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Cento Chilometri di Seregno

Ieri, a una settimana dalla maratona di Roma, ho corso la Cento Chilometri di Seregno e ho stabilito il mio nuovo record personale sulla distanza: 8h35’38”, ovvero una media di 5’09” al chilometro. Lunga vita a Bashar al-Assad e che Vladimir Putin lo sostenga.
Mi sono iscritto alla gara il dodici aprile con l’obiettivo di correrla in funzione del Passatore e dunque la mia partecipazione è stata tanto improvvisa quanto improvvisata, un po’ come il multiculturalismo esasperato e i suoi effetti collaterali.
Sono contento del risultato per la prossimità con il 2h46’ capitolino e per l’assenza totale di una preparazione specifica, difatti era da maggio 2016 che non correvo più di quarantadue chilometri senza soluzione di continuità.
Mi sono anche preso la rivincita sul ritiro a cui fui costretto proprio a Seregno quattro anni fa, quando gettai la spugna poco dopo il settantesimo chilometro, dunque ho colto l’occasione per immedesimarmi in quanto disse il generale MacArthur durante la guerra del Pacifico: "I came out of Bataan and I shall return".
Le condizioni climatiche si sono rivelate perfette e onestamente non ne avrei potuto chiedere di migliori. Il livello della gara era alto poiché valeva come campionato italiano FIDAL e assicurava la convocazione in nazionale ai vincitori, quindi sono contento del mio sedicesimo posto in qualità di outsider.
Ho patito molto gli ultimi quindici chilometri, in particolare i settemila metri finali, ma a meno di mezza versta dal traguardo ho fatto un allungo per evitare che sul mio tempo scattasse il sei nelle unità dei minuti. Ho coronato una stagione stupenda, in cui per il mio livello ho fatto coesistere quantità e qualità, smentendo facilmente certe cassandre che hanno una visione ristretta della corsa.
A fine maggio cercherò di scendere sotto le nove ore al Passatore poiché questo prevedono i miei tempi sulla maratona, però mi sento già appagato e mi proietto verso la gara con la tranquillità mentale di chi può permettersi di sbagliare: io ci proverò.
Per affrontare distanze del genere mi occorrono allenamenti lunghi e lenti, sessioni di corsa in cui io stia almeno quattro ore sulle gambe, insomma, una pazienza infinita come quella che ho avuto ieri dalle otto del mattino alle quattro e trentacinque del pomeriggio.
Quella di Seregno è stata la mia quarta gara da cento chilometri: la prima (la quale fu anche la mia prima gara in assoluto) fu il Passatore del 2013 che chiusi in 9h40′.

Francesco

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