L’altro ieri mi sono riguardato un bel film della fine degli anni ottanta, ossia Talk Radio. Ne ricordavo i dialoghi caustici e il ritmo incalzante che a distanza di tempo mi hanno intrattenuto come la prima volta. Mi piace molto Oliver Stone come regista e anche in questa pellicola secondo me non smentisce la propria bravura. Nella storia trovo un po’ di tutto: le ipocrisie e le perversioni degli ascoltatori, il cinismo e la violenza verbale, la crescente misantropia di Barry, il conduttore radiofonico, ossia il protagonista interpretato da Eric Bogosian che a mio avviso sfoggia una prestazione magistrale, davvero coinvolgente. Inquadrature stupende e c’è persino lo spazio per un po’ di tensione.
Il momento che mi diverte di più è quello in cui Barry fa entrare nello studio un suo ascoltatore, Kent, uno sciroccato dall’aspetto glam rock con cui dà vita a un siparietto grottesco. Mi piace molto l’atmosfera raccolta del film, quasi intimista, e in certi passaggi mi sembra di ascoltare davvero un programma radiofonico. Al di là delle risate, trovo che vi sia qualcosa su cui riflettere negli amari discorsi di Barry e nelle sue conversazioni con chi lo chiama, non ultimo proprio il concetto di dialogo.
Che bello non avere figli: si tratta di un grande sollievo esistenzialistico e di un…
Le parole non pesano molto, ma io rinuncio a lanciarle dove non possono arrivare e…
La fenomenologia dello spirito è un'avventura gnoseologica e un allenamento per la capacità d'astrazione, ma…
Non riesco a detestare il caldo perché lo associo al deserto di cui mi sento…
Trovo che quest'estate sia un po' sottotono, tuttavia non riesco a capire i motivi di…
Ho una predilezione per i temporali estivi e preferisco l'ira dei nembi all'indolenza dell'afa o…