Avverto in me un rinnovato vigore, un potenziale accresciuto, e anche le pareti della mia interiorità appaiono sempre più adamantine. Mi sento all’inizio di una fase espansiva, come se tutte le mie facoltà psicofisiche fossero sul punto di estendersi più di quanto abbiano mai fatto finora. Ho già provato qualcosa del genere molti anni fa e fu il preludio a un cambiamento che si dimostrò assai intenso e repentino, però al contempo fu importante e proficuo. È come se all’improvviso mi fossi ritrovato a maneggiare degli elementi instabili, perciò devo agire con cautela. Ho sviluppato una profonda conoscenza di me stesso e della macchina biologica che mi ospita, ma non ne conosco ogni ingranaggio né mi sono noti tutti i suoi automatismi e commetterei un errore madornale se peccassi di superbia.
Le forze contrarie non sono sparite perché sono immanenti e la prospettiva della loro estinzione rasenta l’utopia o la sciocchezza, però ho la sensazione che in questa fase la loro presenza non abbia la minima presa su di me. Riesco a sentire un gusto superiore quando la mia attenzione risulti costante e sia coltivata con cura, ma non mi è facile rendere durevole e longevo tale dinamica poiché talora la mia concentrazione viene meno.
Non posso creare a mio piacimento occasioni del genere e non ho idea di quale concorso di circostanze ne causi l’avvento, tuttavia posso profondere i giusti sforzi affinché quella presente non risulti un epifenomeno a latere di un’esistenza ordinaria. Devo mantenere una certa centratura, senza eccessive distrazioni, almeno fino a quando non riuscirò a fare lo stesso senza un cospicuo dispendio di energie.