voglio udire gli stupidi cori dei no global e seguire con lo sguardo le manganellate gratuite dei celerini. Desidero tutto questo perché sono un esteta qualunquista che apprezza gli scontri tra l’incoerenza della pace violenta e la democrazia in assetto antisommossa. Per me questi avvenimenti sono dei grandi carnevali in cui il rosso nostalgico sfoggia insieme al rosso zero positivo, in cui non ci sono carri, ma solo furgoni cellulari pieni di persone in maschera con le manette ai polsi. Voglio correre per nulla in uno scenario come questo.