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Dentro e oltre la storia

Bruciano le campagne mentre le speranze non ardono più. Scelte divisive incendiano le piazze e raffreddano i rapporti tra consimili, perciò tutto cambia affinché nulla muti. Non capisco di preciso cosa pretenda il genere umano da se stesso e dalle società di cui si compone, ma neanche ci tengo a saperlo. Le decisioni possono essere giuste o sbagliate rispetto a una morale di riferimento, però la facoltà di prenderle spetta soltanto a chi stringa il coltello dalla parte del manico. V’è sempre un dominus, sia esso un tiranno, un principio costituzionale, un pensiero unico, un’assemblea di cittadini nata da libere elezioni o il bambino che ha portato il pallone.
Le utopie democratiche ed egualitarie sono vocazioni precoci di una specie che al momento non è in grado di reificarle, perciò restano mere astrazioni a uso e consumo di chi abbia bisogno di identificarcisi per rendere più tollerabile il suo soggiorno su questo pianeta efferato.
Vent’anni fa il mondo assistette in rapida sequenza ai fatti del G8 di Genova e agli alati attentati dell’undici settembre. L’Occidente cambiò, ma in realtà dopo quell’estate rimase lo stesso per chi allora non era ancora nato o era troppo piccolo per concepire un termine di paragone.
Ognuno è figlio della propria epoca e affinché quest’ultima partorisca un’altra deve lasciare orfana la sua prole. Non alberga in me nostalgia alcuna, non credo a un’inverosimile età dell’oro e non faccio previsioni su un futuro che mi riguarda sempre di meno.
La mente mi consente di viaggiare verso pensieri più edificanti e forse meno mendaci a parità d’illusione. Mi concentro su dinamiche in cui l’uso della parola è sconsigliato affinché l’esperienza non venga compromessa. Anelo a nuovi stati di coscienza, e forse si tratta di una delle mie poche ambizioni, ma credo che sia la più autentica. Ho una tensione spirituale a cui non so conferire davvero una forma scritta od orale, è qualcosa d’ineffabile che posso ricercare solo in rari momenti di estrema presenza. Non riesco né voglio recintarmi in situazioni di apparente consolazione e non sono adatto a cagionarle. Mi piace vivere e spero di condurre un’esistenza longeva, ricca di spunti metafisici e di meditazioni rivelatrici, però mentirei a me stesso se sperassi di restare qua per sempre.

Francesco

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