25
Gen

In vista del ritorno

Pubblicato giovedì 25 Gennaio 2024 alle 22:35 da Francesco

Mi reputo quasi pronto per partecipare a una nuova maratona e quindi approfitto di questa lieta circostanza per compiacermi di me stesso: non sia mai che io sprechi l’occasione! Dall’inizio di gennaio (e quindi dell’anno) ho corso 356 chilometri a un ritmo medio di 4’07”/km, inoltre negli ultimi undici giorni ho inanellato quattro sessioni produttive: il quindici gennaio una da trenta chilometri al ritmo di 4’14”/km, il diciassette una da trentadue chilometri al ritmo di 4’11”/km, il ventitré una di trenta chilometri al ritmo di 4’02”/km e quest’oggi, venticinque gennaio, un’altra di trenta chilometri al ritmo di 3’59”/km: ovviamente ho fatto anche delle uscite più brevi e più intense al fine di variare le andature per sottopormi ai giusti condizionamenti.
Non mi trovo nella migliore forma atletica di sempre, ma sto molto bene e mi piace la prospettiva di cimentarmi per l’ennesima volta sulla distanza regina. Per me la corsa è una forma di amor proprio e continua a darmi più di quanto io dia a lei, perciò la mia intenzione è di continuare a praticarla finché il corpo me lo consentirà, a prescindere dalle gare, ma la mia età biologica mi consente ancora di migliorare i miei record personali e io voglio provarci perché è un gioco divertente. Forse alla corsa potrei affiancare altre attività non così solipsistiche, ma il mondo è molto complesso e, laddove mi sia possibile, opto per le cose più semplici e autoreferenziali.

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21
Gen

Tra l’una e le due

Pubblicato domenica 21 Gennaio 2024 alle 01:21 da Francesco

È domenica notte, non se fuori tutto taccia, ma le mie casse diffondono a basso volume il ritmo giusto al cospetto di neuroni unificati. Mi trovo in piacevole compagnia di me stesso e ratifico alcuni pensieri che affiorano di loro sponte alla coscienza.
Rischio di riscrivere cose che nel corso degli anni ho già vergato a più riprese, ma non temo le ridondanze né i ritorni d’ogni genere. La ciclicità è fattuale e io mi limito a prenderne atto com’è consuetudine che faccia. Non voglio che le cose mi scivolino addosso perché lo trovo poco igienico, bensì preferisco stare a debita distanza dal loro passaggio e, laddove risulti possibile, ridurne a zero o al minimo il coinvolgimento con la mia caduca persona.
Non ho una grande voglia d’immergermi laddove l’oggettività non tocchi sul fondo e non riesca a ergersi con le proprie gambe, quindi tendono a farmi cacare tutte quelle situazioni e circostanze site all’ombra d’ogni doxa: per carità di Dio o di chiunque ne faccia le veci, vi sono anche delle rare eccezioni a conferma di questa mia tendenza. Il tempo che passa non lascia dietro di sé l’amaro retrogusto delle occasioni perse? Io non ne ho idea perché probabilmente ho mancato anche quello e non me ne importa nulla: preferisco i dolci, le cose zuccherate, i saltuari (ma non salutari) picchi glicemici. La malinconia altrui forse è un po’ di tutti, una sorta di fondo comune, ma con una punta di altruismo lascio la mia quota a chi abbia demoni d’affezione e fatichi ad arrivare alla fine del mese senza rattristarsene a sufficienza: io prediligo i gatti.

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10
Gen

L’Ecuador e l’insurrezione dei cartelli

Pubblicato mercoledì 10 Gennaio 2024 alle 21:55 da Francesco

L’attuale crisi ecuadoregna comprova una volta ancora quanto di buono e miracoloso abbia fatto Nayib Bukele in El Salvador, risultati che ai più continuano a restare ignoti, ma da cui io traggo indefessa ammirazione per questo giovane leader.
Se Bukele avesse ceduto alle pressioni internazionali e alle organizzazioni non governative allora il suo paese avrebbe fatto la fine dell’Ecuador, dove l’annuncio di misure simili a quelle salvadoregne ha scatenato la furia dei narcotrafficanti e questa, a sua volta, ha fatto evadere figure di spicco dei cartelli. Uno stato smarrisce la sua ragion d’essere e la sua esse maiuscola appena una forza eversiva riesca a subentrargli o a comprometterne i presupposti.
Il potere può ricamare su di se belle parole e retorica, ma in ultima istanza si fonda e preserva se stesso soltanto con la capacità di reprimere, prevenire o annullare i suoi nemici: il resto non è altro che grammatica istituzionale, salamelecchi da cerimonieri e simboli inutili a cui immolare parole vuote. Ogni dominio è destinato a fiaccarsi e perire, la storia dell’uomo sociale è fatta di un costante avvicendamento ai vertici di schemi piramidali e qualunque equilibrio ha una data di scadenza, perciò la realtà si articola nella piena osservanza di queste dinamiche.
Nella mia nazione immaginaria i narcos vengono messi a morte e vige un forte proibizionismo, inoltre i tossici non sono considerati delle vittime e vengono trattati come complici di un sistema criminale: fantasticare non costa nulla ed è anche un’innocua valvola di sfogo.

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4
Gen

Voce del verbo diffidare

Pubblicato giovedì 4 Gennaio 2024 alle 23:53 da Francesco

Non ho una grande propensione a fidarmi del prossimo e mi aspetto lo stesso approccio nei miei confronti. Ovunque io mi volti subodoro faziosità e forse, malgrado la scomparsa delle cabine telefoniche, è più facile incontrare Superman intento a cambiarsi d’abito che una persona super partes avulsa da favoritismi d’ogni risma.
Dubito che io riesca a essere sempre imparziale, però mi pongo il problema e talora lo aggiro rendendo esplicito il mio atteggiamento interessato. Provo a evitare quanti si presentino come fedeli alla terzietà quando invece non posso né vogliono esserlo, però a mio parere tra costoro i più pericolosi sono coloro che, non rendendosene conto, finiscono per credere alle loro stesse menzogne. Per non confondere le acque basta confondersi poco con gli altri, ma non è detto che quest’opera di prevenzione sia sufficiente: beh, per una copertura completa sarebbe meglio non nascere proprio. A me diverte prendere scelte in maniera autonoma, così in caso d’errore posso consegnarmi subito tutte le bestemmie del caso: blasfemia a chilometro zero.
Talora le consulenze sono inevitabili giacché l’onniscienza non è possibile, ma in quei mesti casi la differenza viene fatta da un certo talento, ossia quello di capire quali opinioni siano affidabili, cosa nient’affatto semplice poiché v’è da pesarle senza tara: per questo fine, nottetempo, col favore delle tenebre, andrebbe sottratta la bilancia alla giustizia per uso personale.

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