Categories: Parole

Studiare, suonare, correre, lettera o testamento

Asservisco il mio tempo libero a passioni e interessi con cui coltivo una parte delle mia esistenza come se s’ispirasse ai giardini pensili di Babilonia, ma talora i miei ritmi di avanzamento sono subordinati ai limiti delle mie capacità e di conseguenza l’estro (senza estrogeno) si ritrova costretto a ritardare i propri parti.
Ho ricominciato a studiare il giapponese da autodidatta e ho notato con piacere che le nozioni incamerate in passato sono riaffiorate in me dopo un breve ripasso, quindi i miei progressi pregressi si sono salvati. Mi piace collezionare ideogrammi nella memoria a lungo termine associandovi fonemi e significati. Ho anche ripreso in mano le basi di matematica e chimica poiché a scuola non ho mai ricevuto sufficienze né nell’una né nell’altra, ma forse avrei avuto maggiori possibilità di successo se all’epoca mi fossi presentato più spesso alle lezioni o avessi prestato attenzione nelle rare occasioni in cui decidevo di scaldare il banco (in un’implicita dimostrazione della termodinamica).
Ho poi un forte interesse per il volo simulato che si è acuito da quando ho avuto il privilegio di mettere le mani sui comandi di un vero Piper, perciò voglio filmarmi durante una simulazione al fine di testare il mio grado di competenza da autodidatta.
Soprattutto vorrei finire di registrare un mio nuovo pezzo, ma sto avendo qualche difficoltà a eseguire bene un assolo di trenta secondi della cui composizione sono molto entusiasta. Queste sono tutte cose autoreferenziali, attività solipsistiche e in parte ludiche, coacervo di narcisistico soddisfacimento a livello intellettuale ed esercizi di stile, ma formano la dimensione ideale del mio diletto, ossia quella autarchica. Un giorno tutto questo sarà ridimensionato e finirà, ma allora godrò della eco di quanto al momento è ancora in itinere. Nulla s’arresta mai.
Paragrafo dopo paragrafo anche il mio sesto libra prende lentamente forma, ma la sua gestazione è lungi dal concepimento e io non né affretto il processo creativo giacché quest’ultimo ha me come unico referente e fruitore. Infine, benché non sia l’ultima ruota del carro, v’è la corsa: domenica ho gareggiato a Parma e ho concluso la mia trentasettesima maratona in 2 ore, 43 minuti e 57 secondi, classificandomi al nono posto assoluto e vincendo la mia categoria. Ho una vita interiore molto ricca e tanto amor proprio.

Francesco

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