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Trasferta romana

Pubblicato mercoledì 12 Aprile 2006 alle 13:24 da Francesco

Domani porterò il mio culo nella capitale. Bogdan mi attenderà a uno dei binari della stazione Termini. Un rumeno senza lavoro e un italiano senza impegni si aggireranno per le strade capitoline. Mi piace il degrado delle grandi metropoli e in particolare mi piace passarci in mezzo. Mi aggradano le facce degli zarri, le facce degli immigrati e le andature delle bagasce fashion. Come in ogni mio viaggio, breve o lungo, non ci sarà una meta. Ovunque sono stato ho sempre passeggiato a vuoto. Non mi interessa ciò che mi può offrire una città dal punto di vista artistico. Non cerco colonnati e rosoni, ma muri sfregiati dai writer, piazze popolate da etnie diverse con lo stesso culto del denaro e lunghe distese di case popolari. Nei miei ricordi ci sono: somali urbiachi, benzinai singalesi, pusher meridionali, pederasti slavi, lavoratori orientali, muratori egiziani e splendide mignotte made in China. Nella mia memoria presenziano pure episodi d’intolleranza e di offerte legate all’ultimo anello della catena dei narcodollari. Di Genova ricordo con piacere i drappelli di ecuadoregni, la loro apparente allegria, il degrado attorno alla stazione di Genova Brignole e il puzzo di piscio dei vicoli a mo’ di arbre magique. Mi piacciono le strade notturne illuminate alla cazzo di cane. Domani è un buon giorno per morire e non mi lamenterei molto se un balordo mi accoltellasse per venti euro. Il pranzo chiama e io gli rispondo.

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