Negli ultimi giorni ho notato un certo e comprensibile clamore attorno alla lettera di un ragazzo suicida. Ho letto il testo integrale dello scritto e vi ho ravvisato un malessere che a mio modesto avviso non era ascrivibile soltanto alle questioni lavorative, ma certa stampa ne ha sintetizzato il contenuto come un semplice j’accuse alla politica. Nelle ultime parole del ragazzo friulano ho scorto una profonda lucidità e una punta di stoicismo: ciò che egli ha affermato in merito all’esistenza e alla soggettività dei limiti di sopportazione non può che trovarmi concorde, perciò gli auguro che la terra gli sia lieve.
Io stesso in passato ho preso in considerazione la possibilità di uccidermi, ma alla fine le mie riflessioni sono sfociate in una semplice meditatio mortis che ha asservito quel processo d’individuazione di cui ancora mi occupo. Non so chi fosse quel ragazzo né quante ne avesse passate, mi era del tutto sconosciuto così come certe volte lo sono anche le persone più vicine a un individuo, però mi chiedo come sarebbe andata se egli avesse resistito ancora un po’: si sarebbe ucciso ugualmente tra un anno o due? Gli eventi sono passibili di rivoluzioni copernicane in ogni momento e a qualsiasi livello, ma nessuno può pretendere da un altro che egli vi creda davvero: chi è ancora vivo come me può tutt’al più giocare col senno di poi al cospetto dell’altrui scelta di morte. Non si può salvare nessuno da se stesso: homo faber fortunae suae.
Un suicidio è una sconfitta per tutti, anche per chi s’illude di potersene fregare: in qualche modo quel gesto di libertà echeggia tra i vivi. È mia convinzione che ognuno abbia dentro di sé una forza sopita e vorrei che le persone in difficoltà potessero risvegliarla all’uopo con il concorso del fato, ma il mio auspicio è una mera utopia. Per conto mio auguro ogni bene a chi sta lottando contro i propri demoni.
Assimilatomi al tempo corrente, ne guardo assorto gli istanti che riesco a catturarne. Implicite nel…
Per i miei gusti la perfezione può raggiungere una sua compiutezza anche nella settima arte…
Oggi ho corso venti chilometri in poco meno di un'ora e venti minuti: fuori non…
Ultima lettura dell'anno, invero conclusasi settimane or sono con somma soddisfazione. Di norma non accetto…
Non ho novità di rilievo in questo mio incedere verso l'attimo che segue. Un'anziana signora…
Il clima mite di questo dicembre inoltrato mi ricorda il periodo natalizio che ebbi a…