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Lampi di sincronicità

Nel weekend ho ricevuto un messaggio inaspettato da una ragazza che non sentivo da molto tempo e con la quale è poi seguita un’inconcludente conversazione telefonica.
Non so se si tratti di un’altra coincidenza da inserire nella mia già nutrita collezione, ma il giorno prima dell’inattesa chiamata io avevo pensato con un’insolita intensità alla persona che poi mi ha ricontattato. Non so se abbia avuto un esempio diretto del principio di nessi acausali, ma ne ho ricevuto uno chiaro della profonda incomunicabilità che può sussistere tra due individui.
La chiacchierata tra me e una delle mie rare conoscenti femminili si è arenata in vizi di forma e grotteschi paralogismi. Non ho mai avuto una relazione con nessuno, dunque non s’è verificato un ritorno di fiamma perché in primo luogo non è mai stato acceso un fuoco né vacuo né sacro. Ho parlato con costei sinceramente, come se in me operasse davvero quel maggiordomo che ha un significato peculiare nel linguaggio alchimistico, ma lei non ha compreso i miei intenti e li ha confusi pressoché subito con un malcelato disinteresse.
A quest’avvenente signorina, la quale per altro in origine mosse lei il primo passo verso di me, io ho ammesso di avere ancora una certa attrazione nei suoi confronti, ma ho anche precisato quanto ritenga che quest’ultima non sia corrisposta da parte sua, o perlomeno non abbia la medesima portata: in ragione di quest’idea le ho fatto un esempio, ossia ho paragonato la mia attrazione a una stella che prima o poi finirà il proprio idrogeno e si spegnerà per diventare una nana bianca: al contempo le ho confermato l’attualità della mia impraticabile attrazione e la caducità a cui la stessa è soggetta poiché non ha altro destino che quello autoreferenziale.
La mia disamina, quasi stucchevole e odiosa nella sua parvenza di asettica razionalità, non è dipesa da un meccanico ricorso alla parte emozionale del centro intellettivo, bensì ha goduto di un certo distacco da me in quanto io non mi sono lasciato sopraffare da ciò che legittimamente posso desiderare senza che il desiderio possieda me. Le mie esternazioni sarebbero state di diverso tono e genere se tra le parti in causa vi fosse stata comunione d’intenti e convergenza in un punto qualsiasi dell’universo, ma la lontananza non può essere colmata dall’illusione.
Da una parte mi è dispiaciuto molto che io abbia perso per sempre un’eterea presenza di cui per lungo tempo ho caldeggiato l’ipostasi, ma sono contento di come almeno in questo caso sia riuscito a praticare una certa attenzione, nella speranza poi che sia stata davvero autentica.

Francesco

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