Categories: Parole

A ragion di nulla

Non sono stato contagiato dal virus pandemico e quindi non sono stato nemmeno conteggiato nel novero dei positivi, però non ho contratto neppure l’isterico entusiasmo dovuto alla vittoria calcistica dell’Italia. Non m’interessa il disinteresse né la sua ostentazione benché in modo del tutto incidentale traspaia da queste stesse parole. Ancora mi sfugge la ragione per la quale un’intera specie si affaccendi tra le proprie ingiustizie e le sempiterne esigenze delle rispettive omeostasi, ma capisco come una volta nati sia difficile togliersi il vizio d’invecchiare.
Non so se debba sorprendermi per qualcosa, ma all’uopo posso fingere meraviglia e concitata partecipazione per ossequiare i formalismi della prevedibilità. Non incorro né ricerco spiegazioni ultime per la pertinace espansione della vita, ma esprimo trascurabili e silenti perplessità al cospetto della sua ostinazione imperativa. A trentasette anni non mi metto a disegnare nuovi orizzonti né coloro le figure, bensì mi limito a ricalcare le didascalie che descrivono lo stato dell’arte, o meglio, l’incessante decomposizione a cui è sottoposta ogni cosa nella sua intrinseca deperibilità.
Per mezzo di deliberati errori matematici, il vittimismo eleva a potenza le miserie umane e così ne snatura la portata affinché la loro percezione cambi in ragione delle esigenze personali. Non mi sembra che l’oggettività sia oggetto di desiderio, ma se anche lo diventasse, allora il suo eventuale possesso sarebbe sempre parziale, come quando un’opera d’ingegno finisce dalle mani dell’autore in quelle di un acquirente. Le idee sono ingombranti e aumentano di volume con la polvere che raccolgono quando indugiano nella stasi astrattiva che è loro propria.
Quindi, in ultima analisi, cosa bisogna fare? In generale nulla, ma credo che sia una buona abitudine quella di usare il plurale maiestatis il meno possibile. Oscillo tra il fatalismo e la sua trascurabile negazione perché di fatto frequento quasi sempre una noncuranza di fondo e tanto mi basta anche quand’essa non paia affatto abbastanza.

Francesco

Recent Posts

Gioco e realtà di Donald Winnicott

Che bello non avere figli: si tratta di un grande sollievo esistenzialistico e di un…

1 settimana ago

Buon appetito

Le parole non pesano molto, ma io rinuncio a lanciarle dove non possono arrivare e…

3 settimane ago

La fenomenologia dello spirito

La fenomenologia dello spirito è un'avventura gnoseologica e un allenamento per la capacità d'astrazione, ma…

1 mese ago

Praemediatio malorum

Non riesco a detestare il caldo perché lo associo al deserto di cui mi sento…

1 mese ago

Una buona deriva

Trovo che quest'estate sia un po' sottotono, tuttavia non riesco a capire i motivi di…

2 mesi ago

Le ambivalenze del cielo

Ho una predilezione per i temporali estivi e preferisco l'ira dei nembi all'indolenza dell'afa o…

2 mesi ago