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Da Saturno

Per me le immagini della sonda Cassini hanno un duplice fascino perché oltre a quello scientifico ve ne ravviso anche uno esistenziale. Il viaggio interplanetario tra la Terra e Saturno è poca cosa rispetto alle distanze dell’universo, infatti concerne lo spazio di un semplice sistema solare alla periferia di una galassia che ne contiene altri miliardi di simili, eppure riesce lo stesso a destare in me un certo stupore. Purtroppo o per fortuna la vita umana è troppo breve rispetto ai tempi che il cosmo impiega per mostrare cambiamenti apprezzabili di ciò che lo compone, ma proprio in ragione di quest’appurata inconoscibilità finisco per provare un certo imbarazzo nei confronti della prosaica routine di cui sono correo.
Una mia utopia vuole che il mondo si mantenga diviso in nazioni e al contempo sia unito nella vocazione per la scoperta dell’universo, circostanza che in parte già sussiste nel comune lavoro di NASA ed ESA. Sono innumerevoli le beghe di cui i governi terrestri devono occuparsi per le faccende interne, perciò vi sono innumerevoli risorse che non possono essere distratte verso l’esplorazione spaziale, ma confido che un domani, qualora il genere umano non abbia cura di estinguersi prima, sarà ancora una volta le téchne (nella sua accezione greca) a risolvere tutto e di certo non qualche culto monoteistico che già oggi dovrebbe essere considerato al pari di una malattia mentale. C’è qualcosa di poetico, malinconico, titanico, prometeico, futuribile e avvincente nell’ultima immagine con cui la sonda Cassini ha immortalato la Terra mentre si trovava tra gli anelli di Saturno. È facile che l’immaginazione voli quando la mente si trovi a ragionare sul futuro dell’esplorazione spaziale, però io credo che la realtà superi sempre la fantasia e vorrei che tale superamento avvenisse con la propulsione a curvatura.

Appena ho visto l’immagine qui sopra me ne è venuta in mente subito un’altra, ovvero quella che la sonda Voyager 1 catturò nel 1990 mentre usciva dal sistema solare e su cui Carl Sagan ha speso delle parole memorabili: “Guardate ancora quel punto. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un granello di polvere sospeso dentro un raggio di sole”.

Francesco

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