Finalmente ho risolto un problemino fisico che per un paio di mesi mi ha impedito di allenarmi bene e così, da alcuni giorni, ho ripreso a sostenere delle buone andature nelle mie uscite podistiche. Per superare quel fastidio non mi sono rivolto a un medico né mi sono prestato a una ridda di esami: ci ho convissuto fino a quando non si è estinto e immagino che lo stesso modus operandi si possa applicare alla vita tout court, laddove essa si configuri o venga intesa come un infortunio cosmico.
Vivo in un’epoca del cazzo che straripa di giovani idioti e vetusti incapaci, ma io sto per i fatti miei, coltivo le mie passioni in un giardino d’amor proprio e frequento perlopiù gatti castrati dall’indole atarassica. Sto cercando di scrivere il mio sesto libro, ma al momento non ho molte idee e forse è venuta meno o è diminuita parecchio quell’esigenza interiore che mi ha spinto a redigerne cinque. Nel mio caso la mancanza d’ispirazione deriva da una certa tranquillità d’animo, perciò non la reputo un problema e invero non me ne frega nulla. Mi sento in pace con me stesso e non vedo cosa possa chiedere di più dalle circostanze. Non rimbombo nella testa di nessuno e nessuno tuona nella mia, in una reciprocità che non può risultare altrettanto equa nelle asimmetriche forme del desiderio o nei rapporti di coppia.
Di tanto in tanto scorgo in me un tenue invaghimento, ma lo lascio sempre dove lo trovo, così ho più tempo per correre. Non ho mai appurato se sulle etichette delle persone campeggino avvertimenti quali “maneggiare con cura”, “materiale fragile” o, nel caso dei piromani, “liquido infiammabile”, ma io non mi occupo di resi e non ho niente da vendere, perciò la mia è destinata a rimanere una semplice curiosità . Non posso mercanteggiare le croci altrui perché non ne ho di mie da barattare, ma potrei ordinarne una online da personalizzare all’uopo. Ci penserò. In fede, mio Francesco.