Sabato ho preso parte ai campionati italiani di cento chilometri su strada che si sono svolti nell’autodromo di Imola, ma la mia prestazione si è conclusa dopo cinquantaduemila metri. Durante una brevissima pisciata ho notato la mia urina troppo scura e mi sono reso conto che mi ero disidratato troppo, perciò ho optato subito per il ritiro. Peccato, perché le condizioni atmosferiche erano buone nonostante fosse il terzo fine settimana di maggio, quindi non posso accampare scuse. Di sicuro ho sbagliato qualcosa, forse nell’integrazione, benché io mi sia idratato molto tanto nei giorni precedenti alla partenza quanto nel corso della gara.
La prossima volta proverò ad andare in ritiro sott’acqua, magari prenotando una stanza su Airbnb o chiamando direttamente la Sirenetta.
Invero credo che quella di sabato sia stata la mia ultima esperienza sulla distanza dei cento chilometri, difatti su otto partecipazioni ho all’attivo quattro risultati e quattro ritiri: la faccio finire in parità! Il mio tempo migliore è destinato a rimanere quello di 8 ore e 35 minuti corso a Seregno nel 2018, anche in quell’occasione gara valevole come campionato italiano.
Adoro la categoricità della corsa perché mi ha elargito insegnamenti importanti. Non ho mai superato i miei limiti di guardia, non ho mai rischiato la salute e non intendo farlo, inoltre credo che abbia più margine di miglioramento sulle distanze minori, ossia dalla maratona in giù, fino ai cinquemila metri. Il viaggio continua.
Che bello non avere figli: si tratta di un grande sollievo esistenzialistico e di un…
Le parole non pesano molto, ma io rinuncio a lanciarle dove non possono arrivare e…
La fenomenologia dello spirito è un'avventura gnoseologica e un allenamento per la capacità d'astrazione, ma…
Non riesco a detestare il caldo perché lo associo al deserto di cui mi sento…
Trovo che quest'estate sia un po' sottotono, tuttavia non riesco a capire i motivi di…
Ho una predilezione per i temporali estivi e preferisco l'ira dei nembi all'indolenza dell'afa o…