Domenica in quel di Civitavecchia, complice l’assenza di atleti di prima fascia, mi sono giocato la vittoria in una gara di dodici chilometri che presentava un forte dislivello.
Alla fine della parte in salita io e un altro podista abbiamo maturato un buon vantaggio sul terzo. Poco prima dell’undicesimo chilometro ho provato a fare un cambio di passo per compiere l’allungo finale, ma a un certo punto ho ricevuto un’indicazione ambigua (l’auto apripista non c’era più) e mi sono ritrovato di fronte a un cancello bianco.
Un signore, là per caso, mi ha detto che stavo andando dalla parte sbagliata e quindi ho ripreso la strada giusta, spezzando però il ritmo dopo aver ragionato un attimo: ciò è avvenuto nell’arco di alcuni secondi.
A causa di quest’inconveniente ho vanificato il lieve vantaggio che avevo guadagnato sul secondo, ma quando quest’ultimo mi ha raggiunto mi ha detto di stargli davanti perché aveva assistito a tutto e non gli sembrava giusto che ci giocassimo il finale.
Io ho controbattuto proponendogli di arrivare insieme e così abbiamo fatto, perciò volgo un grande plauso a Simone Marconi, ottimo atleta e grandissima persona (le due cose non vanno necessariamente di pari passo, anzi…).
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