C’è chi compie levate di scudi per chi ricorre agli scudi umani nelle proprie tattiche di guerriglia: i secondi, terroristi, sono osannati dai primi, ossia dai cosiddetti utili idioti. Le opinioni devono abbinarsi con l’immagine che ogni individuo s’è fatto di sé, perciò la realtà dei fatti diventa accessoria nel duplice senso della scarsa rilevanza e in quello di oggetto per l’identificazione di cui sopra. Prendere posizione è un po’ come prendere posto laddove questo sia stato riservato con largo anticipo: nulla di sorprendente.
Nelle feste in maschera ognuno sceglie il costume che preferisce, ma farlo su base quotidiana risulta persino più comodo e offre al soggetto un grado maggiore d’immedesimazione: ognuno si vede per come si sente, con tutte le conseguenze del caso e del caos: giacché mancano i presupposti per l’essenza, resta alle apparenze l’ingrato compito di tracciare i contorni di una personalità, o almeno suppongo che le cose funzionino così. In linea di massima non vedo ragioni per fare più del minimo indispensabile, laddove tutti sono utili e nessuno insostituibile. Si vocia di quello, si vocia di questo, come d’altro canto è stato sempre fatto nei secoli dei secoli e non vedo ragioni valide né volontà stoiche per invertire la tendenza: la vita stessa è tutto un pour parler, così come la parola è un pour vivre.
A breve, nell’ordine dei decenni o dei decimi di secondo (dipende dalla fisiologia d’ognuno), tutto finirà, poiché caduche sono queste irrisorie quote di tempo rispetto ai cicli cosmici. Qualche ora fa ho comprato e mangiato dell’ottima pizza napoletana, la mia preferita, ma tra qualche ora faticherò a riconoscerla nelle mie defecazioni.
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