Alcune mesi fa mi sono ritrovato in una libreria emiliana e in mancanza di meglio ho acquistato “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra, attratto anche dal proposito del libro, ossia quello di esporre delle analogie tra la fisica moderna e alcune forme di esoterismo orientale, come se le seconde a loro modo fossero antesignane della prima, specialmente nei suoi sviluppi quantistici.
Si tratta di un libro ormai datato, pubblicato alla metà degli anni settanta, ma offre ancora qualche suggestione. Una prima e corposa parte è costituita da concetti che già m’erano noti in termini divulgativi, gli stessi impiegati dal testo, e di cui invece ignoro il formalismo matematico perché non ho i mezzi culturali né intellettuali per approcciarmici.
Lettura scorrevole, ma per me deludente dal momento in cui mi attendevo dei parallelismi approfonditi tra le frontiere della fisica e le esperienze mistiche: tutto troppo vago a mio avviso, un po’ tirato per i capelli e forzato sotto tale aspetto, inoltre, almeno per i miei gusti, manco avvincente in questa parte dell’esposizione. Come ho letto altrove, forse questo libro è stato anche un po’ figlio del suo tempo e come tale va inquadrato. Si è dimostrata l’ennesima occasione per rileggere cose che avevo già affrontato molteplici volte, però non si è rivelata un’opportunità per assimilarne di nuove.
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