Per una settimana mi sono allenato assieme a Luigi, un veloce podista del nord che è venuto dalle mie parti per una breve vacanza. Quando l’ho incontrato per la prima volta io mi trovavo già a quattordici chilometri di allenamento, ma appena l’ho scorto ho capito subito che era uno abituato a certi ritmi e così gli ho chiesto se potessi unirmi a lui: alla fine sono tornato a casa con ventotto chilometri sulle gambe a un ritmo di 4’34”, un’andatura non certo veloce che tuttavia al momento per me non è così scontata, anzi! Proprio quella mattina mi chiedevo quando sarei tornato a fare qualche “lungo”, ovvero degli allenamenti prolungati per incentivare resistenza e velocità, difatti non avevo in programma nulla del genere a breve. Per me questo è stato un ulteriore episodio di sincronicità, uno dei molteplici che ho esperito negli ultimi anni.
Mi ha stimolato molto questo sodalizio passeggero perché solo nella condivisione della fatica sportiva riesco a trovare talora una connessione umana che sia autentica, perciò farò tesoro di tutti quei momenti e difatti ho intenzione di dedicare il mio prossimo record in maratona al grande Luigi! Mi meraviglio sempre di come una passione comune possa ricordare a due esseri umani di appartenere alla stessa specie. Sono molto motivato, mi sento in crescita e al contempo sono conscio di quanto la strada sia lunga e impervia, ma la corsa mi sta aiutando ancora una volta a dare una quadratura a questi tempi incerti e cupi. Ho me stesso e il mio modesto potenziale, il mio mondo, le mie abitudini solitarie e autoreferenziali, ma è tutto ciò che mi serve e anche quando non sembra sufficiente io me lo faccio bastare.
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