Categories: Parole

Alla fine di novembre

I primi freddi cominciano ad attanagliare i dintorni, ma le loro espressioni più secche e chete mi rinvigoriscono oltremodo. Sono alle prese con degli interessanti libri di saggistica e come al solito ricerco nell’atto stesso di leggere ad alta voce una forma di meditazione che sovrappongo a quella della corsa. Il continuo ripiegamento in me stesso mi concede il lusso di tollerare con maggiore facilità i trascurabili accadimenti che si moltiplicano sul piano della prossimità materiale e su quello della vicinanza astratta, ancorché io non ne risulti mai del tutto immune.
Il mio modo di vivere presuppone un richiamo vaccinale contro fatti e idee i cui possibili sviluppi sono destinati a esiti esiziali di diversa gradazione, ma la copertura non è mai completa né pretendo che lo sia. Talora non riesco a capire se io mi ritrovi in alcune situazioni per mio demerito, o se certe dinamiche mi si presentino come un compito da svolgere sull’accidentato iter della mia mutevole soggettività, tuttavia non escludo che a volte le due circostanze possano convivere con buona pace della mia inavvedutezza.
Non posso darmi un tono che non sia quello muscolare, ma tendo a svilire anche quest’ultimo con la mia devozione alla maratona, perciò di me rimane poco ed è comunque troppo. Questa constatazione non riguarda la mia autostima, ossia quello strumento di navigazione che manutengo con regolarità, ma al quale non ricorro oltre la misura di cui è capace. Insisto su di una ricerca endogena, perlopiù avulsa da ausili alieni, laddove tale aggettivo si adatti anche a me rispetto agli altrui mondi interiori. Le faccende umane si riassumono spesso in una questione di prospettiva, anche quando quest’ultima descriva la pavidità con cui gli individui sanno girarsi dall’altra parte, qualunque sia la direzione altra. Non ho aggiunto granché in queste righe di testo, tuttavia almeno qualche lucina natalizia avrei potuto mettercela. Crepi l’avarizia e non solo lei.

Francesco

Share
Published by
Francesco

Recent Posts

Gioco e realtà di Donald Winnicott

Che bello non avere figli: si tratta di un grande sollievo esistenzialistico e di un…

1 settimana ago

Buon appetito

Le parole non pesano molto, ma io rinuncio a lanciarle dove non possono arrivare e…

3 settimane ago

La fenomenologia dello spirito

La fenomenologia dello spirito è un'avventura gnoseologica e un allenamento per la capacità d'astrazione, ma…

1 mese ago

Praemediatio malorum

Non riesco a detestare il caldo perché lo associo al deserto di cui mi sento…

1 mese ago

Una buona deriva

Trovo che quest'estate sia un po' sottotono, tuttavia non riesco a capire i motivi di…

2 mesi ago

Le ambivalenze del cielo

Ho una predilezione per i temporali estivi e preferisco l'ira dei nembi all'indolenza dell'afa o…

2 mesi ago