Mi incute timore la capacità dei media di creare grandi stati d’ansia. Qualche mese fa sembrava che il mondo dovesse prepararsi a una nuova pandemia, ma a distanza di tempo non è ancora successo nulla e i toni allarmistici dei telegiornali sono svaniti assieme all’interesse per l’influenza aviaria. In questi giorni alcuni organi di stampa e certi telegiornali affermano tutto e il contrario di tutto riguardo ai conti pubblici dell’Italia. È disarmante la confusione che i due poli riescono sempre a creare attorno alle più importanti questioni politche ed economiche della nazione. La matematica non è opinabile e per questo motivo mi chiedo come possa esistere discordia sullo stato dei conti pubblici. In questi giorni il nome di Tommaso Padoa-Schioppa echeggia ovunque ed è spesso seguito dalle parole “deficit”, “risanamento” e “PIL”. Quando ho letto che il governo vuole raccimolare quarantacinque miliardi di euro entro due anni mi sono chiesto se le manovre finanziarie saranno affidate a un lontano parente di Re Mida o al più casereccio mago Silvan. Non so nulla di economia e vivo con un po’ di apprensione questi momenti di fermento politico con cui giornali e telegiornali vanno a nozze. Taglio della spesa pubblica e aumento delle tasse, un modus operandi mai desueto. Qualcuno si è scordato di dire che l’Italia prima di tirare la cinghia deve fare il cappio. Spero vivamente che l’allarmismo di questi giorni sia solo un vezzo politico per fare propaganda e un vezzo mediatico per incrementare l’audiance.