Non cerco lo scontro né l’incontro e cedo il passo agli eventi perché nei loro riguardi non ho quell’atteggiamento infantile che talora un genitore possessivo riserva alla propria prole. Vivo a latere persino di queste stesse lettere e non so se esista una condizione migliore sul piano della deperibilità organica. Non ho entusiasmi che si accendano a comando, però non so se in una parte di me debba inserire le pile o se invece la batteria sia già presente e scarica. Per fortuna l’universo non ruota attorno al sottoscritto, giacché se così fosse io proverei un certo imbarazzo per cotante e immeritate attenzioni.
Non so neanche se mi manchi qualcuno, ma di sicuro ci sono tanti vuoti incolmabili in qualche mio vecchio album di figurine. Il tempo opera senza destare sospetti, ma l’invecchiamento di tutto e tutti è un fenomeno curioso al quale assistere. Insomma, mi sono costruito un balcone sul quale tendere i sudari e da cui guardare istanze che un tempo mi sembravano soverchianti. Quasi ogni problema è un falso problema, tutto è transitorio e, in ultima analisi, non scorgo altra priorità oltre a quella di grattarmi le palle quando mi senta in dovere di prevenire un prurito infondato. Certe volte mi sembra di assistere a una rievocazione storica del presente, ma inscenata con intenti parodistici e senza troppe pretese di esistere davvero. Tra le particelle elementari credo che possano trovare posto anche le banalità, difatti esse compongono affermazioni apodittiche e ovvie a mo’ de “la giustizia non esiste”.
Secondo me la realtà si regola da sé, senza l’attivo concorso dei singoli né delle masse che comunque traggono significati e stimoli da quest’illusoria partecipazione, tuttavia la mia visione non è fatalistica e se volessi delinearla meglio dovrei spendere un po’ di parole a cui, invece, non intendo attingere giacché preferisco accingermi alla visione di un episodio di Star Trek Voyager. Lunga vita e prosperità.
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