Mi vedo costretto a eludere varie forme di contegno per scongiurare che queste degenerino nella tanto temuta seriosità . Non riesco a intavolare conversazioni che superino la prova delle mie insulse facezie, ma in realtà non sono mai io il primo ad apparecchiare simili conviti. Cerco di tenermi stretta la leggerezza come fanno le soubrette e le modelle. Non demonizzo la chirurgia estetica, ma non ambisco a farmi due palle a guisa di mongolfiere. Nel caldo di questi giorni i gatti mi sembrano più pigri del solito mentre io cerco di esserlo un po’ meno. Ognuno hai suoi tempi e i propri ritmi, ma vorrei che i miei seguissero sempre l’incedere del cosmo e della realtà in suo subordine. Mi rimane da scrivere tutto quello che non ho mai scritto e forse qualcosa in più. Non voglio lasciare un’impronta nella storia né sulla scena di un crimine, perciò non mi adopero in questo senso e può darsi che non lo faccia nemmeno in un senso apparente.
Da piccolo collezionavo schede telefoniche e non ho mai pensato di fare altrettanto con i problemi, bensì a questi cerco sovente di dare una soluzione celere e indolore: tutto ciò sembra assai banale, eppure non lo è affatto e me ne rendo conto grazie allo spirito d’osservazione. Non è questa la sede per disquisire di quei soggetti che amano complicarsi la vita per il gusto di farlo, ma anche se lo fosse io la convertirei in un chiosco di piadine vegetariane. Non so se la carne sia debole: forse lo è chi la consuma facendosene consumare.
Più che vacanze estive io vorrei farne di metafisiche o di intergalattiche. Il mare è parte del mio habitat e degli scogli isolati sono un aficionado, però se dovessi cercarne un altro mi piacerebbe incontrare quello di un pianeta lontano e inesplorato. È la prospettiva della distanza che mi avvicina a qualcosa.