Devo riprendere a scrivere su queste pagine con una certa costanza poiché il mio dialogo interiore ha bisogno di esprimersi anche in forma scritta. Ogni tanto turbe di dubbi mi attraversano la mente e si votano alla ricerca delle mie certezze più fragili, ma di norma riesco a cacciarle con un sonno riparatore e in tali circostanze di loro non resta che un tenue ricordo, evanescente anch’esso.
Non ho un’autorità a cui fare riferimento, non ho appigli endogeni e non ricevo conferme diverse da quelle che cerco di fabbricarmi con la massima onestà intellettuale. Non odo voci consolatorie né vaghi incoraggiamenti ai quali, comunque, non potrei credere neanche se lo volessi perché la mia lucidità non me lo consentirebbe. Un certo grado di libertà esige requisiti piuttosto stretti, ma riesco ancora a soddisfare cotali parametri e soprattutto continuo a capire, forse viepiù rispetto al passato, quanto ne valga la pena.
Le idee dei fatti talvolta incidono sulla realtà umana più dei fatti stessi, ma io cerco di contenere le prime, invero vorrei detronizzarle, per orientarmi solo in base agli esiti dei secondi. Anche la stanchezza è una pessima consigliera, subdola e mendace, ma ormai ho sviluppato una certa disciplina e non prendo mai decisioni in presenza di una siffatta serpe.
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