Talora gli eventi sembrano più complicati di quanto appaiano, altre volte invece lo sono davvero, ma l’abitudine alla semplificazione predomina in entrambi i casi: comunque quest’ultimo è un modus operandi che di tanto in tanto si rivela corretto grazie alla legge dei grandi numeri!
Non so quale direzione debba prendere il mondo e non riesco a vedere al di là dell’oscura coltre che cela l’avvenire, però se avessi doti di chiaroveggenza cercherei di metterle a frutto in un’emittente locale. Non mi allettano molto gli altrui impazzimenti perché non sono in grado di comprenderne l’autenticità e preferisco dare la dissimulazione per scontata piuttosto che concedere il beneficio del dubbio.
Bado poco alle dita puntate contro qualcuno, tuttavia non mi soffermo neanche su quelle che sfoggiano unghie smaltate. Non appartengo a niente né a nessuno, non ho referenti a cui rendere conto e non devo vendere nulla a terzi. Ci tengo a mantenere il mio spazio vitale e soprattutto amo trovare il cesso libero.
Invero qualche volta mi chiedo ancora come si dipani un’intima complicità , d’altro canto anch’io sono un essere umano, ma poi penso a tutto quello che può implicare il solo tentativo di scoprirlo e così la curiosità sparisce nel momento stesso in cui tiro un sospiro di sollievo.
È paradossale come i desideri non siano sempre desiderabili e talvolta manco desiderati, ma è difficile spiegare qualcosa del genere a chi non senta il disagio d’essere schiavo di sé stesso e infatti io non provo mai a farlo. In tutta onestà non mi pongo il problema di essere capito anche perché in prima battuta non cerco di mia sponte situazioni dialogiche e trovo più comunicabilità nei soliloqui al cospetto delle pareti o davanti alle attente cortecce degli alberi.