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Giu

L’ora tarda

Pubblicato giovedì 8 Giugno 2006 alle 03:04 da Francesco

La notte mi ha sempre regalato ore di dolcezza riflessiva e per questo motivo le sono molto grato. Credo che i migliori momenti della mia vita abbiano fatto la loro comparsa durante la notte: camminate senza compagnia, musica senza musicanti, monologhi ad alta voce e pisciate con le braccia allargate. Ho esplorato cabine telefoniche maleodoranti, ho inalato gli odori dei panifici, ho contemplato il pessimo writing sui muri, ho deposto trifogli di fronte a lavatrici arrugginite ricoperte dall’intonaco, ho ascoltato i lamenti di alcune persiane e ho frugato negli occhi di chi è passato accanto alla mia ombra. In certi momenti ho avuto paura senza motivo. Alle volte ho camminato con gli occhi chiusi, lentamente, senza temere gli ostacoli urbani. Penso che la notte abbia molto da offrire. Nel mio immaginario ci sono coperte invernali riscaldate dall’intimità, occhiate minacciose a causa del sonno, scambi di parole e parole scambiate per altre, frasi di circostanza che non vengono pronunciate e il desiderio di tornare a casa. Durante le mie camminate notturne ho letto molti manifesti funebri e ogni volta, dopo la lettura di uno di quei comunicati così macabri, sono stato assalito da un po’ di malinconia. La notte ha messo in luce la mia empatia, ha acuito i miei riflessi e mi ha dato ripetizioni esistenziali. Le ore buie che ho trascorso a camminare, in realtà sono state ore spese a studiare me stesso davanti a un tecnigrafo invisibile. I miei sono vaneggiamenti a tarda ora, ma contengono un briciolo di senso che mi fa commuovere un po’. Ho bisogno di una piccola rivoluzione personale, devo insorgere contro l’inerzia, ma a tempo debito. Mi sento bene, ma ho sonno: laverò i miei denti, mi avvolgerò nella coperta che si trova sopra il mio letto e adagerò il mio cranio sopra il capezzale.

Categorie: Intimità, Parole |