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Al sesto mese dell’anno corrente

Nel mese di maggio ho corso 429 chilometri e ieri pomeriggio ho macinato gli ultimi venticinque, di cui dodici e mezzo in salita e altrettanti in discesa. Mi sento in forma e oltre a un’ottima condizione fisica verso anche in un ottimo stato mentale. È come se con la corsa mi fossi messo alle spalle per l’ennesima volta certi tumulti interiori, ma credo che anche la definitiva rottura di sciocche attese abbia favorito il mio affrancamento da una stasi inconcludente e ingiustificata.
Non ho tempo di aspettare qualcuno e anche se l’avessi non lo farei. Ognuno procede al proprio passo e si dirige dove vuole o laddove le circostanze abbiano deciso di trascinarlo, però nei deserti non ci sono soltanto carovane e talora le dune diventano le sabbiose testimoni di viaggiatori solitari. Per me è fondamentale l’accettazione del vuoto di cui la mia realtà è permeata e non devo mai darla per scontata, sennò rischio che qualche spiacevole monito me la rammenti con dei grossi dispendi di energie e tempo. Mi sento davvero me stesso allorquando il mio corpo e la mia mente mi trasmettano segnali di una ritrovata centratura nell’esistenza di cui sono artefice: quello attuale è uno di quei momenti. È incredibile di quali ribaltamenti sia capace la macchina umana, sia in un senso che in quello diametralmente opposto. Ammiro chiunque abbia contezza del proprio potenziale e sia in grado di asservirlo alla causa suprema, ossia la sua. Non pretendo una piena indipendenza dagli eventi, ma voglio arginare sempre di più l’influenza che esercitano su di me.
Mi dedico le parole più sentite e spontanee di cui anche questa notte si fa corvina suggeritrice: non mi serve altro per il momento. Ci sono spazi interiori che mi sono ignoti, paradisi inesplorati che mi porto dentro e di cui forse non sospetto manco l’esistenza, ma non mi limito a ipotizzarne la realtà come in un accesso di vacuo ottimismo e devo invece votarmi alla loro ricerca senza subire troppe distrazioni dalle innumerevoli inezie di cui ogni giornata è prodiga.
Sono di nuovo in una situazione tanto vantaggiosa quanto inaspettata per proseguire su certe linee evolutive, perciò non devo perdere quest’occasione. Nelle circostanze avverse temo sempre che mi occorra più tempo del necessario per superarle, ma tale sopravvalutazione è dettata spesso da un mio eccesso di prudenza.

Francesco

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