Categories: Parole

Intelligenza e solitudine

Ho letto un articolo sull’edizione online del Daily Mail che riporta uno studio secondo il quale le persone intelligenti tendono a isolarsi. Tra le ipotesi addotte vi è quella per cui a una maggiore socialità corrisponda un minore appagamento della propria vita, però sembra che questo valga soltanto per quanti presentino un certo grado d’intelligenza e, difatti, lo stesso studio sostiene che la partecipazione sociale invece giovi agli individui con un’intelligenza media. Emerge inoltre come le aree più densamente popolate rivelino minori indici di soddisfazione esistenziale.
Trovo interessante l’idea secondo cui possa esserci un gap tra l’evoluzione del genere umano e l’attuale ritmo della vita, in totale contrasto con la cosiddetta teoria della savana, quella per la quale sono ancor oggi validi i criteri in base a cui i primi esseri umani si sentivano soddisfatti.  Non si tratta di uno studio superficiale, infatti è stato sottoposto a una revisione paritaria e ha ottenuto la pubblicazione sul British Journal of Psychology, ma da perfetto profano mi ha indotto a chiedermi come vada intesa l’intelligenza, inoltre mi sono venute in mente delle associazioni spontanee con certe forme di autismo ad alto funzionamento e con la sindrome di Asperger.
Non so se io rientri nel novero di coloro che hanno una spiccata intelligenza o se invece mi sia stato riservato un posto d’onore nel gotha della cretineria, ma, senza escludere una probabile e mediocre via di mezzo, posso testimoniare come abbia provato più volte dell’insofferenza a seguito di assidue frequentazioni; in casi del genere ho sempre percepito la mia presenza in mezzo agli altri come una perdita di tempo: non mi reputavo migliore ed era semplicemente il contesto che non mi apparteneva.
Una delle molteplici ragioni per le quali non ho mai avuto una ragazza è stata la mia incapacità di usarmi violenza per costringermi a stare in contesti a me alieni, ma ciò mi ha anche permesso di sviluppare una notevole vita interiore e un buon grado di introspezione mentre a taluni apparivo come un disadattato.
Il tempo mi ha dato ragione, però adesso mi occorre dell’altro tempo per capire cosa fare di quest’ultima.

Francesco

Recent Posts

Affluenti di coscienza

Assimilatomi al tempo corrente, ne guardo assorto gli istanti che riesco a catturarne. Implicite nel…

5 giorni ago

Peppermint Candy di Lee Chang-dong

Per i miei gusti la perfezione può raggiungere una sua compiutezza anche nella settima arte…

2 settimane ago

Il segno del comando

Oggi ho corso venti chilometri in poco meno di un'ora e venti minuti: fuori non…

3 settimane ago

Narcisismo di vita, narcisismo di morte di André Green

Ultima lettura dell'anno, invero conclusasi settimane or sono con somma soddisfazione. Di norma non accetto…

3 settimane ago

A me sono rivolto

Non ho novità di rilievo in questo mio incedere verso l'attimo che segue. Un'anziana signora…

1 mese ago

Io sono io

Il clima mite di questo dicembre inoltrato mi ricorda il periodo natalizio che ebbi a…

1 mese ago