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Il perenne mutamento è inesorabile: ovvio

Un ministro ha prospettato il pericolo della sostituzione etnica in Italia e questa sua uscita mi ha divertito tanto quanto le accuse di suprematismo che gli sono state rivolte da gente altrettanto rivoltante. Credo che in larga parte dell’Europa si sia oramai innescato un processo ricorrente nell’effimera storia del genere umano, ossia quello della progressiva scomparsa o riduzione di una cultura a favore di un’altra, o la diluizione della stessa in una nuova sintesi. Mi viene da pensare che in passato simili dinamiche avessero tempi dilatati per la maggiore lentezza delle migrazioni, per la minore aspettativa di vita e per le popolazioni in numero inferiore rispetto a quelle odierne. Non mi identifico con un avvenire che mi sarà postumo, perciò non mi turbano gli inevitabili mutamenti ai quali i consessi umani non possono sottrarsi. Al contempo non stravedo per le società multietniche e difatti preferisco quelle più omogenee laddove, sia chiaro, una simile omogeneità vada intesa sempre come un elemento spurio per le influenze pregresse e ormai sedimentatesi da cui è nata, ma di certo più identitaria rispetto a realtà aperte: è anche in ragione di questo mio punto di vista se apprezzo il Giappone sotto plurimi aspetti.
L’Italia non si è sempre chiamata così e l’italiano è stato preceduto da altre lingue su cui si è formato, perciò, a mio trascurabile parere, tanto la prima che il secondo, scemeranno lungo l’orizzonte della storia, perlomeno nei modi e nelle forme esperiti da chi ne è, ne è stato e ne sarà coevo. Certe preoccupazioni secondo me dànno conto della paura della morte e di come l’idea di quest’ultima possa influenzare quello stesso presente che invece, in una rigorosa lettura dei fatti, da quella dovrebbe trarre la sua essenza. L’ipotesi che l’ordine delle cose non rimanga lo stesso può spiazzare taluni, ma tutto è destinato a mutare e quest’ovvietà risulta meno banale quando debba diventare oggetto di un’autentica interiorizzazione, al di là della sua facile e immediata comprensione intellettuale.

Francesco

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