Non ho una grande propensione a fidarmi del prossimo e mi aspetto lo stesso approccio nei miei confronti. Ovunque io mi volti subodoro faziosità e forse, malgrado la scomparsa delle cabine telefoniche, è più facile incontrare Superman intento a cambiarsi d’abito che una persona super partes avulsa da favoritismi d’ogni risma.
Dubito che io riesca a essere sempre imparziale, però mi pongo il problema e talora lo aggiro rendendo esplicito il mio atteggiamento interessato. Provo a evitare quanti si presentino come fedeli alla terzietà quando invece non posso né vogliono esserlo, però a mio parere tra costoro i più pericolosi sono coloro che, non rendendosene conto, finiscono per credere alle loro stesse menzogne. Per non confondere le acque basta confondersi poco con gli altri, ma non è detto che quest’opera di prevenzione sia sufficiente: beh, per una copertura completa sarebbe meglio non nascere proprio. A me diverte prendere scelte in maniera autonoma, così in caso d’errore posso consegnarmi subito tutte le bestemmie del caso: blasfemia a chilometro zero.
Talora le consulenze sono inevitabili giacché l’onniscienza non è possibile, ma in quei mesti casi la differenza viene fatta da un certo talento, ossia quello di capire quali opinioni siano affidabili, cosa nient’affatto semplice poiché v’è da pesarle senza tara: per questo fine, nottetempo, col favore delle tenebre, andrebbe sottratta la bilancia alla giustizia per uso personale.
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