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Semplicità in parole semplici

Pubblicato lunedì 7 Ottobre 2019 alle 08:29 da Francesco

Stanno continuando a tornare in me tutte le forze d’ogni ordine e grado, un controesodo assai benevolo, perciò mi aspetto una forte resistenza ai tempi oscuri che si prospettano nell’immediato futuro e di cui già da molto tempo ho previsto l’avvento. Credo che spesso non occorra un corso serale di chiaroveggenza per intuire quanto si trovi dietro l’angolo, ma può essere utile un tirocinio nell’Averno per sopportarne il peso passeggero o, diversamente, un apprendistato con un’aquila da cui trarre la capacità di apprezzarne la leggerezza, anch’essa caduca.
Assecondo movimenti interiori che mi paiono del tutto alieni alle esistenze che talora mi capita d’incrociare e attraverso le quali passo come se camminassi sotto degli archi a tutto sesto. Le parole perdono di valore nel momento in cui sono raccolte dai sensi poiché vengono sradicate dal loro significato primevo. Ci sono strade che non s’incrociano perché passano le une sopra o sotto le altre. Provo una certa insofferenza verso taluni incroci, perciò quando mi ci trovo preferisco un decollo verticale. Ogni problema è un falso problema, quindi le avversità sono irreali come la dimensione su cui si propagano. Il tempo leviga ogni cosa e il compimento di qualsiasi evento è soltanto un gioco d’attesa a cui si presta chiunque non sappia rinunciare al suo posto nel mondo.
Non raccolgo energie per attaccarmi all’esistenza in modo parassitario, ma cerco d’impiegarle per orbitare a distanza di sicurezza da tante situazioni che non mi riguardano né per prossimità fisica né per empatia. Preferisco riempire certi vuoti con altri vuoti come se giocassi con matrioske di una sola misura. Non esiste un fine ultimo nella finitezza e trovo comico ogni tentativo che sia volto al suo perseguimento, ma non indugio mai troppo lo sguardo sull’altrui goffaggine: è uno spettacolo antico quanto lo è la coscienza, qualunque cosa sia quest’ultima. Si annida una grande vittoria nella resa all’inconfutabile incompiutezza d’ogni trascorso terrestre, ma io mi limito a spiegarlo a me stesso perché sono il mio studente prediletto nonché l’unico possibile.

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