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Il solito amor proprio

Pubblicato giovedì 1 Aprile 2021 alle 22:35 da Francesco

Assisto con un certo distacco alle comiche repubblicane e non mi perdo nemmeno lo spettacolo delle loro rovinose conseguenze. La disorganizzazione impera a qualsiasi livello, ma almeno innesca delle sane risate e mi domando se il popolo tutto non debba fare affidamento proprio su queste per alzare le difese immunitarie. Un tempo i traditori della patria più che in televisione passavano per le armi, ma oggigiorno v’è un’accesa sensibilità che spegne il buonsenso, specialmente quando risulti poco piacevole. Io non posso lamentarmi, me la cavo alla grande e mi sento bene: coltivo le mie passioni in quieta solitudine, condivido gli spazi domestici con simpatici e apatici felini, mi bevo limonate dissetanti e delle buone tazze di ginseng. Insomma, non mi faccio mancare niente.
Ho cominciato a scrivere il mio sesto libro e ho ragione di credere che questa sia la volta buona, però non ho idea di quanto tempo mi servirà per completare il prossimo scritto a mio uso e consumo. C’è una forza creativa che preme in me anche su altri fronti, di fatto essa mi accerchia e non allenta la propria presa perché ancora non ho reificato talune cose, ma tutto sta avanzando insieme e il prezzo di tale coordinazione è una certa lentezza. Non voglio fare qualcosa per identificarmici o per caricarci delle aspettative, bensì per liberarmi dalla spinta di cui sopra: in altre parole intendo realizzare delle cose per immolarle a loro stesse come già ho fatto in passato.
Da dicembre ho compiuto dei buoni progressi nella corsa e spero di capitalizzarne una parte nella prima maratona dell’anno, tuttavia non ho ansie da prestazione e non ne avrei neanche se dovessi perdere la verginità con la più bella e intelligente ragazza di un capoluogo di provincia o addirittura di regione. Sono un po’ indietro con alcune letture e coi relativi appunti, ma indietro rispetto a cosa non mi è chiaro, forse in relazione al comprensibile desiderio che tutto si compia il prima possibile in ragione di chissà quali infantili motivi.

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