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Una costante nel cambio delle stagioni


In questi giorni di fine estate penso alla morte più del solito e mi abbandono volentieri alla sua contemplazione poiché la considero naturale, ma simili riflessioni volteggiano pacifiche in me e non sono i mesti segni di una tempesta emotiva. Non mi appartiene nulla di ciò che mi circonda, però l’abitudine alla mediocrità continua a farmi rivendicare il possesso di qualcosa: un oggetto, queste stesse parole, un’identità e altre inezie del genere. Non sono ancora all’altezza di rinunciare a me stesso tutto d’un colpo e invero manco ne avverto il bisogno perché voglio prolungare il mio soggiorno su questo pianeta, quantomeno entro i limiti di una dignitosa autosufficienza, ma sento che il mio legame con l’attuale grado della cosiddetta realtà si sta allentando piano piano e questo mi rincuora poiché al momento del distacco dal corpo conto di farmi trovare preparato. Insomma, mi sto facendo le ossa da seppellire.
Non posso affrontare discorsi del genere con persone ordinarie, sebbene l’impiego di questo aggettivo richieda prima una definizione del sostantivo a cui rimanda, tuttavia non sono in vena di spiegazioni né intendo tagliare quelle di cui sono dotato, perciò mi diletto in soliloqui autoreferenziali o in appunti di tale risma per il gusto del dialogo interiore.
Il mio entusiasmo di vivere si traduce ogni giorno nei molteplici interessi che coltivo, nella rinnovata sete di sapere e nelle buone abitudini con le quali ammanto la mia condotta, ma al contempo non mi nego l’icastico, utile e salubre piacere del disfattismo e non vedo nel solo scopo di prevenire una contraddizione formale con le inclinazioni di cui sopra una ragione bastevole per astenermi da tutto ciò. Non mi piacciono l’ottimismo sfrenato né la nostalgia, sono due articoli che cerco di evitare e in merito spero di raggiungere presto le emissioni zero. Il mio messaggio per i posteri lo affido a un vecchio adagio: “Sono cazzi vostri!”.
Non trasudo disprezzo e mi libero delle tossine con l’attività fisica, però non voglio neanche essere coinvolto nei destini ultimi della specie, almeno non più di quanto già implichi la mia sola presenza in questo tempo e in questo spazio. Le verità assodate hanno già le loro schiere di ierofanti e detrattori, io non ne cerco di assolute e soprattutto non ho come passatempo quello di convincere terzi per secondi fini né per una causa prima.

Francesco

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